Home page  
Benvenuto nel circuito WELFARE NETWORK
www.welfareeuropa.it www.welfareitalia.it www.welfarelombardia.it www.welfarecremona.it

IL BLOG DI CINZIA FONTANA

Home page BLOG Profilo Cerca nel Blog Archivio Fotogallery Scrivimi

Cerca nel blog

SERVIREBBERO AFFIDABILITA' RESPONSABILITA`

Dopo due settimane caratterizzate da un vergognoso balletto di numeri e misure, giocati da Lega e PdL con colpevole sciatteria e grave irresponsabilità, la vera portata della manovra si presenta ora nella sua dimensione definitiva.

Tutti sapevamo che sarebbe stata una manovra pesante. L’obiettivo di azzerare il deficit entro il 2014 e di riportare sotto controllo la nostra finanza pubblica impone una manovra di circa 48 miliardi di euro nel prossimo triennio. Un obiettivo che non è solo quello di garantire il rispetto dei parametri europei, ma è soprattutto quello di uscire da una condizione di debito pubblico e di bassissima crescita economica che sta continuamente mangiando futuro al paese e in particolare ai nostri giovani. E’ infatti sui giovani, le vere vittime della crisi, su cui le politiche dovrebbero concentrarsi con maggiore attenzione e intelligenza.

Servirebbe perciò uno straordinario senso di responsabilità, servirebbero serietà, coesione, credibilità, scelte eque, per affrontare una manovra di dimensioni tali da cambiare il volto di un Paese. Servirebbe, insomma, una politica affidabile governata da persone affidabili.

Invece, abbiamo assistito in questi giorni allo scaricabarile più nauseante che si sia potuto immaginare: una “manina” anonima – si fa per dire – inserisce nel testo il lodo salva Mondadori, un’altra “manina” – questa sì ben conosciuta – inserisce il salva multe quote latte. Il senso dell’etica, dell’equità e della legalità alla base della manovra era già ben delineato in queste due misure volute da Lega e PdL e che solo grazie all’intervento del Presidente della Repubblica sono state cancellate.

Ma c’è un altro dato che, su tutti, rende evidente la totale mancanza di credibilità della politica di bilancio di questo Governo: un terzo del reperimento delle risorse è affidato ad una non meglio precisata “delega per la riforma fiscale e assistenziale”. Quindici miliardi di euro in un manifesto politico-ideologico che non contiene alcuna misura chiara ed effettiva e rimanda tutto agli anni futuri. In pratica, un rinvio (a una legge delega) nel rinvio (ai governi futuri).

La ridistribuzione del carico fiscale, l’innalzamento dell’imposta sulle rendite finanziarie, le misure sui costi della politica: tutto rinviato alla prossima legislatura. Nel frattempo, da subito si taglia il potere d’acquisto delle pensioni da 1.100 euro al mese; si applica un’imposta fissa sui depositi titoli, colpendo così in maniera più pesante proprio il piccolo risparmio; si introducono ulteriori tickets in sanità; si depotenziano gli investimenti in infrastrutture. Insomma, a conti fatti, si grava esclusivamente sulle entrate, su nuove imposte e si colpiscono le classi medie ed i più deboli, con il rischio così di effetti recessivi dirompenti.

Fra i tagli di spesa, il grosso riguarda ulteriori riduzioni ai trasferimenti a regioni, province e comuni per un importo che negli anni 2013 e 2014 supererà i 10 miliardi di euro (in aggiunta ai già pesanti tagli previsti per gli anni 2011 e 2012), e alla spesa sanitaria per una cifra pari a circa 5 miliardi di euro. Il carico economico e sociale sugli enti locali diventa così inaccettabile e insostenibile.

Infine, nulla, ma proprio nulla, per lo sviluppo e la crescita. Ancora una volta, come da tre anni a questa parte, assenti le misure per la politica industriale, per gli investimenti, assenti quelle riforme strutturali che, anche a costo zero, permetterebbero una crescita del Pil.

E ancora una volta, come da tre anni in qua, il PD farà la sua parte, pur in un Parlamento messo ai margini di qualsiasi discussione, visto il già dichiarato voto di fiducia. Proporremo le nostre linee di intervento per correggere le profonde iniquità delle scelte di Lega e PdL, per dare ossigeno all’economia con una riforma seria sulle liberalizzazioni, per affrontare il tema dell’organizzazione dello Stato e della razionalizzazione dei livelli istituzionali al fine di liberare risorse ed energie, per rimodulare il carico fiscale spostandolo da chi produce lavoro alla rendita, chiedendo di anticipare la tassazione sulle rendite finanziarie già al 2012 anziché lasciarla in una legge delega vaga e inconsistente.