News e informazioni da Cremona e dalla Lombardia
Home page Scrivi  
 
  Benvenuto nel circuito WELFARE NETWORK
Europa, notizie e attualità sul welfare News di politica e attualità dall'Italia News dalla Lombardia Notizie sul Welfare, Diritti e Sociale
 
Chi siamo Forum Fotogallery Link Contatti Collabora con noi

... Welfare canali
Agenda
Angolo del dialetto
Arte
Associazioni
Attualità
Buone Notizie
Comune di Cremona
Costume
Cronaca
Cultura
Dai Partiti
Dal Mondo
Economia
Eventi
Giovani
In Breve
Lavoro
Lettere a Welfare
Mediateca
News dai partiti
Petizioni attive
Politica
Provincia di Cremona
Racconti
Società
Storia Cremonese
Ultimissime
Varie
Volontariato
ARCHIVIO WELFARE
 ... In Breve
... e inoltre
Banca della Solidarietà
I sondaggi
Fotogallery
Banner kit






















 Scuola... parliamone!

15 Settembre, 2002
Manzoni e la competenza linguistica (di Maurizio Tiriticco)
Alcuni amici mi hanno chiesto di essere più preciso a proposito dell’infelice passaggio del Ministro Gelmini secondo cui una cosa sono I Promessi Sposi – naturalmente seria – un’altra cosa la competenza linguistica – ovviamente una invenzione ......

Alcuni amici mi hanno chiesto di essere più preciso a proposito dell’infelice passaggio del Ministro Gelmini secondo cui una cosa sono I Promessi Sposi – naturalmente seria – un’altra cosa la competenza linguistica – ovviamente una invenzione di quei diabolici pedagogisti sessantottini, tutta mirata a scardinare la nostra lingua e i suoi massimi autori. Un passaggio che ho negativamente censito nel mio ultimo Indietro tutta!

La prendo alla lontana. Quando nell’’85 furono varati i nuovi “programmi didattici per la scuola primaria”, al termine di un dibattito che era durato trent’anni (gli ultimi programmi erano quelli del ’55), si giunse a dare di tutte le discipline di studio definizioni più aggiornate e circostanziate, suggerite peraltro dalle ricerche disciplinari che dal dopoguerra ad allora avevano raggiunto risultati di un estremo interesse: ciò anche per quell’apertura alle ricerche d’oltralpe e d’oltreoceano che durante il ventennio fascista avevano avuto vita grama. Per non dire, poi, dei contributi offerti dalle indagini sull’età evolutiva.

Per quanto riguarda la lingua italiana, in quei programmi si leggeva che “nessuna definizione globale può esaurire la complessità del fenomeno linguistico. Esistono però definizioni parziali che possono utilmente essere assunte”. Il che significa che la ricerca linguistica nel corso degli anni aveva raggiunto posizioni non univoche, per cui la scelta che si operò in materia di programmi fu quella di rappresentare agli insegnanti un ampio panorama sul quale ciascuno di essi, forte della restituita libertà di insegnamento, avrebbe potuto realizzare la sua didattica. Il che ci aiuta anche a comprendere le ragioni che suggerivano il superamento del maestro unico tuttofare. La scuola elementare non era più la scuola delle sue origini postunitarie, perché il Paese era diverso, diversa la popolazione, più accessibile l’accesso alla cultura, più complesso l’apprendimento linguistico, che andava ben oltre la semplice strumentalità del leggere e dello scrivere. Sembrò corretto che un’area così complessa come quella dei linguaggi fosse affidata ad un solo insegnante

Sintetizzo le definizioni che vennero date nei programmi: la lingua è: a) strumento del pensiero; b) mezzo per stabilire un rapporto sociale; c) veicolo attraverso cui si esprime l’esperienza razionale e affettiva dell’individuo; d) espressione di pensiero, di sentimenti, di stati d’animo; e) oggetto culturale, collocato in un precisa situazione spazio/temporale, culturale e sociale. Nei programmi leggiamo anche, e con ricchezza di argomentazioni, quali operazioni si svolgono con il linguaggio e, quindi, quale importanza assume un apprendimento linguistico mirato ad un uso funzionale, e non solo strumentale, della comunicazione, di cui la lingua costituisce, ovviamente, uno dei fattori più significativi.

Nei decenni precedenti, nella scuola postrisorgimentale, lo studio della lingua italiana, coniugata con quello degli autori contemporanei, aveva una duplice funzione, ovviamente importante per quegli anni: l’unificazione linguistica del Paese, e la socializzazione delle nuove generazioni ai valori allora costitutivi dell’Unità nazionale, valori che, con criteri molto riduttivi, possiamo indicare nel trinomio Dio, Patria, Famiglia. La lettura de I Promessi Sposi nelle scuole superiori rispondeva così a quella duplice funzione, la rappresentazione sia dei valori del Cattolicesimo moderato che di un modello di lingua che la sciacquatura in Arno poteva far valere per tutte le nostre nuove Regioni. Attorno a questo asse si affiancavano, ovviamente, anche altri suggerimenti culturali, per cui non andrebbe dimenticato l’apporto dei valori civili e laici di un Carducci e di quelli patrii e morali del De Amicis del Cuore. Così, alla nostra prima scuola nazionale vennero affidati compiti molto alti e per certi versi anche molto semplici per quanto riguarda le soluzioni didattiche adottate: programmi estremamente asciutti, criteri valutativi molto approssimati.

In seguito, con l’avvento del fascismo, le cose non cambiarono di molto: i contenuti della scuola postrisorgimentale, salvo qualche opportuno aggiornamento, erano pur sempre funzionali. alla diffusione del cattolicesimo concordatario e alla sollecitazione di una lingua fortemente enfatica, retorica – nel senso peggiore del termine – e patriottarda. Le cose sarebbero dovute radicalmente cambiare con l’instaurazione della Repubblica e la restaurazione della democrazia. Ma – come spesso avviene nel nostro Paese – la scuola può sempre attendere a lungo! E non è un caso che, per giungere all’obbligo ottonale si attese il ’62, e per una riforma sostanziale dei programmi della scuola elementare addirittura l’85, ed il ’90 per la riforma del suo ordinamento! E si dette anche il caso che, mentre i programmi della scuola media erano stati rinnovati nel ’79, alla luce della strategia del curricolo – altra nefasta invenzione dei pedagogisti – nella scuola elementare si continuava ad insegnare con i programmi del ‘55, quelli secondo i quali il fanciullo è tutto intuizione, fantasia, sentimento (testuale!), in una scuola che aveva, per dettato esplicito della legge, come suo fondamento e coronamento l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica (testuale bis!).

E’ chiaro che in contesti normativi così impasticciati, I Promessi Sposi hanno continuato a svolgere la loro funzione primaria, quella di socializzare a certi valori e ad un certo modello linguistico. In effetti veniva costantemente e tacitamente soddisfatto quel citato punto e) dei programmi dell’85, che nella lingua come oggetto indica una di quelle definizioni parziali della complessità del fenomeno linguistico. Di qui discende l’ambiguità di certi frettolosi interpreti per i quali I Promessi Sposi sono essenzialmente un irripetibile modello di riferimento, a fronte del quale la competenza linguistica è solo una fumosa e incomprensibile divagazione!

Ma non è così! Tra un oggetto culturale, letterario e meno che sia, e l’acquisizione della competenza linguistica esiste un forte intreccio, una continuità. I Promessi Sposi costituiscono un oggetto linguistico, come una poesia di Verlaine o Il Dottor Zivago od un articolo di cronaca, una relazione scientifica, un saggio, una lettera d’amore, o che so io! Un conto è una lingua codificata, formalizzata, “oggettivata” chiusa in un testo ben circoscritto. Altro conto è il linguaggio di cui ai punti a), b), c) e d), cioè il linguaggio del comunicare di ogni giorno, orale o scritto che sia, con tutte le implicazioni del paralinguaggio e della non verbalità: sul quale poi si innesta lo specialismo di una dotta conferenza o di una ricetta medica. Da tale insieme discende anche il linguaggio povero di vocaboli e di connettivi logici, quel “codice ristretto” per dirla con Bernstein, con il quale la scuola deve costantemente misurarsi.

E’ su tutto l’ampio insieme della comunicazione linguistica che l’insegnante deve lavorare, non solo su uno dei suoi aspetti, quello oggettuale che indubbiamente è il più agevole per lui ma il più difficile per l’alunno. Le tipologie del linguaggio sono numerose e non c’è solo il testo letterario. Qual è il fine dell’apprendimento linguistico? Che il soggetto sappia usare correttamente la lingua per tutti i fini che essa consente e che arricchiscono anche gli stessi fini comunicativi del soggetto: ascoltare, parlare, leggere, scrivere, eventualmente transcodificare. Certamente, è anche necessario che il soggetto sia avviato alla comprensione di un testo letterario complesso, come I Promessi Sposi, ma che sia avviato anche a comporre testi in cui possa esprimere “pensieri, sentimenti, stati d’animo” (punto d), relazionare su esperienze effettuate e via dicendo.

I Promessi Sposi, infine, costituiscono uno dei tanti oggetti su cui far “lavorare” i nostri studenti. Ma il fine di questo “lavoro” non è solo la conoscenza del romanzo, anche – se si vuole – il mandare a memoria la morte di Cecilia, ma soprattutto imparare a “padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti”, la prima competenza che tutti gli alunni usciti dall’obbligo di istruzione devono acquisire.

Nella mia carriera di insegnante ho sempre fatto leggere I Promessi Sposi, accompagnati, però, da mille altre operazioni, e alla fine dell’anno i miei alunni avevano anche scritto i loro racconti, le loro poesie! Ed anche disegnato! E drammatizzato! Tantissimo! La transcodifica! L’interazione costante tra il “cervello sinistro” e quello “destro”! Non si sviluppa una competenza linguistica se non nell’arco di competenze comunicative più ampie. E’ da questa che si può passare agevolmente alle operazioni del transfer, della dissonanza cognitiva, alla pluridisciplinarità e, se si vuole, anche a quelle Cinque chiavi per il futuro a cui ci richiama l’ultimo libro di Howard Gardner: cinque modalità del pensare produttivo, altrettante chiavi per aprire il futuro nostro e dei nostri figli! Insomma, lavorare con la lingua e con il pensiero creativo può e deve essere entusiasmante!

Roma, 26 agosto 2008

Maurizio Tiriticco

 


       



 Invia questa news ad un'amico Versione stampabile Visti: 2470 | Inviati: 0 | Stampato: 88)

Prossime:
Resoconto gara di Business Game del 27 novembre 08. – 15 Settembre, 2002
Dei voti e… dell’incompetenza! (di Maurizio Tiriticco) – 15 Settembre, 2002
Provincia. Ordine del giorno sul Decreto Università. – 15 Settembre, 2002
Dov*e* la norma? (di Maurizio Tiriticco) – 15 Settembre, 2002
Elogio del cattivismo (di Maurizio Tiriticco) – 15 Settembre, 2002

Precedenti:
Aperte le iscrizioni ai corsi di laurea del Politecnico – 15 Settembre, 2002
Dislessia o normali difficoltà di letto-scrittura? – 15 Settembre, 2002
Il Governo cancella 150.000 cattedre – 15 Settembre, 2002
Bando di Concorso per l'assegnazione di 10 Borse di Studio del valore di 5.000 euro ciascuna – 15 Settembre, 2002
Crisi della conoscenza, crisi della memoria! Che fare? – 15 Settembre, 2002


... in WelfareCremona



... Novità








 Il Punto
44°Rapporto Censis. Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio ( di Gian Carlo Storti)
Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società italiana sembra franare verso il basso


 La biblioteca di welfare
Verso il destino, con la vela alzata
Lo ricordo qui con un brano tratto dalla sua rubrica “Colloqui col padre"


 Scuola... parliamone!
Ata. Sottoscritto il contratto per il compenso una tantum di 180 euro
Il Miur prevede il pagamento nel mese di febbraio 16/12/2010


 Welfare Per Te
COMPLETATA LA CONSEGNA DELLE STUDENT E UNIVERSITY CARD
E' stata completata in questi giorni la consegna, negli istituti superiori cittadini e nellele sedi universitarie, delle student e delle card.

... Fotogallery
La Fotogallery di
Welfare Cremona


Ultima Vignetta
... Speciale on line
- Previsioni del tempo
-
Libri
-
Programmi TV
-
Lotteria
-
Oroscopo
-
Cambia Valuta
-
Euroconvertitore
-
Traduttore
-
Paginebianche
-
Paginegialle
-
Borsa
... Novità




| Home | Chi siamo | Collabora con noi | PubblicitàDisclaimer | Email | Admin |
www.welfarecremona.it  , portale di informazione on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 392 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti
La redazione di Welfare Cremona si dichiara pienamente disponibile ad eliminare le notizie che dovessero violare le norme sul copyright o nuocere a persone fisiche o giuridiche.
Copyright Welfare Cremona 2002 - 2009