15 Settembre, 2002
Di tutto abbiamo bisogno salvo che di nuove guerre sui simboli religiosi di Patrizia Toia.
Il pronunciamento della Corte Europea si rivela ingiusto e non condivisibile.
Di tutto abbiamo bisogno salvo che di nuove
guerre sui simboli religiosi di Patrizia
Toia.
Il pronunciamento della Corte Europea si
rivela ingiusto e non condivisibile.
In merito alla sentenza della Corte europea
dei diritti dell'uomo sul Crocifisso nelle
aule, che tanto sta facendo scalpore e che
ha acceso un forte dibattito, vi mando i
due comunicati che ho scritto insieme a due
colleghi europedutati del PD, Silvia Costa
e Gianluca Susta . Il secondo chiarisce le
funzioni della Corte Europea dei Diritti
dell'Uomo che , ma è un'istituzione legata
all'Unione Europea, ma nasce dal Consiglio
d'Europa, organizzazione che riunisce 47
stati.
Anche il nostro segretario del PD è subito
intervenuto, mettendo l'accento sul buon
senso e sul fatto che il Crocifisso rappresenta
una tradizione che non offende nessuno.
Patrizia Toia
"Di tutto abbiamo bisogno salvo che
di nuove guerre sui simboli religiosi".
Comunicato Stampa. Patrizia TOIA, Gianluca
SUSTA, Silvia COSTA, Deputati Europei Partito
Democratico
Silvia Costa, Patrizia Toia e Gianluca Susta
- parlamentari europei del PD - commentano
così la sentenza della Corte di Strasburgo
secondo cui la presenza del Crocefisso nelle
aule costituisce una violazione del diritto
dei genitori di educare i figli secondo le
loro convinzioni-
Secondo i Parlamentari italiani, "L'interculturalità
- di cui sempre più dovranno tenere conto
gli ordinamenti degli Stati nazionali e la
legislazione europea - ha come fondamento
la convivenza delle diverse identità, non
la loro cancellazione. Non aiutano sentenze
che scambiano per violazione dei diritti
umani l'esposizione di simboli - come il
Crocefisso - che non sono solo religiosi,
ma che fanno riferimento a comuni basi culturali
e civili della nostra tradizione, italiana
ed europea".
"Vietare il Crocefisso nelle aule -
concludono Silvia Costa, Patrizia Toia e
Gianluca Susta - fa il pari con il divieto
di indossare il velo alle donne islamiche
e tutto ciò non aiuta una serena integrazione
nella società. Ricordiamo, infine, che se
è vero che la Corte di Giustizia trova in
un Trattato Internazionale il fondamento
della propria competenza, è altrettanto vero
che, in Italia, norme di rango costituzionale,
ex art. 7 della Costituzione, prevedono la
possibilità di esposizione del Crocefisso,
in luoghi pubblici, che la Corte di Strasburgo,
invece, condanna!
Il pronunciamento della Corte Europea si
rivela ingiusto e non condivisibile.
Comunicato Stampa dei Deputati Europei Patrizia
Toia,Silvia Costa e GianLuca Susta.
"Anche riletto il giorno dopo, il pronunciamento
della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
si rivela per noi non giusto e non condivisibile",
ribadiscono i deputati del Parlamento Europeo
Silvia Costa, Patrizia Toia e Gianluca Susta,
che già ieri , a notizia appena arrivata,
avevano preso posizione.
"Innanzitutto bisogna fare chiarezza
dicendo che la Corte in questione non é un
organismo dell'Unione Europea. Vi é stata
infatti a riguardo una grossolana confusione
che alcuni giornali hanno fatto, alimentando,
forse volutamente una ostilità e una diffidenza
verso l'Europa.
Il pronunciamento non nasce infatti dall'Unione
Europea, bensì nell'ambito della Convenzione
Europea sui Diritti dell'Uomo, riconosciuta
dal Consiglio d'Europa, che é un'organizzazione
di ben 47 paesi che comprende ad esempio
il Kazakistan e altri paesi ben lontani dal
nostro continente.
Non si può pertanto attribuire allo "spirito
europeo" e al diritto Comunitario questa
posizione che in nome di una presunta violazione
del diritto dei genitori di educare i propri
figli secondo le proprie convinzioni, rischia
di alimentare contrapposizioni e guerre sui
simboli religiosi di cui non vi é proprio
bisogno.
Rivolgendosi a paesi così diversi e lontani
per cultura e tradizioni, il pronunciamento
sortisce effetti diversi.
All'Italia "fa più male", e noi
la riteniamo da respingere, in quanto viene
a colpire simboli che per la nostra storia
hanno un carattere non solo religioso ma
d'identità ideale e culturale per tutta la
comunità nazionale.
Per questo auspichiamo che ogni interpretazione
dei diritti di libertà sia più attenta e
rispettosa delle storie e delle sensibilità
nazionali."
 
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