15 Settembre, 2002
Una ditta ricorre al Tar contro la Regione per reinserire il polo estrattivo
Cava di Caravaggio: il 9 marzo mobilitazione a Capralba
Una ditta ricorre al Tar contro la Regione
per reinserire il polo estrattivo
Cava di Caravaggio: il 9 marzo mobilitazione
a Capralba
Torchio: “Riprenderemo la lotta. La Provincia
si costituirà in sede legale”
Si apre un nuovo e preoccupante capitolo
nella tormentata vicenda legata alla realizzazione
della mega cava nel comune di Caravaggio,
ipotesi che pareva ormai scongiurata. Il 5 maggio prossimo, infatti, è stata fissata
l’udienza di merito relativa ad un ricorso
alla IV Commissione del Tar di Milano da
parte di un’azienda privata, con il quale
si chiede l’annullamento della delibera regionale
di approvazione del Piano cave della Provincia
di Bergamo. L’atto regionale prevede l’esclusione
della cava di Caravaggio, mentre l’obiettivo
dei ricorrenti è di ottenere l’approvazione
del Piano presentato dalla Provincia orobica
senza alcuna modifica.
A tutt’oggi Regione, Provincia di Bergamo
né tantomeno il comune di Caravaggio non
si sono ancora costituite contro il ricorso,
anche se i tempi procedurali lo permettono
ancora, mentre la Provincia di Cremona si
è immediatamente attivata per contrastare
questa nefasta ipotesi anche in sede legale.
La cosa che maggiormente preoccupa è che proprio il comune di Caravaggio, dai
tempi in cui era guidato dal senatore leghista
Pirovano, abbia tentato e tenti di realizzare
tale devastante intervento.
“Nei mesi scorsi abbiamo portato avanti una
battaglia contro la cava insieme ai sindaci,
al mondo agricolo, ai Consorzi, ai parlamentari,
alle Diocesi di Cremona e Crema, alle forze
sociali, ai partiti, al di là delle appartenenze
politiche” spiega il presidente Torchio,
“credevamo di aver scongiurato la realizzazione
della cava, ma ora apprendiamo di questo
“colpo di coda” che va immediatamente combattuto.
Per questo ho indetto un incontro pubblico
a Capralba per il 9 marzo alle 20,45 presso
l’auditorium della Cassa Rurale del Cremasco
a cui tutti sono invitati. La nostra costituzione
in giudizio al Tar dovrà essere sostenuta
dall’intero territorio, verificando ed insistendo
affinché la Regione, prima destinataria dell’opposizione
al Tribunale Amministrativo presentata dalla
impresa edile Luigi Cividini spa, faccia altrettanto. Abbassare
la guardia in questo momento sarebbe gravissimo
e vanificherebbe lo sforzo che abbiamo posto
in essere con manifestazioni nel territorio
ed a Milano, oltre all’ordine del giorno
approvato dal Consiglio Provinciale e condiviso
dai sindaci”.
La contrarietà alla realizzazione della cava,
che prevede l’estrazione di tre milioni di
metri cubi di materiali inerti, deriva dalle
conseguenze catastrofiche che tale impianto
potrebbe avere sul sistema irriguo dell’Alto
Cremasco, alimentato in gran parte dai fontanili
e dalle risorgive di cui la cava, con il
grande lago che formerebbe, potrebbe provocare
una forte riduzione della portata (già ridotta
da 22 a 14 metri cubi/secondo) se non addirittura il disseccamento.
Le conseguenze potrebbero essere fatali sia
per un sistema agricolo all’avanguardia sia
per il delicato sistema ambientale della
fascia dei fontanili, che la stessa Regione
Lombardia tutela. Parimenti, la stessa “sacra
fonte” del Santuario di Caravaggio, così
fortemente legato alla devozione Mariana
sarebbe irrimediabilmente compromessa e con
esso i due milioni di pellegrini che ogni
anno visitano la basilica.
 
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