20 maggio, giornata conclusiva della seconda edizione del festival “Chiassoletteraria”,
dal titolo “Era destino”. Ospite sul palco del teatro di Chiasso la poetessa
svizzera (di origine rom / jenische) Mariella Mehr, accompagnata dalla
traduttrice italiana del suo romanzo “Labambina” e dei versi raccolti in
“Notizie dall’esilio” (Edizioni Effigie, 2006).
Mariella legge alcuni brani, commenta. «Nessun sogno cadde dal firmamento, /
solo pietra nera. / Urlai nel sonno / e raccolsi le pietre, / le gettai nel
paesaggio non nato / del mattino. // Un mendicante inciampò, le sollevò, / nelle
sue mani divennero oro.»
Parole dense su un destino individuale e collettivo, di Mariella Mehr e di
milioni di zingari torturati da una storia millenaria nell’indifferenza diffusa
della società e della cultura. Destino dei popoli – dei loro figli – senza una
elite culturale che li rappresentasse, ricorda Anna Ruchat.
Ma accadde che una di loro, Mariella Mehr, riuscisse a strapparsi da sotto la
pelle quelle parole che «divennero oro», nelle mani di qualche “mendicante”: la
sua traduttrice Anna Ruchat e - grazie a questa versione italiana delle poesie –
Fabio Turchetti, compositore di 10 brani di straordinaria forza evocativa. «Era
destino.» Sul palco del Teatro di Chiasso – trasmesso in diretta dalla Radio
svizzera (Rete 2 di RTSI) – Fabio Turchetti con un quartetto d’eccezione cantava
le poesie di Mariella Mehr. Cantava e incantava.
«Era destino» anche la formazione di questo quartetto. Turchetti aveva
conosciuto a Cremona Andrea Panitz che all’epoca faceva “solo” il liutaio. Ora
Panitz è musicista di successo con la sua band “Dschané”, e Turchetti non poteva
che pensare a lui per l’esecuzione di questi brani. Era destino, dicevamo,
perché Andrea Panitz e Mariella Mehr sono legati da antica amicizia, ma questo
Turchetti non lo poteva sapere, lo ha scoperto quando propose a Panitz la
partecipazione al progetto.
Alla chitarra “zingara” di Panitz si sono uniti il violino di uno strepitoso
Bernhard Suter e il contrabbasso di Enzo Frassi alla cui bravura siamo certo già
abituati ma ieri, a Chiasso, quel contrabbasso ha ritrovato una vibrazione tutto
speciale.
Dalla registrazione della Radio presto nascerà un disco, dall’incontro – che
è musicale ma non meno umano – forse nasceranno altri progetti.
Dall’incontro del compositore Turchetti con la poesia d’autore sta già
nascendo un fior di lavoro: «Poesie del Zach», un disco di poesie dialettali
“musicate”, registrato al Teatro Monteverdi il 25 aprile, che sarà presentato il
27 maggio al Cambonino alla prima edizione – “edizione di prova” – di una
minirassegna di musica (di matrice) tradizionale ideata da Turchetti e
dall’Associazione Musicale Porta Marzia. “La Svizzera” è interessata al
progetto. Lo sarà anche Cremona?
T.M.
«Mariella Mehr è nata Zurigo da una famiglia zingara di ceppo Jenische. Vittima
dell’opera Kinder der Landstrasse (Bambini di strada) la Mehr – come molti altri
figli del “popolo errante” – è stata tolta alla madre nella primissima infanzia,
lasciata in custodia a famiglie affidatarie, orfanotrofi, istituti psichiatrici,
ha subito violenze, elettroshock, e a 18 anni, come era accaduto a sua madre, le
hanno tolto il figlio. La Mehr, che dal 1996 vive in Toscana, ha fatto della
denuncia della persecuzione del suo popolo in Svizzera (un fenomeno di cui si
sapeva pochissimo fino alla fine degli anni Ottanta) il centro della propria
scrittura. Nella raccolta Notizie dall’esilio (qui pubblicata in versione
trilingue: tedesco, italiano e rom) uscita in tedesco nel 1998 risuona un
visionario, a volte allucinato grido di dolore sul confine della follia. Un
appello all’ascolto che non cerca consolazione nel linguaggio, ma usa la lama
del paradosso per far emergere nei paesaggi, nei corpi, nel firmamento, i
bagliori di un senso perduto, aprendo uno spiraglio sulla spietata ipoteca del
quotidiano.»
Fonte: http://www.effigiedizioni.it