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						 15 Settembre, 2002  
						Ecco come ci è riuscito (con due discariche varate da Prodi) -  di Paolo Rodari  
						Successi. berlusconi santo («ma non subito»). Il ruolo vincente del perdente Bassolino  - Ed un video rivelatore da youtube
  
                      Oplà. Dopo 58 giorni dalla prima calata a Napoli di Silvio Berlusconi 
(«Santo sì - ha detto ieri alla fine del Cdm partenopeo - ma non sono 
d'accordo sul subito») che sancì il varo del decreto rifiuti, la 
città è fuori dall'emergenza: «È tornata una città pulita, una città 
occidentale», ha detto ancora il premier. O quasi. Nel senso che è 
vero che nella maggior parte delle strade i cassonetti sono vuoti e 
il puzzo della monnezza con c'è più, ma è anche vero che la 
situazione è al limite: ogni giorno basta una macchina parcheggiata 
in doppia fila, un incidente in uno svincolo cruciale, che i camion 
dell'Asia si fermano, ritardano, e dietro di loro la spazzatura torna 
ad accumularsi inesorabilmente.
  
La svolta, comunque, c'è stata. E quel che conta è che dovrebbe 
divenire definitiva (strutturale, dunque, e non provvisoria come è 
ora) dal prossimo gennaio quando, a detta del premier, sarà pronto il 
termovalorizzatore di Acerra. Poi, sempre nei prossimi mesi, altre 
azioni importanti. Tra queste, oltre all'accertamento delle 
responsabilità passate, c'è il programma strategico firmato da 
governo e regione per la realizzazione di interventi di compensazione 
ambientale e bonifica nei 37 comuni interessati dalle discariche, con 
uno stanziamento complessivo di 526 milioni di euro (60 milioni 
verranno invece dalla Ue). Lo scopo è quello che l'Italia, partendo 
da Napoli, diventi come il Giappone, dove, «in due giorni, al G8 di 
Tokyo - ha detto Berlusconi - non ho visto per strade un mozzicone, 
né una carta di caramella».
  
Saranno questi interventi, nel tempo, a far dormire sonni tranquilli 
al presidente del consiglio, agli amministratori locali e ai 
cittadini.
  
Già, i cittadini. Alcuni di questi ancora ieri, all'arrivo di 
Berlusconi a Napoli erano in piazza per protestare. Ma i motivi della 
protesta non erano riferibili soltanto alle discariche indesiderate 
in via di apertura o ai rifiuti che ancora in alcuni capoluoghi fanno 
bella mostra di sé per le strade. Fedele a un il leitmotiv di questi 
mesi, la protesta era per tutte le emergenze campane: disoccupazione 
e caro vita su tutto.
  
Il merito di Prodi. 
  
Oplà, dunque. La monnezza (almeno parte di essa) 
non c'è più. Merito di Berlusconi? Mica tanto. O, comunque, non solo. 
  
Certo, il premier ha avuto l'acutezza di puntare molti dei suoi 
riflettori su Napoli, costringendo amministratori locali, dipendenti 
dell'Asia e pure i cittadini a non scherzare più. E di questo occorre 
riconoscergli il merito. «Il premier - dice al Riformista Claudio 
Velardi - ha sfruttato lo sprint che, con l'inizio di una nuova 
legislatura, è gioco forza avere, quello sprint che l'inevitabile 
avvitamento su se stessa di una legislatura giunta alla sua fase 
conclusiva, quella del governo precedente, non poteva avere».
  
Eppure, il motivo principale dell'attuale miglioramento 
dell'emergenza è da ascrivere anche a un'altra persona: Romano Prodi. 
  
Lo dice un dato. Se il governo Prodi, infatti, non avesse varato il 5 
luglio 2007 la legge n. 87 che prevedeva l'apertura di due 
discariche, quella di Difesa Grande ad Ariano Irpino e quella di 
Sant'Arcangelo a Trimonte, e soprattutto se non avesse varato due 
ordinanze che, di fatto, hanno permesso l'applicazione della legge e 
la successiva apertura di entrambi i siti avvenuta più o meno un mese 
fa, oggi Berlusconi non sarebbe il Re del capoluogo campano e Napoli 
sarebbe ancora quella che era fino a poche settimane fa. Difesa 
Grande e Sant'Arcangelo, dunque. Due discariche che possono arrivare 
a mangiare circa 700 mila tonnellate di monnezza a testa. Mica 
briciole, insomma.
  
La furbizia di Berlusconi. 
  
Torniamo, comunque, a Berlusconi. A lui, 
oltre al fatto di aver ostinatamente voluto puntare i riflettori su 
Napoli, va riconosciuto un secondo merito. Una furbizia la chiamano 
alcuni. Quella di aver sfruttato a dovere la vittoria delle elezioni 
che ha provocato l'indebolimento del cosiddetto partito del "no". 
  
Lo 
ha ricordato anche il governatore della Campania Antonio Bassolino 
sul Corriere del Mezzogiorno due giorni fa quando ha detto che «oggi 
ci ritroviamo con diversi capipopolo di destra e di sinistra che 
sono: o meno occupati di prima, in quanto fuori dal parlamento; 
oppure molto più occupati a sostenere il governo amico; o, ancora, 
impegnati in altri ruoli». 
  
E ancora: «Ricordo che Alemanno 
partecipava ai cortei contro il termovalorizzatore di Acerra, mentre 
ora è giustamente preso dal suo ruolo di sindaco di Roma».
Berlusconi ha preso il vento in poppa di questa nuova congiuntura 
politica e, meritoriamente secondo alcuni, è riuscito anche varare 
una sola procura e la figura di gip collegiale. Cosa, quest'ultima, 
che ha spezzato le gambe a una certa invadenza del potere 
giudiziario. Un modello, quello dell'organizzazione della giustizia 
napoletana, che potrebbe essere riproposta anche in altre regioni.
  
La debolezza di Bassolino. Bassolino, dunque, trova nel nuovo clima 
politico una chiave per leggere il successo napoletano di Berlusconi. 
Ma qualche parola la merita pure lo stesso governatore campano. In 
fondo, è stata anche la sua posizione di debolezza, motivata dal 
disastro in atto, che ha permesso a Berlusconi di non avere ostacoli. 
Insomma, l'apertura di Difesa Grande e di Sant'Arcangelo varata da 
Prodi ha permesso, nella pratica, l'attuale successo di Berlusconi. 
  
Ma è anche grazie alla nuova convergenza di vedute tra governo 
nazionale e locale motivata da una certa sudditanza di Bassolino nei 
confronti del premier, che ha permesso che meno intoppi si siano 
verificati in queste settimane rispetto al passato. Una sudditanza, 
quella di Bassolino, determinata dal precipitare degli eventi ma 
anche dalla convinzione del governatore campano che se le cose si 
sarebbero risolte in tempi brevi (cosa che sta avvenendo) un po' di 
gloria l'avrebbe avuta anche lui. In fondo, se dopo tanti anni tutto 
torna nella normalità, sul carro dei vincitori Berlusconi non sale da 
solo.
  
Fonte: Il Riformista
  
*** 
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