15 Settembre, 2002
Le Acli aderiscono all’appello di Libera.
Grazie a questa modifica, sarà possibile in futuro la vendita dei beni confiscati che non si riescano a destinare entro 3 o 6 mesi.
Le Acli aderiscono all’appello di Libera.
MAFIA: LE ACLI ADERISCONO ALL'APPELLO DI
LIBERA "RITIRARE L'EMENDAMENTO CHE AUTORIZZA
LA VENDITA DEI BENI CONFISCATI"
Le Associazioni cristiane dei lavoratori
italiani aderiscono e fanno proprio l'appello
dell'associazione Libera al Parlamento e
al Governo perché venga ritirato l'emendamento
contenuto nella Legge finanziaria che autorizza
la vendita dei beni confiscati alla mafia.
Lo scorso 13 novembre, infatti, il Senato
ha approvato un emendamento che
modifica la legge La Torre-Rognoni del 1996,
votata allora all'unanimità da
tutte le forze politiche, che introduceva
il principio del riutilizzo
sociale dei beni confiscati ai mafiosi. Grazie
a questa modifica, sarà
possibile in futuro la vendita dei beni confiscati
che non si riescano a
destinare entro 3 o 6 mesi.
«E' evidente il rischio - denuncia Alfredo
Cucciniello - responsabile del
dipartimento Pace e Stili di vita delle Acli
- che quei beni tornino nelle
mani dei clan ai quali sono stati tolti.
Conosciamo tutti la capacità delle
organizzazioni mafiose di mascherare la loro
presenza. Sappiamo di cosa
sarebbero capaci per riacquistare quelle
ville, case e terreni che
rappresentano non solo beni materiali ma
altrettanti simboli del loro
potere, costruito con la violenza, il sangue,
i soprusi».
«Il riutilizzo sociale di questi beni - aggiunge
Cucciniello - ha consentito
invece di creare occupazione e sviluppo,
insieme ad una mentalità comune,
soprattutto tra i giovani, di rispetto della
legalità e di rifiuto della
criminalità organizzata».
Le Acli, dunque, che già furono tra i promotori
della campagna che portò
alla legge del 1996 sull'uso sociale dei
beni confiscati, si uniscono oggi
alla mobilitazione di Libera per ottenere
il ritiro dell'emendamento
'incriminato', a partire dalla raccolta di
firme in calce alle petizione
Niente regali alle mafie, i beni confiscati
sono cosa nostra (sul sito:
www.libera.it e dall'iniziativa di questa
mattina
a Roma, presso la bottega della legalità
intitolata proprio a Pio La Torre,
che pagò con la vita l'impegno per sottrarre
ai clan le ricchezze accumulate
illegalmente
 
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