15 Settembre, 2002
Partirà in gennaio la “Fabbrica della bioenergia”.
il progetto industriale e di ricerca nato dalla richiesta del territorio cremonese di costituire un Distretto agroenergetico, elaborato nell’ambito del Patto per lo sviluppo e raccolto nell’Aqst con la Regione Lombardia.
Partirà in gennaio la “Fabbrica della bioenergia”,
il progetto industriale e di ricerca nato
dalla richiesta del territorio cremonese
di costituire un Distretto agroenergetico,
elaborato nell’ambito del Patto per lo sviluppo
e raccolto nell’Aqst con la Regione Lombardia.
Nelle prossime settimane, anche attraverso
un Tavolo tecnico, verranno definiti tutti
gli aspetti operativi, dalla forma giuridica
societaria, probabilmente una società consortile,
al piano industriale e finanziario.
L’assenso è stato dato da tutti i componenti
del Comitato promotore, che si è riunito
alla Camera di commercio. Erano presenti,
oltre alla Camera stessa con Cesare Pasquali,
la Provincia, il Comune di Cremona con l’assesore
Daniele Soregaroli, Aem, Scs, Scrp, Reindustria
e il Politecnico.
Il vicepresidente della Provincia Agostino
Alloni ha introdotto l’incontro sottolineando
la necessità di essere pronti a gennaio,
per poter presentare entro fine mese il progetto
alla Fondazione Cariplo e concorrere a un
contributo a valere sui Fondi emblematici
che potrebbe arrivare fino a 2,5 milioni
di euro sui 6,5 milioni complessivi.
Oltre a quello della Fondazione Cariplo,
il progetto della Fabbrica della bioenergia
ha incontrato l’interesse di alcune aziende,
anche molto importanti, che hanno dichiarato
la disponibilità a verificare la possibilità
di un loro ingresso nella compagine societaria.
Anche la Regione Lombardia è molto attenta
a quanto si sta progettando in provincia
di Cremona. La Fabbrica della bioenergia
potrebbe diventare il riferimento regionale
per il settore sia per gli aspetti industriali,
che per quelli agronomicici attraverso l’Ersaf,
che per le questioni riguardanti gli aspetti
amministrativi e normativi della realizzazione
di nuovi impianti sui quali sono necessarie
riflessioni e innovazione.
Il professor Ferretti del Politecnico ha
illustrato il progetto. Lo scopo della “Fabbrica”
è di favorire la diversificazione dell’attività
agricola, realizzare un luogo di verifica
e confronto di tecnologie e di sperimentazione
impiantistica e industriale; favorire e rafforzare
il dialogo nel tessuto produttivo, promuovere
e sostenere la ricerca, l’innovazione tecnologica
e l’alta formazione.
L’attività della “Fabbrica” si svolgerà su
quattro linee: dimostrazione, ricerca, servizi
e osservatorio. Verranno realizzati due impianti
dimostrativi: un digestore anaerobico presso
l’Aem di Cremona e un gassificatore presso
la Scs a Castelleone. Dimostrativi, ma anche
profittevoli perché, attraverso la vendita
dell’energia prodotta, concorreranno in larga
misura a finanziare l’attività della “Fabbrica”.
L’attività di ricerca si concentrerà sull’ottimizzazine
del processo di produzione di biogas, sullo
sviluppo di sistemi di telecontrollo e monitoraggio,
sulla rimozione dell’azoto dl digestato per
allinearsi con le Direttive Nitrati della
Ue, sulla purificazione del biogas per utilizzi
nell’autotrazione e in altre applicazioni,
fino all’immissione diretta nella rete, come
già avviene in Austria.
Le attività di servizio riguarderanno le
analisi di laboratorio, l’ottimizzazione
del processo, il telecontrollo, l’analisi
di fattibilità tecnico-economica, il testing
di nuove tecnologie, il Fund rising, cioè
la ricerca di finanziamenti e sarà rivolta
agli impianti esistenti, ai nuovi impianti
e alle aziende del settore.
L’osservatorio, costituito da un gruppo di
esperti, svolgerà un’azione di diffusione,
informazione e formazione circa i risultati
raggiunti.
L’idea è di collocare la Fabbrica della bioenergia
nel polo tecnologico di Cremona nell’area
dell’ex macello anche se l’attività potrebbe,
in una prima fase, essere avviata nella sede
cremonese del Politecnico.
Fra gli interventi, Franco Albertoni, presidente
di Aem, ha sottolineato la necessità di verificare
tutte le condizioni di sostenibilità economica
del progetto, per evitare di creare una struttura
che si mangia le risorse generate, mentre
l’ing. Soffientini, della Scs, ha evidenziato
come il progetto possa essere un’opportunità
per le aziende cremonesi che vogliano costruirsi
un know how in un settore nel quale tutte
le tecnologie sono straniere ed esistono
in Italia solo alcuni assemblatori di impianti.
L’assessore provinciale all’economia Agostino
Savoldi ha immediatamente raccolto l’input,
affermando che Reindustria, di cui lui stesso
è presidente, potrebbe focalizzare anche
questo aspetto nell’indagine in corso finalizzata
alla costituzione del Polo meccanico.
Infine Alloni ha concluso chiedendo di decidere
immediatamente la costituzione del Tavolo
tecnico e la data del prossimo incontro,
che dovrebbe essere definitivo. Così è stato
fatto. Il prossimo appuntamento del Comitato
promotore è il 16 gennaio alle 15 sempre
alla Camera di commercio
 
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