15 Settembre, 2002
«La necessità di fare sintesi»
L'acqua in Commissione Ambiente della Provincia
Entro fine anno va affidato il servizio idrico integrato, il cui modello
gestionale ed organizzativo non è stato ancora scelto. Tre le ipotesi: gara,
società mista pubblico privato, in-house. Obiettivo: superare la frammentazione
esistente - 7 aziende e 112 comuni - per dare alla comunità un solo soggetto
gestore provinciale del sistema acquedotto, fognature, collettamento e
depuratore, una tariffa unica, cui arrivare gradualmente. Referente
dell'operazione l'Ato, per questo la Commissione Ambiente, convocata ieri dal
Presidente Andrea Ladina, vedeva la presenza del Presidente dell'ATO, Assessore
Giovanni Biondi, del Responsabile Segreteria Tecnica, Claudio Boldori e del
Comitato Ristretto dell'ATO (presenti Cremona, Crema, Casalmaggiore, Castelverde,
Cingia de' Botti, Romanengo, Olmeneta). Sono intervenuti con Ladina, i
consiglieri Antonello Santini (Margherita), Giuseppe Fontanella (Fi), Carlo
Rusca (Fi), Giampaolo Dusi (Prc), Walter Longhino(Lega), Pierluigi Tamagni (Ds),
Fermo Borini (L. Torchio), Pierfranco Patrini (Udc) e il Presidente del
Consiglio Roberto Mariani.
Il dibattito è stato preceduto da un excursus dettagliato di Biondi e Boldori.
Le scadenze: il 20 giugno si riunisce la conferenza dei Sindaci, va quindi
approvato il Piano d'ambito con le opere che servono ed entro fine anno va
affidato il servizio.
Ad avviare la discussione il Sindaco di Casalmaggiore, Luciano Toscani, con
precisazioni sulle patrimoniali nella scelta in-house. Boldori ha risposto, in
base alle norme: "I proprietari conferiscono al gestore il patrimonio che ne
rileva anche eventuali passività. Il gestore farà gli investimenti".
Ammortamenti vari e investimenti entrano in tariffa.
Per Fontanella questo sistema è sperequativo. "E' ingiusto - ha detto - che
cittadini di comuni virtuosi, con servizi a posto, paghino per altri, che non si
sono posti in tempo il problema". Della stessa linea Patrini che ha aggiunto:
"Tutto si può risolvere tecnicamente, il vero problema è della politica: in 5
anni non siamo riusciti a trovare un sistema unico, nella gestione dei servizi".
Dusi ha sostenuto che "la sperequazione è data dal fatto che alcuni comuni hanno
avuto finanziamenti anche a fondo perduto che altri non avranno mai e ha chiesto
la formulazione - perché questo è il nostro ruolo - di un indirizzo politico del
consiglio".
Biondi ha ricordato che l'Ato nasce per garantire solidarietà provinciale. "Ci
sono già cittadini che pagano di più rispetto ad altri, occorre arrivare
gradualmente ad una tariffa unica. L'ingiustizia non ci sarà domani, c'è già
oggi". Ha poi ribadito la necessità di trovare sintesi. Per Tamagni "occorre
capire i costi di produzione delle aziende e individuare una sola tariffa, che
non sia al rialzo, quanto al conferimento delle proprietà debbono essere
riferite al valore patrimoniale e non al numero dei cittadini. Va fatta una
perizia per stabilire il valore dei patrimoni". Risari, Vicesindaco di Crema, ha
detto che sarà difficile che le tariffe calino, per un trend nazionale, tema
ripreso anche da Longhino. A fine seduta il gruppo della Margherita ha diramato
una nota in cui ribadisce la bontà della scelta in-house. La commissione si
riaggiorna sull'argomento al 1° giugno.
 
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