15 Settembre, 2002 L’energia del Partito Democratico Paolo Segalla, responsabileper la qualità della vita del PD Casalmaggiore, ci dice la sua sulla centrale di Martignana Po
Finalmente è apparso in scena un vero uomo di Stato. Ha una visione alta del Paese, parla di problemi veri, propone soluzioni adeguate, e coagula attorno al suo progetto un gruppo dirigente di grande levatura. Ovviamente, sto parlando di Veltroni. Ma devo anche riconoscere, purtroppo, che nel programma del PD viene trascurata la valenza ambientale. E’ una lacuna importante. Volendo dare all’azione politica un respiro di lungo termine, dobbiamo sforzarci di ricordare che noi viviamo in una pianura sovrappopolata, con livelli di produzione e di consumo insostenibili. Dal dibattito politico non possiamo omettere che, mentre i ghiacciai alpini si stanno sciogliendo, da noi le acque superficiali sono a divieto di balneazione, quelle profonde sono spesso imbevibili, la terra si sta inaridendo, l’aria è molto inquinata, il traffico è fuori controllo, e le attività produttive non sono sufficientemente responsabilizzate. E’ necessario porsi con urgenza anche questi problemi, e dare risposte adeguate. Ma la politica sembra reagire solo al sentire comune e, salvo alcune nobili eccezioni, dobbiamo ammettere che dal punto di vista ambientale questo sentire è piuttosto irresponsabile.
D’altra parte, benché le elezioni governative per loro natura spostino l’attenzione al centro, i processi decisionali all’interno del PD nazionale lasciano intravedere un modello di società finalizzato a prendere in seria considerazione le istanze delle popolazioni e dei territori, per uno sviluppo che valorizzi le peculiarità locali e, su una scala più grande, quelle nazionali. Ma mentre la retorica del nuovo propone questo modello, noi dobbiamo dolorosamente constatare che, qui in Provincia di Cremona, in alcuni casi il centrosinistra sembra rivestire ambigui ruoli corporativi.
La Centrale di Martignana Po è un caso paradigmatico di entrambi questi fenomeni: vi si ritrovano la scarsa attenzione all’ambiente e ad un modello di sviluppo che valorizzi le peculiarità locali, unite al disinteresse verso le istanze di chi abita il territorio. Riassumiamo brevemente: da alcuni mesi è in costruzione a Martignana Po una centrale per produrre venti megawatt all’anno di agroenergia, impiegando olio di palma. Progetto che presenta un bilancio energetico negativo, un impatto ambientale (locale e globale) devastante, che non è previsto dai piani energetici provinciali, che porta benefici economici enormi, ma solamente ad un pugno di investitori, ad eccezione di un piccolo obolo al Comune. A fronte delle proteste anche scritte della maggioranza della popolazione di Martignana Po, e di alcuni importanti Comuni limitrofi come Casalmaggiore, cosa sta succedendo? Non si sa bene, quantomeno direi che i processi decisionali non sono trasparenti. Ma sembra che oggi sul tavolo ci sia addirittura una ipotesi di raddoppio a quaranta mega o giù di lì, con l’aggravante della conversione a combustibili fossili, in caso il commercio dell’olio di palma non fosse abbastanza fruttuoso.
I Casalaschi sono seriamente preoccupati. E’ di metà marzo 2008 l’ultima proposta del Comitato Contro la Centrale, istituzione spontanea e apolitica che sta facendo una importante battaglia civile: spostare il costruendo impianto verso una zona ad alta densità produttiva, in modo da allontanarlo dalle abitazioni e, allo stesso tempo, valorizzare per usi industriali il calore prodotto. Mi sembra una proposta piena di buon senso, che nelle sue premesse si giustifica con due argomenti:
1.L’energia termica potrà sostituire un’altra fonte di energia già in uso presso una data attività produttiva, e quindi potrà diminuire l’impatto ambientale di detta attività;
2.Tutto il potenziale energetico del nuovo impianto sarà utilizzato, nelle sue due componenti elettrica e termica, e quindi la redditività dell’impianto stesso sarà massimizzata.
Questa proposta è così sensata che gli stessi investitori, per ragioni comprensibili fino ad oggi ostili al Comitato, si dicono disposti a prenderla in seria considerazione. Non si riesce invece a capire la posizione della Provincia, che sembra in preda ad una vera crisi di rappresentatività. Ad oggi raccogliamo le parole dell’Assessore all’ambiente Biondi, che diceva di dover discutere la cosa in Giunta o in Consiglio, ma questo non è ancora avvenuto, né si sa quando avverrà.
Dal canto mio, alla luce dei nuovi orientamenti della politica energetica nazionale e della disponibilità di nuove tecnologie, suggerisco modestamente che il progetto potrebbe essere non solo spostato, ma anche e soprattutto riorientato verso un impianto fotovoltaico. Forse la sua redditività a breve non sarà così elevata, ma una valutazione complessiva del progetto che tenesse conto anche del suo impatto ambientale sarebbe certamente positiva. Per questa tecnologia sarebbe da attendersi un diffuso consenso popolare, sarebbe da immaginare una sana collaborazione tra il pubblico e il privato, forse anche una eventuale compartecipazione. Se questo mio suggerimento può sembrare ingenuo o poco competente, non dobbiamo dimenticare che proprio a Casalmaggiore sono oggi in esecuzione altri importanti progetti di applicazione di fotovoltaico su larga scala, i quali sono unanimemente considerati fattibili, redditizi, rispettosi dell’ambiente.
D’altra parte, ci avviciniamo all’Expo 2015 di Milano, e dobbiamo decidere che cosa ne faremo. Sarà un’altra mostra di beni di lusso per i privilegiati del pianeta, o sarà un’occasione di studio e valutazione di tecnologie ecologicamente compatibili, le sole in grado di dare un futuro a questa umanità e, prima ancora, a questa pianura? Non è vero che è troppo tardi, tutto è ancora possibile. Il progettato impianto che brucerebbe olio alimentare a Martignana Po si può convertire in un impianto fotovoltaico pilota, da mostrare con orgoglio all’Expo tra pochi anni. Ma al di là degli aspetti tecnici, la questione diventa politica.
Il PD nazionale rivendica un’alta visione dell’Italia, che include istanze di trasparenza e responsabilità da parte della classe dirigente. Ritengo che i dirigenti del PD cremonese, e tra essi in particolare il Presidente della Provincia Torchio, dovrebbero dare prova di coerenza verso questa prospettiva, prendendo decisioni rapide e chiare nell’interesse della popolazione locale. Per questo li abbiamo eletti e questo ci aspettiamo, affinché il nuovo non sia solamente una parola vuota: che il modo di essere dirigenti e di fare politica inaugurati dal PD nazionale si traducano qui da noi in comportamenti coraggiosi ed atti concreti. E’ oggi più che mai necessario che il Casalasco ritrovi fiducia nella sua capacità di azione politica.
Casalmaggiore, 4 aprile 2008
Paolo Segalla
(Resp. qualità della vita, PD Casalmaggiore)
Nel video: una manifestazione di cittadini contro la discarica