15 Settembre, 2002
Nuova criminalità e maggiore impunità. E' questo che vogliamo?
di Antonio Di Pietro Presidente Italia dei Valori
NUOVA CRIMINALITA' E MAGGIORE IMPUNITA'. E' QUESTO CHE VOGLIAMO? br>
di Antonio Di Pietro Presidente Italia dei Valori
La proposta odierna di congelare i processi ai parlamentari fino a quando restano tali, formulata tra gli altri purtroppo anche da quelli della Margherita, desta sconcerto.
Diciamo subito che - se venisse approvata - una legge del genere sarebbe a dir poco "criminogena", vale a dire in grado di produrre - di per se' - nuova criminalita' e maggiore impunita'. Andrebbe cioe' ben oltre l'impunità dei singoli imputati che oggi si trovano in Parlamento .
Riflettiamo.
Se si dovesse accettare l'idea dell'impossibilita' di poter svolgere le indagini su qualcuno solo perche' e' un parlamentare, allora tutti coloro che "hanno interesse" a che non si svolgano indagini nei loro confronti non hanno di meglio da fare che farsi eleggere al Parlamento italiano.
Di piu'. L'attuale legge elettorale prevede l'elezione dei parlamentari con il sistema maggioritario per collegi elettorali.
In pratica viene eletto colui che riesce a prendere piu' voti degli altri concorrenti in un determinato e circoscritto territorio (ad esempio la zona agrigentina dove non molto tempo addietro sono stati arrestati una decina di mafiosi in compagnia di un consigliere comunale nel mentre stavano eleggendo il loro boss locale).
Finora questo "aspirante boss" sapeva che in qualsiasi momento qualcuno poteva indagare su di lui e metterlo sotto processo.
Insomma doveva "limitarsi", essere "guardingo", non esagerare. In caso di necessita' non poteva fare altro che darsi alla "macchia".
Ora non e' piu' necessario.
Basta che si candidi al Parlamento.
Egli, rispetto agli altri concorrenti, certamente e' piu' "avvantaggiato". Ha dalla sua la forza criminale per "controllare il voto" nel territorio, addirittura per "imporlo". Ha la persuasione di chi puo' fare promesse e "scambi di favore".
Ha mezzi economici a iosa grazie alle sue attivita' criminali per attivare una serrata e capillare campagna elettorale. E cosi' via. Insomma e' piu' "facile" per lui che per altri essere eletto. Ed una volta arrivato in Parlamento puo' metterci "radici". Egli infatti sa che, da quel momento in poi, nei suoi confronti "tutte le indagini e i processi" non si potranno piu' fare.
Quindi non solo non dovra' rispondere per i crimini che ha gia' commesso ma potra' commetterne tanti altri ancora, tanto e' parlamentare e quindi e' divenuto "intoccabile". Quindi e' diventato ancora piu' potente e potra' essere eletto in modo ancora piu' facile.
Ne' si dica che poi, alla fine del mandato, potrebbe essere comunque processato perche' i termini di prescrizione sarebbero stati sospesi.
Che gliene frega al nostro "boss di collegio elettorale" di questa remora? Egli avra' tutto l'interesse - ed i mezzi, come abbiamo visto - per rimanere "parlamentare a vita". Dopo, scatta un'altra causa di estinzione (quella per morte del reo) ma intanto - in vita - ha fatto i comodi suoi del tutto impunemente.
Quanti "aspiranti boss" allora potrebbero arrivare in Parlamento? Tanti, se si considera che, con il boom del libero mercato e della globalizzazione, possono considerarsi "boss del XXI secolo" non solo coloro che si occupano di criminalita' spicciola, ma anche i cosiddetti "colletti bianchi": quelli dal guadagno facile, quelli che evadono le tasse, che falsificano i bilanci, corrompono per fare affari, operano in conflitto di interessi, abusano dei mercati finanziari, e cosi' via. La prospettiva e' sconfortante.
Il Parlamento sara' "occupato" da una masnada di avventurieri che scelgono di fare politica non per l'interesse del paese ma per fare con piu' profitto i propri affari e per conseguirne meglio l'impunita'.
E' questo che vogliamo?
ANTONIO DI PIETRO
(Presidente Italia dei Valori)
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Welfare Cremona News ringrazia Antonio Di Pietro per l'editoriale che ci ha inviato. 
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