15 Settembre, 2002
Il mercato mondiale dei cereali, quale futuro?
Numerosi partecipanti e approfondite relazioni stamani al convegno promosso da Coldiretti e dall’Associazione Regionale Produttori Cereali
Il mercato mondiale dei cereali,
quale futuro?
Numerosi partecipanti e approfondite relazioni
stamani al convegno
promosso da Coldiretti e dall’Associazione
Regionale Produttori Cereali
Gli agricoltori di Coldiretti stamattina,
in gran numero, si sono dati appuntamento
presso la sala Zelioli Lanzini, in Fiera
a Cremona, prendendo parte al convegno “Il
mercato mondiale dei cereali, quale futuro?”.
L’incontro, proposto da Coldiretti Cremona
e dall’Associazione Regionale Produttori
Cereali e Semi Oleosi della Lombardia, è
stato aperto dal Presidente dei cerealicoltori
Arnaldo Freri, che ha ribadito le ragioni
di questa ‘tavola rotonda’ rivolta agli imprenditori
agricoli, e con loro ai rappresentanti del
territorio e di tutti i settori produttivi,
voluta per fare il punto sulla situazione
a livello nazionale e mondiale, evidenziando
le problematiche ed indicando le azioni in
risposta a questa fase certamente molto dura
per chi produce cereali. Portando il saluto
dell’Amministrazione provinciale, l’Assessore
all’Agricoltura Giorgio Toscani ha sottolineato
le difficoltà del comparto: “Abbiamo assistito
ad un’altalena dei prezzi quasi incredibile
– ha esordito –. E’ naturale chiedersi, con
preoccupazione, quali siano le prospettive”.
Approfondita ed articolata si è dimostrata
la relazione del dott. Stefano Serra, esperto
del mercato internazionale dei cereali. Dalla
produzione alle esportazioni, dalle scorte
all’analisi di chi realmente controlla gli
scambi commerciali in materia di grano duro,
grano tenero, mais, passando per i punti
in cui “davvero si gioca la partita” (individuati
dall’esperto, tra gli altri, nell’importanza
di avere un’offerta di prodotto a prezzo
finito 365 giorni l’anno, nella costanza
qualitativa tra consegne e lotti omogenei,
nella garanzia sanitaria e tracciabilità
di prodotto, nei finanziamenti e servizi
accessori, come stoccaggio, conservazione,
logistica, nonché nei programmi di ricerca
e selezione varietale, sulla base delle esigenze
dell’utilizzatore), Serra, dati alla mano,
ha offerto un’attenta lettura della situazione
di mercato e delle prospettive che si aprono
per il 2009.
Il dott. Pietro Sandali, Responsabile economico
Coldiretti Nazionale, ha offerto un’ampia
disamina in merito ai nuovi scenari della
PAC dopo l’Health Check. Dapprima ha illustrato
alcuni passaggi introdotti con l’Health Check
che “ha cercato di portare una semplificazione
nei meccanismi, sia politica che tecnica
(da 21 regolamenti che organizzavano i settori,
si è passati ad un unico regolamento). “Un
aspetto importante dell’Health Check – ha
spiegato Sandali – è il fatto che gli Stati
membri possono decidere, in modo obiettivo
e non discriminatorio, di non assegnare i
pagamenti diretti alle aziende o alle società
se l’oggetto principale dell’azienda non
consiste nell’esercizio dell’attività agricola.
E’ un passaggio epocale: prima i soldi venivano
dati a chi aveva terra, oggi l’accento si
sposta su chi esercita l’attività agricola.
E’ una semplice regola, ma rappresenta un
principio fondamentale”. Affrontati i temi
della regionalizzazione, della modulazione,
Sandali è passato a considerare la grave
crisi finanziaria in atto. “Ci sono alcuni
segnali positivi: l’agricoltura è tornata
ad essere un settore strategico – ha rimarcato
–. Se è vero che tutti rivalutano l’economia
reale, il settore agricolo, è altrettanto
vero che diventa importante ‘blindare’ il
nostro settore. Il fatto è che abbiamo un
carburante nuovo con macchine vecchie: da
qui la necessità di una riorganizzazione
che metta mano alla filiera, così da essere
in grado di affrontare i cambiamenti intervenuti.
Ci dobbiamo rimboccare le maniche”. Si è
parlato anche di borse merci. “Una borsa
finanziaria quando qualcosa non funziona,
blocca le quotazioni. Nelle borse merci vengono
definiti i prezzi, e sempre al ribasso, guarda
caso – ha detto il Responsabile Economico
di Coldiretti –. Anche quella è una macchina
che va ridefinita, dacché oggi le condizioni
sono completamente diverse”. “Si tratta di
riscrivere certe situazioni – ha concluso
–. E gli spazi di manovra ci sono”.
Giacomo Galli, Presidente del Consorzio Agrario
di Cremona, ha esordito evidenziando che
i contributi comunitari rivolti all’agricoltura
non sono ‘aiuti’. “Sono una perequazione
dei costi. I nostri costi non sono quelli
cinesi, argentini, internazionali” ha rimarcato,
ribadendo l’importanza di far comprendere
ai cittadini che “l’agricoltura è un insieme
di fattori, è presidio del territorio” e
quindi di mostrare il reale valore del lavoro
dell’imprenditore agricolo. Dopo aver puntato
il dito contro le speculazioni di borsa,
Galli ha illustrato il ruolo del Consorzio
al servizio delle aziende, aggiungendo che
“il Consorzio Agrario è disponibile a partecipare
a strutture che organizzino l’offerta, che
trovino sbocchi sul mercato” invitando a
“studiare cose semplici, vicine agli agricoltori”.
Marco Pancaldi, Presidente ASSOCAP, parlando
di gestione dei cereali e dei mezzi tecnici
e dell’azione di Assocap, che riunisce 53
Consorzi Agrari, ha rimarcato che “è il momento,
con ambizione e con realismo, di riprendere
la costruzione di una rete che possa dare
migliori risposte alle imprese agricole”.
“Produciamo a prezzi italiani e vendiamo
a prezzi mondiali, questo è un dato di fatto
– ha aggiunto –. Un punto di forza è la distintività
delle nostre produzioni. Ed è una distintività
che si è affermata grazie ad un percorso
che, sempre di più, ha avvicinato il cittadino
all’agricoltura”.
Dopo il dibattito, è stato Assuero Zampini,
Direttore di Coldiretti Cremona, a chiudere
l’incontro. “Conoscere è fondamentale per
poter progettare: ecco le ragioni di questo
convegno – ha detto –. Coldiretti ritiene
che troppo spesso si siano delegati a terzi
dei compiti e dei ruoli che l’agricoltura
ora intende assumersi e svolgere fino in
fondo. Consorzi agrari, Cooperative, Unione
seminativi sono momenti fondamentali del
progetto che Coldiretti ha elaborato, con
l’obiettivo di mettere mano alla filiera,
per il rilancio della nostra agricoltura
e dell’economia del Paese. Costruire una
rete, gestita dall’agricoltura e che si ponga
come fondamentale obiettivo quello di promuovere
il reddito delle imprese agricole, oggi è
essenziale. Puntare sulle strutture, sugli
uomini, su un progetto forte e concreto,
è quanto intendiamo fare, pronti a contrastare
tutte quelle azioni che non abbiano come
obiettivo il reddito delle imprese agricole,
ma soltanto la preservazione di posizioni
o poteri locali. Il progetto Assocap è importante
perché costituisce una rete di collaborazioni
operative, superando di fatto la necessità
di ‘creare dimensioni’ tramite processi di
aggregazione”.
 
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