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15 Settembre, 2002
Cremona, Consiglio Comunale di Lunedì 23 aprile
Il resoconto della seduta: interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno e mozioni

CONSIGLIO COMUNALE DEL 23 APRILE 2007

Interrogazione in data 22 marzo 2007 presentata dal consigliere comunale del gruppo consiliare Forza Italia Carlalberto Ghidotti in merito alla corretta esecuzione dei lavori di ristrutturazione delle rete idrica in corso Garibaldi
(Testo dell’interrogazione: In concomitanza della Giornata Mondiale del risparmio dell’acqua, in merito ai lavori di ristrutturazione della rete idrica, dei condotti fognari, delle linee elettriche e al rifacimento del manto stradale in corso Giuseppe Garibaldi, vista l’importanza che oramai ha assunto l’acqua potabile anche nelle nostre aree, un tempo ricchissime di tale risorsa ed oggi sempre meno, che quindi rappresenta per la città un bene primario e da salvaguardare, da utilizzare con parsimonia e raziocinio; considerato il repentino cambiamento della situazione climatica terrestre verso periodi sempre più aridi e meno ricchi di precipitazioni atmosferiche; facendo seguito alle politiche in materia ambientale e di risparmio idrico, portate avanti da tutti i Governi Nazionali e Regionali; in ottemperanza alla Legge del 5 Marzo 1994, n. 36 capo 1 Art. 5; al Decreto Legislativo 152 del 3 Aprile 2006 sez. 3 parte 3 titolo 1 art. 146; al Regolamento Regionale del 24 Marzo 2006 art. 6; Il Consiglio Comunale domanda alla Giunta se nella programmazione delle opere acquedottistiche e nel piano di esecuzione dei lavori in corso d’opera, in particolare in quelli che tanto impegno e disagio richiedono in corso Garibaldi, sia stata correttamente valutata ed applicata la disposizione di una rete idrica di adduzione in forma duale, premessa strutturale indispensabile, e prevista dalle citate norme, per giungere alla distribuzione diversificata delle acque nelle unità immobiliari, limitando il prelievo di quelle più pregiate, captate a grandi profondità nel sottosuolo, perché siano destinate ai soli usi ‘sanitari e potabili’, e distribuendo, per gli ‘altri usi’, quantitativamente di grande portata, acque meno pregiate, rendendo altresì possibile l’allaccio alle reti duali domestiche, rese obbligatorie dal citato Regolamento Regionale, la cui realizzazione deve essere elemento essenziale per il rilascio delle concessioni edilizie).

All’interrogazione ha risposto l’Assessore alle Politiche Ambientali Carlo Dal Conte: La normativa vigente ed in particolare il decreto regionale del 24 marzo 2006 prende in considerazione la realizzazione di sistemi duali di distribuzione dell’acqua all’interno di nuovi edifici o nel recupero di quelli esistenti: suggerisce infatti, per gli usi diversi dal consumo umano, ove possibile, il riutilizzo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture. Non si fa esplicita menzione all’obbligo di realizzare reti acquedottistiche pubbliche duali. D’altra parte, un sistema di distribuzione cittadino diversificato per “usi sanitari e potabili e per tutti gli altri usi” comporterebbe costi economici ed ambientali non commisurati al reale beneficio ottenibile; la sua adozione comporterebbe il raddoppio del sistema acquedottistico cittadino che, ricordo, risulta costituito da: pozzi, sistema di trattamento (comunque indispensabile anche se, ovviamente molto più semplice se l’acqua non è destinata al consumo umano), serbatoi di accumulo, serbatoi pensili, rete di distribuzione primaria e secondaria, prese ed allacciamenti, sistema di misurazione. Poiché il sistema abbia efficacia serve comunque che i privati raddoppino tutti gli impianti interni delle abitazioni. Risulta pertanto evidente l’impossibilità pratica di realizzare tutto questo in un contesto urbano, a meno che tutto possa rientrare in obiettivi di lungo periodo che la città si voglia dare, pur prescindendo da problemi economici di fatto insormontabili (la tariffa dovrebbe tener conto infatti di questi ulteriori costi di investimento ed esercizio). Alla luce di questo, avrebbe pertanto poco senso predisporre oggi in corso Garibaldi una tubazione destinata ad entrare in esercizio solamente tra decenni, quando presumibilmente ammalorata e praticamente pronta per essere restituita. Comunque AEM Cremona S.p.A. ha già intrapreso, da prima dell’emanazione delle normative citate, azioni di salvaguardia della risorsa idropotabile, effettuando investimenti per la realizzazione di un acquedotto ad uso industriale nella zona Cavatigozzi Porto Canale; il riuso totale dell’acqua depurata a fini irrigui; il risanamento delle condotte idriche e fognarie per ridurre le perdite (tra le più basse tra i gestori italiani). Tali azioni pongono Cremona all’avanguardia nel campo del risparmio idrico e del riuso della risorsa potabile.

Il consigliere Carlalberto Ghidotti, prendendo atto della risposta ottenuta, si è detto non d’accordo con l’indirizzo espresso dall’Assessore Dal Conte a nome dell’Amministrazione.

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Interrogazione in data 26 marzo 2007 presentata da consiglieri comunali vari del Gruppo Consiliare Forza Italia - primo firmatario Arrigo Frassi - in ordine all’acquisto di nuovi bus
(Testo dell’interrogazione: Premesso che è stato previsto da KM l’acquisto di un certo numero di nuovi bus, si chiede se tutti, o almeno in parte, sono dotati della pedana per l’utilizzo ai disabili, con o senza carrozzella. In caso negativo, il motivo, dato che la pedana è un accessorio che le case costruttrici forniscono, e che è già utilizzata su bus di altre città).

All’interrogazione ha risposto l’Assessore alla Mobilità e al Traffico Daniele Soregaroli: Gli ultimi cinque bus acquistati nel gennaio 2007 rispondono tutti alla richiesta sollecitata nell’interrogazione, sono cioè dotati di apposita pedana per la salita e la discesa dei disabili. I cinque mezzi, ultima generazione IVECO, sono muniti inoltre di un particolare e sofisticato sistema di filtraggio che rispetta le misure più restrittive che entreranno in vigore nel 2009 e che prenderanno la denominazione di Euro 5.

Il consigliere Arrigo Frassi si è detto soddisfatto delle risposta ottenuta.

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Modifica della composizione della commissione preposta all’assegnazione delle borse di studio intitolate alla memoria del “Prof. Alfredo Galletti”.

Il Consiglio Comunale ha provveduto, con voto unanime, alla sostituzione della Prof. ssa Elena Contucci con Elisabetta Quinzani in seno alla commissione preposta all’assegnazione delle borse di studio intitolate alla memoria del “Prof. Alfredo Galletti”. Con propria comunicazione la Prof.ssa Elena Contucci ha rinunciato all’incarico di membro della commissione per motivi di salute indicando, quale sua sostituta, Elisabetta Quinzani. La sostituzione della Prof.ssa Elena Contucci determina la modifica dell’articolo 3 del relativo regolamento. Le altre condizioni previste dal regolamento non subiscono ulteriori variazioni.

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Modifica della composizione della commissione preposta all’assegnazione delle borse di studio intitolate alla memoria del “Prof. Franco Dordoni”.

Il Consiglio Comunale ha provveduto, con voto unanime, alla sostituzione della Prof. ssa Elena Contucci con Elisabetta Quinzani in seno alla commissione preposta all’assegnazione delle borse di studio intitolate alla memoria del “Prof. Franco Dordoni”. Con propria comunicazione la Prof.ssa Elena Contucci ha rinunciato all’incarico di membro della commissione per motivi di salute indicando, quale sua sostituta, Elisabetta Quinzani. La sostituzione della Prof.ssa Elena Contucci determina la modifica dell’articolo 4 del relativo regolamento. Le altre condizioni previste dal regolamento non subiscono ulteriori variazioni.

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Adozione del Piano di Recupero di iniziativa privata, in variante parziale al Piano Regolatore Generale vigente ai sensi della lettera d) e della lettera g), 2° comma, articolo 2 della legge regionale n. 23/97, presentato dalla Società F.lli Damiani di Damiani Riccardo & s.n.c., e relativo agli immobili situati in via Ca’ del Ferro denominati Villa Belgiardino.

Il Consiglio Comunale, con voto unanime, ha adottato il Piano di Recupero di iniziativa privata, in variante parziale al vigente Piano Regolatore Generale (P.R.G.) ai sensi della lettera d) e della lettera g) – comma 2°, articolo 2 della legge regionale 23 giugno 1997 n° 23, presentato dalla Società F.lli Damiani di Damiani Riccardo & S.n.c., e relativo agli immobili situati in via Ca’ del Ferro denominati Villa Belgiardino. La scheda normativa n. 22, allegato A.1 alle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G., prevista a supporto delle scelte e della progettazione degli interventi di recupero, indica, per la cascina in questione, la categoria A (complessi di edifici di interesse storico-architettonico) e le classi di qualità 1, 2 e 3, cui corrispondono le seguenti modalità di intervento: Restauro totale (RT), Restauro e risanamento conservativo di tipo A (RRa) per la classe di qualità 1, Restauro e risanamento conservativo di tipo A (RRa) e Restauro e risanamento conservativo di tipo B (RRb) per la classe di qualità 2, Recupero testimoniale con adeguamento tipologico funzionale (RET), per la classe di qualità 3. Valutata e accertata, in via preventiva, la presenza di uno stato di degrado e di fatiscenza del complesso edilizio tale da renderne opportuno e necessario un recupero aperto a un riutilizzo funzionale compatibile con la tutela e la valorizzazione del suo valore storico, si è reso pertanto necessario individuare, dapprima, il complesso stesso come zona di recupero, procedendo così all’apposita perimetrazione. In secondo luogo, nell’ambito di questa zona di recupero, si è subordinato il rilascio dei provvedimenti abilitiativi alla formazione di apposito Piano di Recupero. Infine, viste le condizioni di forte degrado, strutturale e materico, derivanti dalla situazione di abbandono e di incuria in cui si trova il complesso edilizio, attraverso lo strumento del Piano di Recupero si procede a una serie di interventi la cui complessità è tale da farli rientrare, alla luce della legge regionale n. 12 del 11 marzo 2005, nella categoria della ristrutturazione edilizia, modificando in questo modo le modalità di intervento previste dalla scheda normativa n. 22. Per questi motivi il Piano di Recupero costituisce variante parziale al P.R.G. vigente finalizzata all’individuazione della zona di recupero del patrimonio edilizio esistente, nonché finalizzata a modificare le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente. Una volta approvata, la deliberazione di adozione sarà depositata per trenta giorni consecutivi nella segretaria comunale unitamente a tutti gli elaborati; del deposito sarà data comunicazione al pubblico mediante avviso affisso all’Albo Pretorio e pubblicato su un quotidiano a diffusione locale. Una copia della variante verrà trasmessa alla competente A.S.L. per l’espressione del competente parere. Durante il periodo di pubblicazione chiunque ha facoltà di prendere visione degli atti depositati e, entro trenta giorni decorrenti dalla scadenza del termine per il deposito, può presentare osservazioni. Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio Comunale approverà definitivamente la variante decidendo, al contempo, sulle eventuali osservazioni presentate.

Gli immobili interessati dal Piano di Recupero sono situati in via Ca’ del Ferro. L'intervento previsto dal Piano di Recupero riguarda un'area (superficie fondiaria) di 4.360 metri quadrati su cui si trova un importante esempio di villa ottocentesca con giardino annesso e strutture accessorie (quali serre, orangerie, ecc...) collocato nella zona est della città. Una lapide in marmo posta all'ingresso di via Belgiardino porta l'iscrizione Villa Bel Giardino. Fu costruita, verso la fine dell’Ottocento, come residenza di campagna per volere della Contessa Beltrami, che la detenne fino al secondo decennio del '900. L'organismo è suddiviso in diversi corpi di fabbrica tra i quali l'edificio posto a nord, la villa, risulta il più importante. Si struttura secondo un impianto rettangolare, con schema distributivo di tipo tradizionale, con atrio-androne al piano terreno. Il fabbricato posto a sud, su strada, più ridotto di profondità, era adibito un tempo ad abitazioni degli ortolani che coltivavano il giardino e il frutteto. In origine, nello spazio aperto vi erano numerose essenze pregiate e più di mille alberi da frutta. Ad est, vi è il corpo di fabbrica che un tempo era adibito a rustici di servizio (lavanderia, legnaia ecc...). Il fabbricato posto ad est veniva un tempo utilizzato come rimessa per le carrozze, per accessori e in parte come limonaia e presenta un certo interesse architettonico per le decorazioni che lo caratterizzano (fregi, formelle, lese ne aggettanti complete di capitello e architrave di cotto). Più a nord della villa si trovano due fabbricati adibiti a serre con foggia di tempietto che in origine venivano utilizzate per il ricovero dei fiori d'inverno. Le stesse sono caratterizzate da colonne in muratura intonacate. Un tempo erano chiuse con serramenti in ferro e vetro. Ad ornamento del giardino vi era una fontana circolare, alimentata da un serbatoio d'acqua che conteneva pesci, in particolare storioni. Sul fondo del lato nord, all'altezza delle serre, sono ancora visibili due pilastri in muratura che un tempo delimitavano l'accesso dalla campagna. I rustici vennero eretti dopo gli anni Trenta. Attualmente, la proprietà è della Società F.lli Damiani di Damiani Riccardo & S.n.c., con sede in Milzano (BS). Gli immobili interessati dall'intervento sono azzonati nel PRG vigente come zona Ac 4 CASCINE: edifici e complessi che, allo stato, in seguito alla dismissione della originaria funzione agricola, risultano, nella loro interezza o in gran parte, privi di destinazione. Il complesso edilizio, inoltre, non è individuato come zona di recupero in quanto classificato in categoria A. Per l'adozione e la successiva approvazione del Piano di recupero è pertanto necessario provvedere a una variante. Il Piano di Recupero prevede la realizzazione di un complesso edilizio abitativo mediante il recupero funzionale degli edifici esistenti, da attuarsi attraverso ristrutturazione edilizia e la nuova costruzione di autorimesse interrate. In particolare, l'intervento di ristrutturazione consiste nella demolizione e successiva ricostruzione dei solai, delle murature interne, dei collegamenti verticali e della copertura. Le murature perimetrali, lesene e marcapiani saranno mantenuti e recuperati, nel rispetto della sagoma, dei volumi e delle superfici esistenti. Per quanto riguarda il fabbricato accessorio posto ad est (ex limonaia), sarà ceduto gratuitamente alla Amministrazione Comunale, unitamente alla sua area di pertinenza, con realizzazione di opere edilizie al rustico da parte del soggetto attuatore a scomputo oneri. I due fabbricati adibiti a serre con foggia di tempietto sono, invece, oggetto di un intervento di risanamento conservativo. Infine, il progetto prevede la costruzione di 40 autorimesse interamente interrate; il relativo solaio di copertura sarà trattato a giardino pensile al fine di evitare qualsiasi impatto negativo con il contesto. La destinazione d’uso è di residenza. In base alle normativa vigente anche in caso di ricorso a piano di recupero non è consentita la demolizione di edifici di pregio architettonico od ambientale o di parti di essi, mentre i vari interventi, anche previsti dai piani di recupero, devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il mantenimento della coerenza tipomorfologica dei complessi. Per quanto riguarda gli spazi comuni, non sono consentite divisioni degli spazi comuni che alterino l'aspetto morfologico delle cascine. In particolare è vietata la realizzazione di muri divisori nella corte centrale e nelle aree pertinenziali di interesse ambientale, inoltre gli spazi pertinenziali, in particolare le corti centrali, devono essere lastricati con materiali che, per tradizione locale, sono d'uso diffuso. Il piano propone la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria consistenti nelle opere edilizie per la sistemazione al rustico dell' ex limonaia, per un importo totale di € 37.340,21 (superiore alla somma dei contributi per oneri di urbanizzazione secondaria) . Dovrà invece essere corrisposto, secondo le modalità di pagamento in vigore al momento del rilascio dei provvedimenti abilitativi, il contributo commisurato all'incidenza delle opere di urbanizzazione primaria. Ai fini della determinazione della dotazione di servizi da assicurare, le operazioni di trasformazione previste non comportano un incremento del peso insediativo in quanto, a parità di superficie rispetto a quella preesistente, non comportano variazioni d'uso e quindi non modificano la dotazione di standards dovuta in rapporto alla situazione preesistente.

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Costituzione del Consorzio tra Enti Locali ricompresi nell’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Cremona denominato Autorità d’Ambito Cremonese per lo svolgimento delle funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs. 267/00, contestuale approvazione della Convenzione istitutiva e dello Statuto Consortile e indicazione del soggetto delegato alla sottoscrizione.

Dopo che la proposta di deliberazione è stata brevemente illustrata dall’Assessore al Bilancio Celestina Villa, è intervenuto il consigliere Matteo Lodi, Verdi per la Pace, che si è soffermato sulla salvaguardia del patrimonio idrico e sull’uso dell’acqua, bene prezioso che va attentamente gestito, anche attraverso sinergie con altri enti presenti sul territorio. Alcuni chiarimenti sulla natura e sul percorso che ha portato alla creazione dell’Autorità d’Ambito sono stati chiesti dai consiglieri Italico Maffini, Lega Nord, e Cinzia Zampni, Rifondazione Comunista, ai quali ha fornito i chiarimenti richiesti l’Assessore Celestina Villa. Infine il Sindaco ha dichiarato che terrà informato il Consiglio sul Piano d’Ambito: da un lato il bene acqua è un bene prezioso e la tariffa dovrà essere unica per tutta la provincia, si tratta di stabilire il punto giusto di caduta di solidarietà verso altre realtà, visto che Cremona ha già fatto notevoli investimenti in questo settore. Il Consiglio Comunale, con voto espresso all’unanimità, ha quindi approvato la Convenzione formata da 25 articoli per la costituzione del Consorzio tra Enti Locali ricompresi nell’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Cremona denominato Autorità d’Ambito Cremonese per lo svolgimento delle funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, nonché lo Statuto consortile formato da 29 articoli. Il Sindaco Gian Carlo Corada è stato quindi autorizzato alla stipula della Convenzione e dello Statuto.

La finalità è di svolgere in modo coordinato attraverso un’Autorità d’ambito dotata di personalità giuridica, come obbligatoriamente previsto dal D.Lgs. 152/2006, le funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, di scelta della forma di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione e relativo controllo. Infatti, venendo meno la possibilità di continuare nella forma di cooperazione con Convenzione tra gli Enti Locali ricompresi nell’ATO, non disponendo tale forma di personalità giuridica, diviene necessario procedere alla sostituzione dell’Autorità d’Ambito in Convenzione con un Consorzio ex art. 31, del D.lgs 267/2000, che, disponendo della suddetta personalità giuridica, è l’unica forma idonea a garantire il perseguimento delle finalità previste dal D.lgs. 152/2006 e dalla L.R. 26/2003, così come modificata dalla L.R. 18/2006. Questo comporterà il trasferimento dell’esercizio delle competenze spettanti al Comune di Cremona in materia di gestione delle risorse idriche, compresa la programmazione delle infrastruttura idriche, al costituendo Consorzio obbligatorio, nonché la conservazione in capo al costituendo consorzio di tutti i diritti e gli obblighi precedenti e subentro in tutti i rapporti attivi e passivi riferibili alla convenzione vigente.

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Ordine del giorno in data 4 aprile 2007 rassegnato dalla Commissione Consiliare Permanente attinente i servizi per la persona, la famiglia e la comunità inerente il riconoscimento del secondo nucleo Alzheimer operante presso l’Azienda Cremona Solidale
(Testo dell’ordine del giorno: Considerato che l’incidenza delle patologie legate a disturbi comportamentali e cognitivi è in continuo aumento e che è necessario progettare gli interventi in modo da rispondere per tempo e adeguatamente ai bisogni socio-sanitari che diversamente potrebbero diventare vere e proprie emergenze; preso atto che proprio per meglio rispondere alle esigenze espresse dal territorio, oltre ai servizi semiresidenziali, presso l’Azienda Cremona Solidale sono attivi 2 nuclei Alzheimer di cui solo uno riconosciuto con delibera di Giunta Regionale n° 003056 del 3 agosto 2006; il Consiglio Comunale di Cremona nel ritenere necessario che la Regione proceda quanto prima al riconoscimento del secondo nucleo Alzheimer che è operante presso l’Azienda Cremona Solidale dal gennaio 2004, da mandato al Sindaco e all’Assessore competente di rappresentare e sostenere tale istanza in modo formale presso la Giunta Regionale, da’ mandato al Presidente del Consiglio di inviare la presente ai capigruppo dei Gruppi Consiliari Regionali, invita i consiglieri regionali rappresentanti il territorio cremonese a mettere in atto ogni iniziativa utile per il riconoscimento del secondo nucleo Alzheimer operante presso l’Azienda Cremona Solidale, invita i consiglieri regionali rappresentanti il territorio cremonese ad un incontro con la Commissione Consiliare Permanente attinente i Servizi per la Persona, la Famiglia e la Comunità per un approfondimento sui bisogni del territorio rispetto alle problematiche relative agli anziani non autosufficienti e in particolare alla patologia dell’Alzheimer).

Dopo che l’ordine del giorno è stato illustrato da Maria Rita Balsamo, Presidente della Commissione Politiche Sociali, ha preso la parola Cinzia Zampini, Rifondazione Comunista, per fornire alcuni dati sull’attuale situazione degli ospiti attualmente ricoverati nelle strutture di Cremona Solidale e che vedono una consistente presenza di patologie più o meno gravi a carico dell’apparto muscolo-scheletrico delle persone ricoverate. Dal canto suo l’Assessore alle Politiche Sociali Maura Ruggeri ha rimarcato la rilevanza del tema e dei dati che denunciano un aumento delle patologie degenerative, con un’incidenza in crescita, sostenendo inoltre che il sistema locale si è attrezzato al meglio, ma quando è necessario fare fronte al ricovero le condizioni di assistenza implicano degli standard sempre più qualificati. Posto in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità dei consiglieri presenti.

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Mozione in data 21 febbraio 2007 presentata dal consigliere comunale del Gruppo Consiliare Forza Italia Salvatore Carlo Malvezzi per la promozione e la diffusione territoriale di misure di agevolazione in materia di fiscalità locali (ICI e Ta.R.S.U.) per le famiglie numerose ed il recepimento del protocollo di intesa tra la Regione Lombardia e l’ANCI Lombardia
(Testo della mozione: Premesso che la Regione Lombardia - Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale - ha recentemente sottoscritto con l’ANCI Regionale un protocollo d’intesa “per la promozione e la diffusione territoriale di misure di agevolazione in materia di fiscalità locale, ICI e TARSU, per le famiglie numerose”; premesso che tale prodotto d’intesa consente di avviare un percorso sperimentale volto ad introdurre forme di agevolazione fiscale per i nuclei famigliari con più di tre figli, attraverso l’applicazione di detrazioni in relazione all’imposta sugli immobili e alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti; premesso che le agevolazioni prospettate dal protocollo d’intesa sono dettate dalla giusta necessità di contemplare la capacità contributiva del soggetto con il carico famigliare, garantendo in tal modo la realizzazione di un’equità fiscale “orizzontale” a favore delle famiglie con figli; premesso che le famiglie numerose - con almeno 6 componenti - residenti nel Comune di Cremona rappresentano solo lo 0,82% del totale, da cui si deduce che le possibili minori entrate fiscali locali non inciderebbero in modo significativo sul Bilancio Comunale; premesso che il protocollo d’intesa prevede all’art. 3 la possibilità di aderire ad un percorso sperimentale con altri enti locali; il Consiglio Comunale di Cremona impegna la Giunta Comunale a recepire il protocollo d’intesa “per la promozione e la diffusione territoriale di misure di agevolazione in materia di fiscalità locale (ICI e TARSU) per le famiglie numerose” recentemente sottoscritto dalla Regione Lombardia e l’ANCI Regionale e ad aderire al percorso sperimentale previsto dall’art. 3 dello stesso protocollo; attivare gli uffici affinché predispongano le proposte di modifica dei regolamenti comunali ICI e TARSU volte ad introdurre agevolazioni in materia di fiscalità locale per le famiglie numerose, sulla base degli esempi contenuti nell’allegato 1 del protocollo d’intesa, per poi acquisire in tempi rapidi il parere delle commissioni competenti e concludere l’iter deliberativo; attuare tutti gli atti conseguenti al pieno ed efficace recepimento del predetto protocollo d’intesa).

Dopo che il consigliere Carlo Salvatore Malvezzi, Forza Italia, ha illustrato la propria mozione, a nome di tutti gli esponenti della maggioranza il consigliere Andrea Virgilio, Democratici di Sinistra, ha presentato il seguente documento sullo stesso argomento: “Consapevole che la politica per la famiglia richiede un’azione complessiva da attuarsi in un quadro di garantita coerenza tra le misure presenti e future, che, in ambito locale, le politiche per la famiglia prevedono misure fiscali, edilizia pubblica, asili nido, assistenza domiciliare, molteplici servizi alla persona e un’adeguata azione di sostegno agli anziani e ai minori, che le famiglie con figli minori hanno una probabilità più elevata rispetto a tutte le altre non solo di incorrere nella povertà, ma di rimanerlo a lungo; la povertà, quindi, colpisce la vita dei minori due volte: peggiorandone le condizioni durante l’infanzia e l’adolescenza e riducendone le opportunità nel corso della vita da adulti; premesso che l’Amministrazione Comunale si è attivata per favorire le attività di sostegno alle responsabilità familiari e di supporto all’associazionismo familiare attraverso il Centro per le Famiglie che è diventato un consolidato ed apprezzato punto di riferimento; premesso che ha proseguito nella promozione delle famiglie come risorsa per altre famiglie in difficoltà potenziando il servizio affidi e la cultura dell’affido; premesso che ha consolidato gli interventi destinati a conciliare tempi di lavoro e tempi di vita delle famiglie; premesso che attraverso il confronto con l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose ha concordato: l’impegno per il miglioramento dell’attuale metodo di calcolo dell’ISEE in relazione ai servizi scolastici, a ricercare nell’immediato una soluzione per ridurre la Ta.R.S.U. per le famiglie numerose, infine per le tariffe dell’acqua, energia e gas sarà verificata la possibilità di collaborazione per l’accesso a contributi per calmierare le bollette; premesso che un protocollo di intesa per la promozione e la diffusione territoriale di misure di agevolazione in materia di fiscalità locale per le famiglie numerose regione Lombardia ed ANCI collaboreranno attivamente per promuovere in tutti i Comuni il taglio dell’I.C.I. e della TARSU che pagano le famiglie numerose; premesso che la domanda di alloggi pubblici a Cremona è oggi fortemente segnata dall’allargamento delle aree di povertà e di disagio sociale, ma emerge anche la richiesta di alloggi a canone sostenibile da parte della popolazione che non presentano condizioni di disagio sociale conclamato ma che, per motivi economici, faticano ad accedere al mercato per gli affitti; premesso che tale domanda presenta le seguenti caratteristiche: una domanda abitativa che proviene da situazioni di malessere sociale e che generalmente non trova risposta nel mercato e non solo per motivi economici (famiglie immigrate, anziani ultrassessantacinquenni, donne sole con figli, adulti affetti da forme diverse di disabilità); una domanda di fasce di cittadini di modeste condizioni economiche senza problematiche sociali forti che chiedono alloggi pubblici pur avendo, di fatto, la possibilità di accedervi; il Consiglio Comunale impegna la Giunta a recepire il protocollo di intesa sottoscritto dalla regione Lombardia e dall’ANCi e aderire al percorso sperimentale per introdurre e consolidare forme di agevolazione che tengano non solo conto del criterio della capacità contributiva del soggetto, ma anche del carico familiare; ad individuare altre forme di sostegno rivolte in generale alle famiglie numerose e a valutare, per esempio, attraverso il confronto con le associazioni delle famiglie, la possibilità di istituire gradualmente una speciale carata vantaggi (family card), tenendo sempre in considerazione la capacità contributiva. Si tratta di una carta emessa dal Comune, che consente ai titolari di usufruire di agevolazioni e sconti grazie all’accordo e a convenzioni stipulate con realtà pubbliche e private del territorio. Questo strumento, già presente in altre città, faciliterebbe anche il coinvolgimento e l’attenzione di ampi settori del commercio, dell’impresa e dei servizi; a predisporre programmi finalizzati ad incrementare la possibilità di locazione a canone moderato utili ad intercettare la domanda delle giovani coppie e dei nuclei familiari che non si trovano nelle condizioni di accedere alla casa di proprietà, ma nemmeno dispongono delle condizioni di stabilità economica che il mercato della locazione richiede; a indirizzare soprattutto a tale scopo gli interventi previsti per le cinque aree di perequazione cedute da lottizzanti privati ed eventuali ulteriori opportunità previste da programmi regionali; a introdurre elementi di calmierazione del mercato degli affitti attraverso la collaborazione con il privato; a provvedere ad uno studio finalizzato alla determinazione del fabbisogno abitativio per i prossimi anni, tenendo conto dell’impatto dell’evoluzione demografica sulla domanda degli alloggi; a definire una programmazione che tenga il più possibile insieme politiche per la residenza, sviluppo del territorio e politiche di welfare finalizzate ad esprimere un vero e proprio piano sociale abitativo”.

Dopo l’illustrazione della mozione e dell’ordine del giorno, si è aperto il dibattito. Guido Borsella, UDC: nessuno parte da un’ideologia, ma da un’idealità, con la quale confrontarsi. La concretezza chiesta dalla maggioranza è presente anche nelle proposte contenute nella mozione del consigliere Malvezzi, in ogni caso entrambi i documenti sono apprezzabili. Maria Rosa Zanacchi, La Margherita: non c’era bisogno di esaurire le politiche familiari del Comune solo nella riduzione dell’ICI a favore delle famiglie numerose, è pertanto apprezzabile la sintesi raggiunta dopo l’accesa discussione avvenuta in Commissione. Cinzia Zampini, Rifondazione Comunista: mi è sembrato che nel testo di Malvezzi vi sia una vena di populismo, di demagogia, come se il Comune di Cremona non facesse nulla per le famiglie numerose, in realtà le cose stanno diversamente. Se ci soffermiamo solo alle agevolazioni in materia di ICI, che andrebbero a beneficio solo di un ristretto numero di nuclei familiari, senza peraltro incidere in maniera sostanziale, credo che il Comune farebbe un torto alle famiglie che si trovano a vivere in affitto, con mille difficoltà. Mi convince poco il testo di Malvezzi. Concluso il dibattito, ha preso la parola l’Assessore alle Politiche Sociali Maura Ruggeri: siamo una città che vede un invecchiamento della popolazione superiore alla media regionale e nazionale, ma dobbiamo comunque pensare ad un welfare anche per le nuove generazioni. Il sostegno alle responsabilità genitoriali, a prescindere dai modelli sociali, è un tema trasversale che caratterizza le scelte di questa Amministrazione e che contrasta il declino demografico. Vi è bisogno di sostegni a livello più generale, anche se quanto fatto a livello locale ha un suo valore. Una delle difficoltà è recuperare i vari interventi, per verificare quanto si fa e quali sono le prospettive. Accolgo l’invito a superare la frammentazione e ad attivare un confronto tra le proposte dell’Amministrazione e quelle dell’associazionismo familiare, tanto più che la costituzione di una consulta familiare è negli obiettivi del 2007. Il Centro per le Famiglie non ha mai avuto l’obiettivo di realizzare questo confronto, ma di offrire un luogo, non politico, dove sviluppare dei progetti. E’ intervenuta poi l’Assessore al Bilancio Celestina Villa: tutti abbiamo a cuore la famiglia e conosciamo cosa significa fare in modo di dare uguali possibilità di formazione e crescita ai propri figli. L’Amministrazione ha già in parte anticipato il protocollo ANCI in fatto di TARSU, ci muoveremo quindi sul fronte dell’I.C.I. E’ giusto pensare a calmierare gli affitti, ma potremmo suggerire alcuni provvedimenti incisivi al Governo a favore della famiglia, non in semplice forma assistenziale, da mettere in atto nella prossima Finanziaria. Apriamo dunque un tavolo di confronto di carattere sociale ed anche economico tale da permettere di formulare proposte concrete da sottoporre al Governo centrale.

E’ stata quindi posta in votazione innanzitutto la mozione presentata dal consigliere Carlo Salvatore Malvezzi, che è stata approvata a larga maggioranza (su 37 consiglieri presenti in aula, 31 hanno votato a favore, 4 hanno votato contro e due si sono astenuti: hanno votato contro i consiglieri Bergonzi, Rossetti, Trombini e Zampini, si sono astenuti i consiglieri Balsamo e Lodi). Approvato anche l’ordine del giorno della maggioranza (su 37 consiglieri presenti, 31 si sono espressi a favore, 6 si sono astenuti, in particolare si sono astenuti i consiglieri di AN e Lega Nord presenti in aula).

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Mozione in data 1° febbraio 2007 presentata dal capogruppo del Gruppo Consiliare Verdi per la pace Matteo Lodi per la realizzazione a Vicenza di un parco internazionale “Foresta di pace” in alternativa all’ampliamento dell’attuale base militare Usa
(Testo della mozione: Vicenza, città italiana di grandi tradizioni civili, di arte, di storia e di ambiente merita di essere valorizzata a livello internazionale proprio in un momento storico come questo che la vede, suo malgrado, coinvolta in un progetto di mastodontica cementificazione con l’obiettivo di sottrarre al suo territorio aree per 450.000 metri quadrati di superficie per far posto all’allargamento dell’attuale base militare USA. La natura di questa grande base militare è evidentemente offensiva e Vicenza dovrebbe diventare una base d’attacco per operazioni distruttive su scenari internazionali. Non crediamo che la bella città del Palladio meriti un così catastrofico destino diventando, inevitabilmente, bersaglio militare di una qualsiasi controffensiva aerea. Come ci ricorda Gregory Bateson in “Verso un’ecologia della mente”, la prima pulizia che si deve mettere in atto è quella di disinquinare la nostra mente dalle menzogne e dal ribaltamento della realtà che le strutture di potere, specie economico, diffondono e che vengono fatte poi passare come verità indiscutibili. Ed il primo ribaltamento della realtà è stato quello di aver fatto credere al mondo che la guerra avviata in Iraq da Stati Uniti e Gran Bretagna rappresentasse una inevitabile tappa per battere il terrorismo internazionale mentre invece, demistificata questa propaganda, orami tutti sanno che si è trattato di una guerra criminale per il controllo strategico delle fonti di energia - petrolio innanzitutto - e che ha causato una imponente e tragica distruzione di risorse soprattutto in termini di vite umane. Non manifestiamo sentimenti anti-americani, anzi il popolo americano come tutti i popoli è nostro amico e lo stesso senatore John Kerry già candidato democratico nella corsa presidenziale per la Casa Bianca ha affermato di recente che senza il consenso dei cittadini del posto le basi militari USA all’estero non debbono essere realizzate. La maggioranza dell’opinione pubblica degli Stati Uniti, inoltre, ritiene che la guerra in Iraq sia stato un grave errore del Presidente George Bush fondata sulla certezza “fasulla” della presenza su suolo iracheno di armi di distruzioni di massa. Tutto ciò premesso e considerato che, tra i compiti istituzionali del Comune c’è anche quello di promuovere la pace. considerato che la guerra in Iraq decisa unilateralmente dal Presidente Usa George Bush è stata una decisione criminale di rilevante gravita dal momento che ha provocato la morte di 654.964 civili a cui vanno aggiunti alcune altre migliaia fino alla data odierna; considerato che si rende necessaria almeno una simbolica riparazione di un tale barbarico intervento militare; considerato che all’art. 11 della Costituzione italiana si dice che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; considerato che la città di Vicenza e l’Italia intera sono amici del popolo americano e vedono bene la presenza Usa a Vicenza se questa è finalizzata a “realizzazioni di pace”; il Consiglio Comunale di Cremona delibera di chiedere, tramite l’ambasciatore USA in Italia a Roma, al Presidente degli Stati Uniti d’America che il Governo americano realizzi nella città di Vicenza un Parco internazionale “Foresta di pace” con la piantumazione, nell’area dell’aeroporto Dal Molin, di centomila alberi destinando in tal modo le risorse economiche previste per l’ampliamento della base militare in opere per l’ambiente, la cultura, la pace e come campus internazionale di incontro per i giovani).

Dopo l’illustrazione della mozione da parte del consigliere Matteo Lodi, è intervenuto il consigliere Pierluigi Rotelli, Democratici di Sinistra, che, pur condividendone le premesse, ha invitato il collega a ritirare il proprio documento perché siano i cittadini di Vicenza, in piena libertà, a decidere quali azioni sia meglio intraprendere. Invito che il consigliere Matteo Lodi ha accolto ritirando la mozione presentata.

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Mozione presentata dal consigliere comunale del Gruppo Consiliare Comunisti Italiani Piergiorgio Bergonzi con cui chiede un immediato incontro con il Presidente della Regione Lombardia e con l’Assessore alla Sanità per manifestare la più viva preoccupazione per le difficoltà dei cittadini cremonesi e per conoscere il reale stato della sanità lombarda
(Testo della mozione: Premesso che il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente garantito ed il suo esercizio deve essere alla portata di tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali, tale diritto è esplicitato attraverso i livelli essenziali di assistenza definiti dal Sistema Sanitario Nazionale che devono essere recepiti e garantiti a tutte le Regioni; premesso che la legge finanziaria ha aumentato di 6 miliardi di euro le risorse per il Servizio Sanitario Nazionale, portando a 97 miliardi di euro il fondo sanitario per le Regioni, con il consenso della Conferenza Stato Regioni; premesso che in tutte le Regioni è già prevista la compartecipazione alla spesa, esclusi gli esenti, con un tetto di 36,15 euro, per un massimo di 8 prestazioni, mentre la Finanziaria introduce una quota fissa su ricetta di euro 10, rimanendo inalterato il tetto di 36.15 euro; considerato che la Regione Lombardia è la regione con più alta densità di popolazione, il PIL più elevato del paese ed il maggior gettito fiscale; considerato che il governo regionale ha sostenuto e sostiene che non esistono buchi di bilancio nella sanità lombarda, nonostante la politica di enorme ampliamento di soggetti privati accreditati che ha grandemente aumentato l’offerta e conseguentemente la domanda di prestazioni; considerato che nonostante queste ideali condizioni i cittadini lombardi stanno pagando i ticket più oneroso d’Italia, con gravi ripercussioni sulle fasce sociali più deboli; Alcuni esempi: la RL aveva già il ticket più elevato del Paese su visite ed esami: 46 euro, a cui sono stati aggiunti i 10 euro della Finanziaria, che molte altre Regioni hanno inglobato nella quota preesistente: Il ticket sul codice bianco di pronto soccorso in Italia è di 25 euro, esenti i bambini fino a 14 anni e gli anziani, in Lombardia è di 35 euro, con minori esenzioni. Prima della Finanziaria solo in Lombardia era stato introdotto un ticket di 7 euro sulle ricette. In questi giorni si è aggiunta la gravissima decisione di trasformare da gratuite a pagamento alcune prestazioni essenziali: operazione di cataratta 56 euro, tunnel carpale 56 euro, biopsia mammaria 56 euro + 43 per visita senologica + 35 per esame istologico, eliminazione dei day ospital diagnostici e ticket sui singoli esami, tutta a pagamento la riabilitazione fisioterapica e alcune cure odontoiatriche di base; rimarcato che tali scelte inficiano grandemente la possibilità per una larga parte della popolazione di accedere a prestazioni sanitarie indispensabili; rimarcato che sono a rischio soprattutto alcune attività di prevenzione riguardanti in particolare patologie femminili; rimarcato inoltre che è altrettanto a rischio l’accesso per alcune fasce deboli economicamente ma non esenti a visite specialistiche di controllo e ad esami diagnostici necessari; rimarcato che si sta verificando il fenomeno che, essendo più conveniente in alcuni casi pagare l’intero costo della prestazione piuttosto del ticket, si richiedono esami “fai da te” fuori dalle linee guida diagnostico; sottolineato che i cittadini cremonesi sono direttamente coinvolti nella situazione sopra descritta; considerato che il Sindaco di Cremona, nella sua qualità di Presidente della Conferenza delle Autonomie Locali della Lombardia, ha titolo e ruolo per coinvolgere i Comuni lombardi in una comune tutela del diritto alla salute dei cittadini lombardi; il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta a chiedere un immediato incontro al Presidente della Regione ed all’Assessore alla Sanità per manifestare la più viva preoccupazione per le difficoltà dei cittadini cremonesi e per conoscere il reale stato della sanità lombarda; ad attivarsi attraverso la Conferenza delle Autonomie Locali e l’ANCI regionale affinché da tutti i comuni venga la richiesta alla Regione di revoca dei provvedimenti più penalizzanti la popolazione).

Dopo la presentazione della mozione presentata dal consigliere Piergiorgio Bergonzi, è intervenuta Ilaria Giordano, Forza Italia, che ha tracciato un’analisi della politica sanitaria della Lombardia confrontata con quella di altre Regioni, contestando l’impostazione data dal collega dei Comunisti Italiani; è intervenuta poi Cinzia Zampini, Rifondazione Comunista, contraria per principio ad ogni ticket in campo sanitario, e d’accordo con le posizioni espresse dal consigliere Bergonzi. E’ seguito l’intervento del consigliere Alberto Cappellini, Democratici di Sinistra. Ha poi preso la parola di nuovo il consigliere Piergiorgio Bergonzi che ha sottolineato come i ticket non risolvano i problemi della sanità, mentre la spesa sanitaria è destinata per la maggior parte a “fare affari” e non per salvaguardare il diritto alla salute. Concluso il dibattito, la mozione è stata messa ai voti ed approvata (hanno espresso voto contrario tutti gli esponenti della minoranza presenti in aula). Dal canto suo il Sindaco, quale garante delle azioni di prevenzione e di promozione della salute dei cittadini in ambito locale, ha preso atto della costante crescita dei costi che riguardano le cure e la sanità in Regione Lombardia e che penalizzano la fasce più deboli della popolazione. A seguito dell’approvazione della mozione presentata dal consigliere Piergiorgio Bergonzi, che chiede la revoca dei recenti provvedimenti in materia di ticket assunti a livello regionale, il Sindaco Gian Carlo Corada si è impegnato a rappresentare la preoccupazione per le difficoltà dei cittadini cremonesi chiedendo l’attivazione, nel merito, degli organismi preposti, quali l’ANCI regionale e la Conferenza delle Autonomie Locali.

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Mozione in data 31 gennaio 2007 presentata da consiglieri diversi - primo firmatario Salvatore Carlo Malvezzi - riguardante la riduzione delle imposte comunali per i commercianti ed artigiani con attività in corso Garibaldi e piazza Marconi per il biennio 2007/2008 e nel Quartiere di Borgo Loreto, rinviata a seguito di discussione avvenuta nella seduta di Consiglio Comunale del 26 marzo 2007.

Prima di iniziare la trattazione di questa mozione, il consigliere Carlo Salvatore Malvezzi, alla luce della discussione svoltasi nel Consiglio Comunale del 26 marzo scorso e delle decisioni assunte nel frattempo dalla Giunta Comunale, ha reso noto che è stato formulato il seguente ordine del giorno, largamente condiviso, che annulla la mozione a suo tempo da lui stesso presentata: “Con riferimento alle deliberazioni assunte dalla Giunta Comunale in merito all’applicazione di sgrevi fiscali per gli operatori economici di corso Garibaldi e a seguito della discussione avvenuta nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale a partire dalla mozione presentata dal consigliere Malvezzi il 31 gennaio 2007, il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad applicare i medesimi provvedimenti (esenzione/riduzione) in materia di tributi locali già oggetto di deliberazione per gli operatori economici di corso Garibaldi anche agli operatori economici di piazza Marconi in considerazione dei lavori relativi al parcheggio sotterraneo che avranno inizio il 2 maggio prossimo e dureranno, presumibilmente, 18 mesi; verificare se, anche per gli interventi in corso a Borgo Loreto sussistano le condizioni già verificate per corso Garibaldi e piazza Marconi”.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

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Mozione in data 29 marzo 2007 presentata da consiglieri vari - primo firmatario Irene Nicoletta De Bona - relativa ai danni economici causati agli esercizi commerciali dall’apertura di cantieri per la realizzazione di opere di pubblica utilità (Testo della mozione: Considerato che numerose opere di pubblica utilità sono già in fase di esecuzione o previste per il prossimo futuro e che, implicando la chiusura alla circolazione veicolare, causano ingenti danni ai commercianti i cui esercizi sono ubicati in tali aree; considerato che le pesanti conseguenze economiche che ne derivano restano attualmente a totale carico del titolare dell’esercizio commerciale, ma è evidente che, proprio per la pubblica utilità degli interventi da cui i disagi originano, sarebbe più equo venissero coperti con fondi pubblico, almeno parzialmente; considerati gli impegni che, correttamente, questa Amministrazione ha assunto nei confronti dei commercianti ubicati in corso Garibaldi ma che altri cantieri interessano altri esercizi commerciali in altre parti della città; considerato che nel Programma triennale della Regione Lombardia “Per lo sviluppo del settore commerciale 2006 – 2008” a pag. 76 comma 3.3.2 “Le priorità di utilizzo delle risorse finanziarie regionale”, all’ultimo capoverso sono previsti “interventi a favore delle piccole attività commerciali che hanno subito interruzioni o riduzioni temporanee dell’attività a causa di lavori di pubblica utilità”; considerato che un’iniziativa in questo senso è già stata presa dalla Regione Sicilia, la quale ha varato un decreto con il quale, agli imprenditori i cui esercizi sono ubicati nell’ambito dei centri urbani e la cui attività abbia subito un danno per effetto della chiusura prolungata al traffico per almeno un mese nei centri medesimi, viene concesso un contributo straordinario, a titolo di indennizzo parziale del danno effettivamente subito dall’impresa; il Consiglio Comunale invita tutte le parti politiche presenti in Consiglio Regionale ad attuare uno sforzo congiunto affinché l’enunciato contenuto nel Programma “Per lo sviluppo del settore commerciale 2006 – 2008” della Regione Lombardia trovi al più presto soluzioni concrete).

La mozione, posta in votazione, è stata approvata all’unanimità.

 


       



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