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IL BLOG DI CINZIA FONTANA

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FERRAGOSTO IN CARCERE

Ho aderito all`iniziativa proposta dai Radicali "Ferragosto in carcere" e, insieme a Sergio Ravelli, presidente del Comitato nazionale dei radicali italiani, ho visitato questa mattina la casa circondariale di Lodi. Un carcere piccolo, che avevo già avuto modo di visitare due anni fa, in cui si riscontrano le stesse emergenze degli altri penitenziari italiani: sovraffollamento, celle inadeguate e metrature fuori norma, carenza di organico della polizia penitenziaria, carenza di educatori. Abbiamo parlato con la Direttrice, con il Vice Commissario, abbiamo visitato tutti gli spazi, abbiamo incontrato i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria. Emerge sicuramente lo sforzo esemplare del personale tutto di sopperire con grande professionalità e umanità alle carenze evidenziate e di creare all`interno della struttura relazioni e iniziative di coinvolgimento, grazie anche all`impegno dell`amministrazione comunale di Lodi, ma è altrettanto evidente che una situazione di difficoltà così marcata rischia di alimentare disagi al limite della tollerabilità e di portare il sistema al collasso, nonostante appunto lo straordinario e nascosto lavoro degli operatori.

Ecco le motivazioni dell`iniziativa promossa dai Radicali:

"Deputati, senatori e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici assieme ai garanti per i diritti delle persone private della libertà si uniscono alla “comunità penitenziaria” per una ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane;per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine; ciò affinché gli istituti penitenziari possano essere non solo luogo di espiazione della pena ma realizzare a pieno i valori sanciti dall’art. 27 della Costituzione Italiana secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato; mentre, per quel che riguarda tutti i lavoratori che prestano la loro attività ad ogni livello negli istituti carcerari, devono essere garantite condizioni di lavoro moralmente, socialmente ed economicamente adeguate ai profili professionali ricoperti, che diano il giusto riconoscimento ai compiti di esemplare responsabilità espletati e che consentano di dare completa attuazione ai risultati delle rivendicazioni e delle conquiste, purtroppo oggi ancora in larga parte disattese. Non è un caso che lo stesso Ministro della Giustizia o n. Angelino Alfano ha definito la situazione delle carceri italiane “fuori della Costituzione”.

A presto!