15 Settembre, 2002
“Caravaggio… i furori”
Lo spettacolo “Caravaggio… i furori” è una sorta di autobiografia immaginaria basata su ipotesi ed avvenimenti reali.
“La Notte dei Musei” anno 2010 – Sesta edizione
“Caravaggio… i furori”
Venerdì 28 maggio 2010 – ore 21.00
Museo Civico “Ala Ponzone”
Ingresso libero
L’evento si inserisce nell’edizione annuale
della rassegna, che ha avuto inizio le passate
settimane e che ha vissuto il suo momento
clou, lo scorso sabato 15 maggio, presso
il Museo Civico “Ala Ponzone”
di Cremona. Si conclude, proprio con quest’appuntamento,
la fortunata manifestazione.
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Piccolo Parallelo Cecchi–Zappalaglio
presenta
“CARAVAGGIO… I FURORI”
Premio Vetrine E.T.I. 1996
con
GIANMARCO ZAPPALAGLIO
testo, regia, luci e scelte musicali
ENZO G. CECCHI
costumi di Edi Zappalaglio
Musiche di E. De Cavalieri - J. Arcadelt
- O. De Lassus - Talking Heads
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NOTE SULLO SPETTACOLO
Lo spettacolo “Caravaggio… i furori” è una
sorta di autobiografia immaginaria basata
su ipotesi ed avvenimenti reali. Abbiamo
immaginato un uomo negli ultimi momenti della
propria vita nascosto a Napoli in attesa
della grazia papale, in attesa di tornare
a Roma. Un uomo febbricitante e stanco consapevole
della propria morte imminente. Con questa
consapevolezza, Caravaggio ripercorre le
varie fasi della propria vita. Fine 1500,
inizi 1600. Michelangelo Merisi nasce forse
a Milano, più probabilmente a Caravaggio,
in provincia di Bergamo, il 29 settembre
1571. C’è stata una diatriba fra diversi
critici anche sulla data di nascita (29 settembre
o 29 ottobre) adducendo anche i caratteri
zodiacali del segno della bilancia e dello
scorpione. Ormai è certo che la data di nascita
è il 29 settembre e per lo spettacolo abbiamo
giocato anche con i caratteri zodiacali della
bilancia (l’attore che interpreta Caravaggio
è della bilancia ed è nato e vissuto a pochi
chilometri di distanza dal paese di nascita
del pittore): se ad una bilancia si tolgono
un po’ alla volta tutte le sicurezze su cui
si appoggia, cosa succede? Caravaggio nasce
e vive la giovinezza in una regione del nord
Italia, la Lombardia, politicamente e artisticamente
chiusa. C’è molta acqua, nebbia, c’è stata
la peste. I maestri di Michelangelo Merisi
sono i pittori lombardi che poco si sono
lasciati influenzare dall’esterno. Quale
sia la spinta ad abbandonare la Lombardia
(morte dei genitori, litigata con i fratelli,
debiti, irrequietezza, voglia di vedere o
conoscere altro…) sta di fatto che ancora
giovane decide di trasferirsi a Roma. Come
si spostava la gente alla fine del 1500?
Probabilmente lungo uno dei tanti percorsi
della fede, popolati da ogni sorta di umanità
fra cui eretici, imbroglioni, frati veri
e finti, predicatori piazzati nei punti strategici
dei percorsi (per tenere sottocontrollo la
situazione)…
Roma: strade polverose e maleodoranti, colori,
profumi diversi e un fiume, il Tevere, che
spesso fuoriusciva dai propri argini. Palazzi
e catapecchie, ricchezza e miseria. Roma
dove convive tutto e il contrario di tutto
e in cui confluiscono le più grandi personalità
religiose, politiche ed artistiche. Papi,
cardinali, preti, grandi committenti, delegazioni
di diverse nazioni, questuanti , spie, ladri,
prostitute e pittori e scultori da tutta
Europa. Ed ancora teologi ed eretici, artigiani
ed operai muratori e carpentieri bresciani
e bergamaschi. Roma segnata da grandi dualità
in cui in realtà tutto non è bene distinto,
ma mescolato. Fazione francese legata ai
francescani, fazione spagnola legata ai gesuiti.
Ricchezza e povertà, splendori e miserie.
Caravaggio, giovane e spesso ammalato (postumi
di un calcio di un cavallo o malaria?) dopo
i primi tempi faticosi va a vivere sotto
la protezione e nella casa del cardinale
Del Monte, ambasciatore del granduca di Toscana,
legato alla fazione francese. Anche la casa
del Cardinale è piena delle contraddizioni
che fanno grande Roma: artisti di diverso
genere, “donne honeste” (prostitute ricche,
chiamate honeste perché in chiesa sedevano
in prima fila dato che erano generose in
opere di carità. In pratica le prostitute
che i grandi prelati tenevano per sé e per
i propri ospiti), giovani ragazzi “a disposizione”
e altrettanti giovani ragazzi dalle voci
portentose ( i “castrati” ).
Infine anche un musicista, Emilio Dè Cavalieri,
precursore del Monteverdi e autore del “Recitar
Cantando”, un libretto che spiega come il
cantante non debba assumere una posizione
statica, ma recitare la musica con determinate
posture del corpo. Troveremo diverse di queste
posture nei quadri di Caravaggio. Nei dipinti
a rappresentazione musicale, ci sono alcuni
spartiti. Da una attenta analisi, si è scoperto
che si tratta di madrigali di Lassus e Arcadelt.
La maggior parte di musiche dello spettacolo
è tratta da brani di “Rappresentazione di
anima e corpo” di Emilio Dè Cavalieri e da
madrigali di Lassus e Arcadelt. Non si sa
se Caravaggio abbia conosciuto le teorie
di Galileo Galilei o Giordano Bruno, ma presumiamo
di si. L’ambiente del Cardinale è un ambiente
colto, pettegolo, curioso, c’ è anche uno
studio di alchimia vietato dalla Chiesa.
Campo dei fiori, dove Giordano Bruno è stato
bruciato, appartiene alla stessa zona di
frequentazione del nostro pittore. Certi
bagliori di fuoco che ci sono nei quadri
posteriori alla morte di Bruno, sono casuali?
Da Giordano Bruno “… i furori” del titolo
dello spettacolo. Sappiamo che Caravaggio,
anche quando andrà ad abitare da solo, amava
anche altre frequentazioni, come le osterie,
i bordelli, ma anche piazza Navona, punto
di ritrovo di ragazzi in cerca di lavoro,
ladri e vagabondi. Sappiamo anche che amava
farsi vedere in giro con la spada e con un
giovane servo che lo seguiva, ma anche giocare
in un parco con un cane piccolo, brutto e
nero. Caravaggio, figlio del suo tempo, brutto,
sporco, cattivo, generoso e geniale come
il suo tempo, “inciampa” poi in un incidente.
L’uccisione di Ranuccio Tommasoni. Noi crediamo
che l’omicidio non sia la causa delle disgrazie
del pittore, ma che succeda nel momento in
cui si era deciso di togliere qualsiasi tipo
di protezione a Caravaggio. La Chiesa vuole
altri parametri per la pittura, è un periodo
di grandi cambiamenti politici e non ultima
la cupidigia dei grandi collezionisti (come
il cardinale nipote Scipione Borghese) che
con ogni mezzo decidono di accaparrare tutto
ciò che è possibile (Beatrice Cenci andata
al rogo. Eccessivo? Questa morte ha però
permesso la requisizione del grande patrimonio
anche artistico della famiglia). Con l’omicidio
e la messa al bando, inizia il periodo delle
continue fughe: Napoli, Malta, Napoli, ancora
Malta, Palermo, Messina e ancora Napoli,
per arrivare a morire a Porto Ercole. E’
questo il periodo più nebuloso e su cui maggiormente
si è fantasticato. Malta: perché prima gli
viene data una importante onorificenza, poi
lo si imprigiona con la definizione di uomo
“putrido e fetido”? Chi è riuscito a farlo
fuggire, dato che è praticamente impossibile
fuggire dal carcere di Malta? Con la prigione
c’entra qualcosa l’inquisizione, o il non
avere ottemperato al voto di castità così
come da regole del cavalierato? Oppure Caravaggio
era una spia e per conto di chi? Chi ha continuato
ad inseguirlo cercando di ammazzarlo: guardie
di Malta? Caravaggio, consapevole della propria
fine, fugge, dipinge in fretta con materiali
scadenti, si nasconde e …. Porto Ercole.
Prima vengono confiscati i suoi quadri e
si suoi beni. Poi la nave parte e lui viene
lasciato a terra a morire. Malaria, febbre
da ferite infette, omicidio? Si sa ora che
la grazia del papa stava per arrivare. Tutto
questo viene raccontato nello spettacolo
per la cui costruzione abbiamo utilizzato
la lingua italiana. A volte, nel racconto
dei ricordi più intimi, o nei momenti di
maggiore stanchezza o euforia, abbiamo utilizzato
il dialetto bergamasco. Nonostante l’abbandono
della sua terra di origine, crediamo che
Caravaggio abbia mantenuto un proprio “carattere
lombardo e bergamasco”, lo si vede nella
pittura, l’abbiamo specificato anche con
la parola. Infine abbiamo inserito nel testo
alcune frasi nell’italiano del 1600. Frasi
tratte dai monologhi di un grande predicatore,
cupo e farneticante, il Panigarola, e la
reale trascrizione di uno dei tanti processi
in cui Caravaggio è incorso. Che risulta
essere quasi un trattato di storia dell’arte:
“… io fui preso l’altro giorno a Piazza Navona,
ma la causa et l’occasione io non so… l’esercizio
mio è di pittore… io credo di cognoscere
quasi tutti li pittori di Roma…” Per quanto
riguarda le musiche, abbiamo principalmente
utilizzato brani tratti da “Rappresentazione
di anima e corpo” di Dè Cavalieri e diversi
madrigali di Lassus e Arcadelt. Ad esclusione
di un pezzo musicale dei Talking Heads che
ci serviva a dare un momento di rottura e
di cambiamento. C’è una fase iniziale dello
spettacolo in cui l’attore interpreta il
personaggio Caravaggio per arrivare un po’
alla volta – seconda fase - ad impadronirsi
del personaggio e diventare, in una sorta
di ipnotica identificazione, carne della
sua carne e sangue del suo sangue. Il nostro
Caravaggio è un uomo ferito e umiliato, ma
non sconfitto.Un uomo che muore e maledice
con tutte le proprie forze. Non in italiano,
ma nella sua lingua bergamasca: “maledehe”.
Enzo G. Cecchi
Di seguito i vari momenti dello spettacolo:
• Nascita e infanzia in Lombardia
• Il viaggio a Roma
• La vita a Roma
• A casa del Cardinale Del Monte
• La fama
• L’ assassinio di Ranuccio Tommasoni
• La fuga a Napoli
• Da Napoli a Malta e Palermo
• In attesa della grazia
• Morte e maledizione finale
 
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