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IL BLOG DI CINZIA FONTANA

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DALLA PARTE DEGLI ALLEVATORI ONESTI

Sono intervenuta questa mattina in Aula al Senato per ribadire la nostra ferma contrarietà ad un provvedimento che mortifica i nostri allevatori o nesti, che con pesanti sacrifici hanno seguito le norme in materia di quote-latte, e premia invece gli agricoltori che in questi anni le hanno splafonate e per le quali l`Italia ha pagato all`Unione Europea 2,5 miliardi di Euro. E` però impressionante vedere come in questi giorni tutti i rappresentanti dei partiti di maggioranza, Forza Italia e AN, si mettano in prima mostra per farsi fotografare vicino agli agricoltori cremonesi ed esprimono sostegno e solidarietà alle proteste, mentre in Aula cosa è avvenuto? Nessun emendamento presentato da parlamentari della maggioranza, nessun intervento da parte di senatori di quei due partiti, niente di niente!!!

Ecco il testo del mio intervento:

"Sig.a Presidente, colleghe e colleghi, sig. Ministro, siamo chiamati in queste ore a pronunciarci sul decreto in materia di produzione lattiera e di rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario, proprio nel momento in cui varie manifestazioni di protesta e di insoddisfazione sono cresciute e si stanno diffondendo in diverse zone del Paese.

Per riportare la discussione nei binari della verità e del merito rispetto alle reazioni scomposte cui invece abbiamo assistito negli ultimi giorni (mi riferisco, ad esempio, al volgare e personale attacco sferrato da rappresentanti della Lega al presidente lombardo di Confagricoltura, così come agli agricoltori riuniti in presidio a Parma), credo sia corretto e doveroso ripercorrere le settimane trascorse dall`emanazione del decreto ad oggi. Il provvedimento è nato con l`obiettivo di chiudere un contenzioso che si sta trascinando da circa 25 anni, un contenzioso costato agli italiani circa 2,5 miliardi di euro versati all`Unione Europea. E su questo obiettivo, lei potrà dare atto, sig. Ministro, che come Partito Democratico abbiamo dato la disponibilità ad affrontare la questione con la massima serietà e la dovuta chiarezza, convinti dell`assoluta necessità di percorrere un cammino di normalizzazione del settore. Ma siamo stati altrettanto chiari nel sottolineare che quello di chiudere una vicenda così annosa, complicata e sofferta non poteva rappresentare per noi un obiettivo a prescindere. A prescindere dal rispetto della legge, a prescindere dal riconoscimento effettivo di quegli agricoltori - e sono più del 90% - che hanno obbedito alle regole e che considerano giustamente intollerabile vedersi invece scavalcare da chi ha sistematicamente eluso le norme, a prescindere, insomma, dai principi di legalità, di giustizia, di equità, che devono sempre rappresentare il faro della nostra azione legislativa.

Nell`audizione in Commissione Agricoltura abbiamo ascoltato i presidenti delle associazioni sindacali di categoria che con grande serietà e correttezza hanno illustrato i contenuti dei loro emendamenti. In quella occasione venne lanciato in modo evidente un messaggio univoco: rispetto della legalità, trasparenza, chiarezza, equità. E su questa base comune erano costruite le diverse proposte emendative. Un atteggiamento propositivo che ha caratterizzato anche i vari incontri tenuti dalle stesse associazioni sui territori, ai quali come parlamentari siamo stati tutti chiamati. E i medesimi concetti, del resto, hanno contraddistinto anche il documento unitario delle Regioni, che all`unanimità, indipendentemente dal loro colore politico, hanno espresso il loro parere negativo sui contenuti del decreto. E hanno denunciato come proprio le Regioni siano state espropriate di una prerogativa che la legge sulle quote riserva loro. Altro che federalismo! Per una strana legge del contrappasso, questo Governo, anche stavolta come in altre occasioni, si sta dimostrando il Governo più centralista degli ultimi anni. E intanto, è impressionante il numero di ordini del giorno approvati dai consigli provinciali e comunali che chiedono una revisione del testo del provvedimento, ordini del giorno presentati in molti casi, paradossalmente, da esponenti della vostra stessa maggioranza, che nel territorio esprimono quotidianamente la loro solidarietà alle proteste.

Ma allora viene da chiedersi: tutto questo movimento, così incredibilmente trasversale, ha preso un abbaglio? Stanno forse tutti dicendo bugie, stanno facendo disinformazione o speculazione politica, come lei ha avuto modo di dichiarare? Nessuno ha letto bene il decreto e gli emendamenti?

Sinceramente, sig. Ministro, mi sembra per lo meno fuori luogo una lettura così presuntuosa di quanto sta avvenendo nei territori in modo così corale. Ma crede veramente che i nostri agricoltori e i nostri allevatori non siano in grado di leggere bene tra le righe di un provvedimento e capirne le ricadute e le conseguenze? Proprio loro, che in tutti questi anni hanno vissuto sulla loro pelle con fatica, con enormi sacrifici, con investimenti ingenti per stare all`interno delle norme e delle regole. Io vengo da una terra - la provincia di Cremona - che ha nel settore della zootecnia da latte uno dei suoi punti di maggior pregio e forza, che è tra i primi produttori di latte dell`intero Paese: il 10% dell`intero quantitativo nazionale viene prodotto lì. Ma il prezzo pagato è stato altissimo, in soli dieci anni le aziende zootecniche hanno subito una riduzione significativa: da 1.500 insediate nel 1998 alle circa 900 attuali, aziende che hanno agito nella piena legalità, nel rispetto delle regole, accendendo molto spesso mutui consistenti che pesano sui bilanci aziendali. Come non vedere e non capire che sarebbe inaccettabile e inqualificabile per tutti loro - ma anche per tutti noi - far passare il messaggio che si scherzava, che proprio loro rischiano di essere penalizzati e mortificati, mentre la quarantina di aziende sul territorio cremonese, che in modo sistematico hanno splafonato sui grandi numeri, potrebbero avere la meglio?

Le assicuro, sig. Ministro, che la nostra gente sa benissimo di cosa stiamo parlando. Ha letto benissimo cosa c`è scritto nel decreto e ne ha seguito tutte le fasi, da quella iniziale agli emendamenti approvati in Commissione. Sa che il testo del provvedimento è stato modificato in alcune parti ma che rimane tuttora largamente insufficiente per rispondere a quei principi di equità e giustizia di cui parlavo all`inizio. Sa che i punti qualificanti del decreto, quei punti che per ora non ci sono (quello sul ritiro dei contenziosi, su un`adeguata quantificazione del fondo per gli interventi nel settore, su una definizione chiara e non pasticciata delle priorità di assegnazione, sulla certezza di non premiare i furbi), quei punti che tutti stiamo chiedendo con forza - noi come gruppo del PD con i nostri emendamenti e gli allevatori nelle loro iniziative - sono punti che fanno la vera differenza, quella differenza sostanziale che corre tra la regola e il caos, tra la giustizia e l`iniquità, tra l`onestà e la furbizia. Noi non abbiamo dubbi da che parte stare.

Mi auguro perciò che nelle prossime ore, in sede di discussione in questa Aula, possano essere presi in debita considerazione gli emendamenti che il nostro gruppo ha presentato, illustrati egregiamente dal sen. De Castro, volti a colmare quelle lacune ancora per noi presenti, la risposta alle quali determinerà il nostro atteggiamento di voto finale."

 

A presto!