15 Settembre, 2002
Settembre: Moratoria universale sulle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale dell'Onu.
Una riflessione sul tema tenuta in Comune a Cremona, con Sergio D'Elia, Nessuno Tocchi Caino; Sergio ravelli, Radicali Italiani e Gigi Baldani, Vice Sindaco
Cremona partecipa in maniera convinta all'iniziativa internazionale lanciata dall'Italia per la moratoria universale sulle esecuzioni capitali da portare al voto dell'Assemblea generale dell'Onu di settembre.
Allo scopo di ribadire questi temi importanti e di riflettere su rischi e prospettive all'orizzonte si é tenuta una conferenza stampa nella Sala della Consulta di palazzo Comunale.
Il primo intervento é stato svolto da Sergio Ravelli, Vice Presidente del Comitato nazionale di "Radicali Italiani", che ha introdotto l'incontro, ricordando come il Comune di Cremona sia da sempre vicino a questi temi. "L'anno scorso abbiamo presentato qui il rapporto 2006 sulle esecuzioni capitali del mondo e oggi rilanciamo questo impegno in un momento cruciale - ha detto "E proprio alla vigilia dell'assemblea generale dell'Onu, a Roma, il presidente del consiglio, Romano Prodi consegnerà al Presidente del Ruanda il premio abolizionista dell'anno istituito da 4 anni da 'Nessuno Tocchi Caino'".
Lo ha annunciato Sergio D'Elia, segretario nazionale di "Nessuno Tocchi Caino" e deputato della Rosa nel Pugno. "La scelta del Ruanda ha un valore altissimo perché il Ruanda ha deciso di abolire la pena di morte per tutti i crimini, compreso quello di genocidio". "Sono inoltre rinviati ad un tribunale internazionale - ha aggiunto - tutti i 170 mila imputati di genocidio che ha causato in Ruanda e Burundi migliaia e migliaia di morti nel 1994, senza ricorrere alla pena capitale".
La nuova legge, entrata in vigore a fine luglio, prevede infatti che tutti i condannati a morte attualmente in prigione debbano vedere la loro pena commutata in ergastolo. "L'Italia interviene con le più alte cariche a testimonianza del suo ruolo attivo" ha sottolineato D'Elia, "facendo da traino ad altre realtà. Finché esiste infatti anche un solo paese che vive al suo interno questo abominio, la nostra coscienza non è a posto".
D'Elia ha ricordato quindi i dati 2006 del Rapporto di Nessuno Tocchi Caino: "se da un lato diminuiscono gli Stati 'Caino', dall'altra purtroppo aumentano le esecuzioni". Capeggia questa macabra classifica la Cina, nella quale si registrano dalle 5 alle 10 mila esecuzioni capitali all'anno. "La vaghezza indica l'assenza di trasparenza: non abbiamo né dati né statistiche, ma ogni giorno si registrano esecuzioni capitali, solo nei primi mesi nel 2007 sono già stati raggiunti i dati del 2006. Quindi, la preoccupante situazione in Iran con 215 esecuzioni, in Pakistan 82, in Iraq 65, in Sudan 65 e negli Stati Uniti 53. Questi dati, nei primi 5 paesi, confermano che la battaglia da combattere è anzitutto per la libertà, i diritti umani, la democrazia. La relazione tra esecuzioni e sistema politico rivela che il primo passo da compiere è verso la promozione dei valori fondamentali dello Stato di diritto".
"La moratoria serve in questa logica a dare voce a coloro che non hanno nome e che l'Associazione non può aiutare". Basti pensare che: "Nessuno tocchi Caino esiste dal 1993, allora c'erano 97 paesi che praticavano la pena di morte, oggi sono 49: sono ancora troppi". Certo, siamo ancora insoddisfatti, anche se esiste una prospettiva positiva: "la moratoria in 4 o 5 anni porterebbe ad una riforma della giustizia internazionale che ponga fine allo Stato di Caino, come è accaduto nella ex URSS, in alcuni Stati americani e anche in Sud Africa". I rischi all'orizzonte? "La forzatura fondamentalista dei paesi del nord allineati sull'obiettivo dell'abolizione: se all'assemblea dell'Onu si porta al voto l'abolizione c'è il rischio di fare marcia indietro (contro almeno 61 paesi e astenuti non meno di 16), la moratoria vedrebbe senz'altro favorevoli 106/108 paesi sui 192 che siedono all'Onu".
Secondo D'Elia infine è importante andare all'Onu con un documento "internazionale": "lo devono presentare insieme una larga rappresentanza di Paesi, inclusi i Paesi che hanno fatto l'esperienza di attuazione della moratoria delle esecuzioni capitali, come il Sud Africa. Un eventuale ostracismo verso queste realtà, per una presunta predominanza di altre realtà occidentali sarebbe vissuta come un atto eurocentrico, se non colonialista".
La strada verso la risoluzione complessiva della questione non é facile, ma va compiuta fino in fondo. Lo ha dichiarato anche il Vice Sindaco Gigi Baldani, che ha concluso la Conferenza Stampa facendo appello alla consapevolezza delle difficoltà ma anche alla speranza che deve sempre animare queste iniziative: "Sono felice che si discuta qui di questi temi, con l'orgoglio di essere cremonese e italiano, visto l'impegno unico che l'Italia sta esprimendo" ha detto il Vice Sindaco "Confermo sin da ora che il Comune di Cremona sarà ancora al fianco di questa battaglia, che forse non si risolverà in settembre, ci sarà bisogno di altri passaggi, ma alla fine sono certo avrà una soluzione".
 
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