15 Settembre, 2002
Acqua Pubblica: Risposta a Salini
A parte la novità del “financing project” che ci ha fatto venire i brividi dietro la schiena...
Acqua Pubblica: Risposta a Salini
A parte la novità del “financing project”
che ci ha fatto venire i brividi dietro la
schiena per le macerie che questa cattiva
idea ha già sparso in mezza europa
Ci ha stupito, e non poco, l’intervista rilasciata
dal presidente dell’ATO Salini sulla Provincia
del 15 Aprile u.s.
A parte la novità del “financing project”
che ci ha fatto venire i brividi dietro la
schiena per le macerie che questa cattiva
idea ha già sparso in mezza europa nei servizi
pubblici (e non solo), ci ha sorpreso il
fatto che il Presidente sostenga (citiamo
testualmente”): “Il tema giuridico è ormai
evaso, sono state analizzate le varie ipotesi
proposte al cda incluse quelle che non facevano
parte del mandato dell’assemblea (Comitato
acqua pubblica e Soresina); è stata effettuata
una disamina giuridica, soprattutto sullo
scorta delle domande che sono emerse nel
corso dell’ultima assemblea. La fase giuridica
quindi volge al termine”.
Quello che sostiene il Presidente, e cioè
che la fase giuridica è orami terminata,
molto semplicemente, non è vero, e per due
motivi:
1) Come riportato dalla stampa locale, il
Comitato il 31 Marzo ha inviato allo stesso
Presidente ed a tutti i Sindaci della Provincia
un comunicato nel quale annunciava la disponibilità
del Prof. Alberto Lucarelli, Ordinario di
Istituzioni di Diritto Pubblico presso il
Dipartimento di Economia dell'Università
Federico II di Napoli, a redarre un parere
pro veritate per dimostrare la fattibilità
giuridica e la sostenibilità economica della
proposta di gestione del servizio idrico
avanzata dal Comitato che, com’è noto, propone
l’affidamento ad una azienda speciale consortile
totalmente pubblica ed ente Strumentale dell’ATO
e cioè di proprietà dei soli Comuni e della
Provincia. Il presidente Salini non ha ritenuto
di approfittare, almeno fino ad ora, anche
di questa opportunità di approfondimento.
2) se l’intento era rispondere alle domande
poste dai Sindaci nell’assemblea del 1° marzo,
non è stata data risposta ad alcuni di loro,
in particolare a quello di Acquanegra, il
quale chiese di utilizzare i 20.000 euro
previsti dal bilancio dell’ATO per pareri
giuridici per richiedere un parere pro veritate
anche sulla proposta del Comitato Acqua Pubblica.
Quindi dobbiamo prendere atto, e lo faranno
anche i Sindaci nonché l’opinione pubblica,
che Salini si rifiuta di sondare la fattibilità
di ciò che abbiamo proposto, “accontentandosi”
del parere dei suoi legali. Forse si è spaventato
del curriculum davvero incredibile del prof.
Alberto Lucarelli o forse, molto più semplicemente,
vuole applicare la sua proposta “a prescindere”.
Inoltre abbiamo recentemente appreso dallo
steso Presidente che avrebbe chiesto verbalmente
ad una membro del Comitato, ovviamente in
maniera provocatoria perché forse crede di
avere a che fare con degli sprovveduti, di
calcolare la tariffa sulla base della nostra
proposta.
A parte che non toccherebbe noi farlo ma
allo stesso Presidente che potrebbe attivare
per questo direttamente il supporto tecnico
dell’ATO, proviamo a “buttare lì” un paio
di considerazioni:
1) i famosi 570 milioni di investimenti previsti
dal piano d’ambito, da remunerare con la
tariffa, nella nostra proposta sarebbero
40 in meno (per la precisione 39.900) e cioè
quel 7% di remunerazione del capitale di
cui il “suo” calcolo deve, per legge, tenere
conto; nella nostra proposta quei 40 milioni,
non essendoci, non graverebbero ovviamente
sulla tariffa;
2) L’Azienda Speciale Consortile, essendo
totalmente pubblica e non società di capitali
ed essendo comunque in grado di dare un gettito
tariffario sufficiente a coprire i costi
di gestione e gli oneri finanziari (cosa
ammessa anche dallo stesso Salini quando
ha giudicato gli aumenti registrati nell’ATO
Cremonese dalla recente indagine di cittadinanza
attiva già sufficienti per garantire i 570
milioni di investimento del piano d’ambito),
avrebbe la possibilità, a differenza di una
società di capitali, di accedere ad un prestito
“irredimibile” garantito dallo Stato da ripartire
successivamente tra i Comuni dell’ATO in
funzione delle effettive necessità; i Comuni
dovrebbero semplicemente impegnarsi a corrispondere
l’interesse sulla loro quota di prestito.
Ci dicono che nelle attuali condizioni di
mercato “l’irredimibile” potrebbe essere
collocato a tassi attorno al 5-6% netto.
L’onere che l’ATO, o chi arriverà al suo
posto, dovrebbe trasferire sulla tariffa
e di conseguenza sui cittadini sarebbe pertanto
piuttosto modesto non essendo necessario
mettere in conto l’ammortamento del capitale.
Inoltre essendo i Comuni impegnati a corrispondere
l’interesse, sarebbero naturalmente indotti
a farlo dichiarando le effettive necessità
e non quel “libro dei sogni” che, non a detta
nostra ma di alcuni sindaci, pare sia il
Piano d’Ambito, efficacemente descritto recentemente
da Giuseppe Torchio come: “A fra, che te
serve?”
Il presidente Salini, se vuole, può tranquillamente
approfondire queste tematiche chiedendo il
parere al Prof. Alberto Lucarelli. Siamo
ottimisti di natura; diamo un’altra possibilità
al Presidente.
Per il Comitato Acqua Pubblica
Giacomo Bazzani
 
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