15 Settembre, 2002
De Castro parla del Partito Democratico
La vera sfida: una forza riformatrice e coraggiosa - “La lista di Letta, più di altre, guarda ai giovani e al futuro”
“Il Partito Democratico è un partito di massa e popolare, aperto alla società, alle donne e ai giovani”. Non vuole, Paolo de Castro, una operazione di facciata.
“Per questo – spiega – i candidati delle liste che sostengono la mia candidatura e quella di Enrico Letta, hanno un’età media di trentacinque anni. Per questo possiamo dire di porto il rinnovamento nel Pd! Ma se non ci fossimo noi le liste l'età si innalzerebbe non poco”.
La vera sfida, per De Castro, non è il 14 ottobre, ma il “costruire, dal giorno successivo, un partito, una forza straordinaria di rinnovamento”. Così si sconfigge l’antipolitica. Sui “grillini” il Ministro è scettico perchè “non è facile governare il Paese e risolvere i problemi con dei vaffa day”.
Auspica, poi, che il percorso intrapreso di semplificazione, di unione che ha ispirato il PD non si limiti alla sfera politica, ma coinvolga l’intera società. Snocciola qualche numero per argomentare la sua posizione. “In Parlamento – dice - ci sono ventidue simboli: sicuramente troppi. Ma forse sono eccessive oltre trenta sigle delle organizzazioni sindacali, cinque del commercio, ben diciassette dei consumatori. E lo stesso vale per industria, artigianato e agricoltura”.
A Veltroni e alla Bindi assicura la massima collaborazione, perchè solo unendo le forze di tutti si può dar vita a una “grande stagione riformatrice e coraggiosa, di cui il Pd deve farsi portatore e interprete".
Cremona, 8 ottobre ‘07
 
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