15 Settembre, 2002
Fermiamo la guerra, firmiamo la pace
Le proposte di Emergency
Fermiamo la guerra, firmiamo la pace.
Le proposte di Emergency
NORME DI ATTUAZIONE DEL RIPUDIO DELLA GUERRA
SANCITO DALL'ART. 11 DELLA COSTITUZIONE
PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE
NORME PER L’ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO DEL RIPUDIO DELLA GUERRA
SANCITO DALL’ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE E DALLO STATUTO DELL’ONU
RELAZIONE DI LUIGI FERRAJOLI, DOMENICO GALLO, DANILO ZOLO
1. Un ricorso crescente alla guerra
A partire dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso, dopo la conclusione della 'guerra fredda', abbiamo assistito a un ricorso crescente alla forza militare, quasi esclusivamente da parte delle potenze occidentali: l'occupazione di Panama per il controllo del canale, la guerra del Golfo, l'invasione di Haiti, gli interventi militari in Somalia e in Ruanda, le due guerre balcaniche della Bosnia e del Kosovo, l'Afganistan. Da ultimo, il progetto degli Stati Uniti di un attacco militare contro l'Iraq: un attacco che potrà avere conseguenze incalcolabili in termini di perdite di vite umane, di distruzioni di strutture civili, di devastazioni ambientali.
Nel corso di questi conflitti, anche a causa dell'uso di armi di distruzione di massa sempre più potenti e sofisticate, centinaia di migliaia di persone innocenti hanno perso la vita, sono state mutilate o ferite, hanno visto distrutti i loro affetti e i loro beni. Altre centinaia di migliaia di civili sono morti per fame o per malattie a causa degli embarghi, primo fra tutti quello contro l'Iraq. A questo flagello vanno aggiunte la persecuzione del popolo palestinese, le continue violenze contro i ceceni, i curdi, i tibetani e molti altri popoli emarginati ed oppressi, e, infine, le atrocità del terrorismo internazionale. All'escalation di odio, di dolore, di distruzione e di morte ha corrisposto l'inerzia o l'impotenza delle istituzioni internazionali che dovrebbero operare per la pace, anzitutto delle Nazioni Unite.
Le Nazioni Unite sono ormai sottoposte a un permanente ricatto da parte delle massime potenze mondiali, che se ne servono come di uno strumento di legittimazione delle proprie strategie egemoniche. Ma la Carta delle Nazioni Unite non può essere usata, se non sulla base di una conclamata violazione dello spirito e della lettera delle sue norme, per giustificare la guerra, e tanto meno una "guerra preventiva" come quella che Stati Uniti e Gran Bretagna si apprestano a scatenare contro l'Iraq. Questa Carta fu un patto solenne con il quale fu messo al bando, come è scritto nel suo preambolo, il ripetersi del "flagello della guerra", che per due volte nel corso di una stessa generazione aveva causato indicibili sofferenze all'umanità. In essa fu definito, contro le minacce alla pace, un complesso di misure, tra le quali l'uso controllato della forza nelle forme e alle condizioni stabilite dal capitolo VII.
Fu
insomma progettato, al fine di "conseguire con mezzi pacifici la soluzione delle controversie internazionali", il monopolio della forza in capo al Consiglio di Sicurezza, attraverso l'istituzione - che però non è stata mai attuata -- di organismi militari permanenti alle sue dipendenze, chiamati a svolgere di fatto funzioni di polizia internazionale. Oggi quel patto è stato dimenticato.
In tutti i casi sopra citati le potenze occidentali hanno infatti usato la forza militare ignorando il diritto internazionale e violando i diritti più elementari delle persone. Il bombardamento della televisione di Belgrado, la strage di Mazar-i-Sharif, il lager di Guantanamo sono esempi di un uso criminale della forza internazionale che molto probabilmente nessuna Corte penale internazionale avrà mai il potere di sanzionare. E dopo l'attentato terroristico subìto l'11 settembre, gli Stati Uniti hanno elaborato una teoria militare e inaugurato una pratica bellica che presentano aspetti eversivi non solo della Carta delle Nazioni Unite, ma anche del diritto internazionale generale: basta pensare al carattere preventivo, unilaterale, spazialmente indefinito e temporalmente indeterminato della 'nuova guerra' dichiarata dal presidente Bush contro l''asse del male'.
Il nostro paese, per volontà sia di governi di centro-sinistra sia di governi di centrodestra, è stato corresponsabile di una larga parte di questi gravissimi illeciti internazionali, partecipando sistematicamente, con le proprie strutture militari, le proprie armi e le proprie basi, alle aggressioni decise dalle potenze occidentali contro Stati sovrani e contro i loro popoli, per lo più deboli e poveri. Nel farlo i nostri governi e i nostri rappresentanti parlamentari -- spesso votando in complicità bipartisan -- hanno apertamente violato la Costituzione repubblicana
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Welfare Cremona News ringrazia Emergency per il materilae trasmesso.
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