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15 Settembre, 2002
Lettera al Direttore su decreto attuativo sulla legge 53 sulla scuola primaria e dell'infanzia
Comunicato Stampa della Cgil di Cremona

Lettera al Direttore su decreto attuativo legge 53 sulla scuola primaria e dell’infanzia

Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha dato il via alla bozza di decreto attuativo della riforma per quanto riguarda la scuola primaria e la scuola dell'infanzia. Sembrerebbe anche confermato (ma con quali soldi?) il piano finanziario da investire dal 2004 al 2008: i “famosi “8 miliardi di euro già promessi dal Governo Berlusconi nell’ormai lontano ottobre 2001. Niente da fare, invece, sul disegno di legge governativo sul precariato: il che significa che nella maggioranza non c’è ancora una presa di posizione chiara. Tutto ciò, purtroppo, alimenta la “guerra” fratricida fra precari “storici” e “sissini” con cadute di stile preoccupanti che rendono ancor più difficile lo sblocco delle immissioni in ruolo, invocato, a gran voce, anche nella nostra provincia, con l’invio, da parte della Cgil Scuola, di oltre 500 firme di precari cremonesi ai gruppi parlamentari a Roma . Si riapre, dunque, la strada di attuazione della legge 53, una strada che, comunque, sarà ancora lunga e piena di insidie, per non dire di “colpi di scena”, come l’ultimo che ci ha lasciato veramente sconcertati.
Ci riferiamo allo schema di decreto Legislativo approvato, appunto, venerdì scorso, dal Consiglio dei Ministri. Infatti il testo del Decreto è molto peggio di quanto cautamente pensavamo. A quanto pare lo schema approvato non è altro che il testo della "bozza" già resa nota, un po’ clandestinamente, a maggio..! Non c’è traccia di alcuna "mediazione", una mediazione che avrebbe dovuto tenere conto, non solo delle diverse sfumature e sensibilità all'interno della maggioranza, ma anche di qualche cauta apertura nei confronti delle posizioni espresse in questi mesi dall'opposizione, dai sindacati e da molte scuole nel paese ( comprese molte delibere di collegi docenti delle scuole cremonesi)! Il testo che sta circolando è sostanzialmente identico alla bozza di maggio, con impercettibili variazioni. Ad es.: nella scuola primaria l'insegnante tutor non deve più assicurare una presenza con il gruppo-classe "compresa tra le 18 e le 21 ore" ma invece "non inferiore alle 18 ore.
Stupefacente è ciò che è previsto, in particolare, dall’art.16 "Norme finali e abrogazioni", nel quale vengono abrogate espressamente le disposizioni del Testo Unico che riguardavano proprio i "progetti formativi di tempo lungo", vale a dire l'art.130 che consentiva le 40 ore del Tempo Pieno, orario di mensa incluso. E da qui nasce il “colpo di scena” (da altri definito un vero e proprio “giallo”). Come è possibile una così evidente difformità tra un testo (la sintesi riportata dalla Presidenza del Consiglio) e l'altro (l'articolato dello schema del Decreto legislativo diffuso dal MIUR)?
La contraddizione è palese e le "differenze" sostanziali. Che ne è del "servizio educativo di mensa" e delle 40 ore del Tempo Pieno? E dell'enfasi sul valore della "collegialità"? E dove è finito il riferimento al valore dell'esperienza degli istituti comprensivi (cioè di quegli Istituti che, sotto la medesima Dirigenza scolastica, sono riusciti a “contaminare” le esperienze didattiche, educative ed organizzative delle scuole dell’infanzia, elementari e delle medie inferiori) ? Noi della Cgil, per descrivere quello che sta succedendo, abbiamo fatto questa “battuta”: quando la confusione è grande si usa dire che la “mano destra non sa quello che fa la sinistra”, ora siamo oltre, è il caso di dire che “la destra non sa quello che fa la destra”. Una cosa, comunque, è certa: lo schema di decreto che sta circolando ferma l'orologio e ci riporta indietro nel tempo.
Sostanzialmente torniamo al maggio scorso e a tutte le manifestazioni di dissenso, protesta, disaccordo espresse da sindacati, associazioni professionali e scuole cremonesi e cremasche di cui anche i giornali a livello locale si sono fatti portavoce. Vuol dire esattamente questo: tornare a quel clima di scontro nel paese sui temi della scuola, come se nulla in questi mesi fosse avvenuto. Il Ministro Moratti ed il Governo hanno il diritto di andare avanti, fino in fondo, mettendo “in pratica” il programma della Casa delle libertà e la propria "politica scolastica", come è giusto e legittimo che sia in democrazia. Chiediamo, però, che questo intento venga attuato con un minimo di chiarezza e di coerenza. Solo così i cittadini (scuole, utenza, genitori, docenti, ecc.) saranno messi nelle condizioni di giudicare e di esprimersi. Nel metodo e nel merito. La Cgil e la Cgil Scuola di Cremona accoglieranno, invece, il primo decreto di attuazione della Legge delega sulla scuola con centinaia di assemblee e con una grande manifestazione nazionale. Con le assemblee , infatti, vogliamo informare le migliaia di lavoratori della scuola cremonese e chiedere loro di esprimersi sull’articolato dello schema di decreto. Vogliamo, inoltre, incontrare i cittadini, le istituzioni, la società civile del nostro territorio per informarli delle scelte con le quali si vuole cancellare la nostra migliore scuola elementare e il ruolo e il valore della Scuola pubblica in questo paese. Come è giusto e legittimo che sia in democrazia.

Cremona 16.09.2003


Per la Segreteria della Camera del Lavoro Per la Segreteria della Cgil Scuola
La Segretaria Il Segretario Generale
Cinzia Fontana Claudio Arcari

 


       



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