15 Settembre, 2002
Nando e Maila, fisarmoniche e tamburi, salamelle e kebab…
Meditando sulla Babylonia della Festa2004 dell’Unità
Una accurata analisi sociologico-statistica confermerebbe l’empirica
sensazione di un intimo legame tra affermazione del centro-sinistra alle
elezioni amministrative e riuscita (esistenza o sopravvivenza) delle Feste dell’Unità?
Mah. Nel dubbio, mai sottovalutare la forza aggregativa delle salamelle, del
buon vino, dei divertimenti semplici. Nel dubbio auguriamoci molte altre
generazioni di pizzaioli e di cuoche delle serate e delle ferie sacrificate,
ponendo meritata fiducia in questa generosità che odora di torta fritta. E tra
i veterani e le veterane delle cucine, della pesca e di altri mestieri “da
festa” i praticanti, freschi e volenterosi, non mancano. Quando si dice “tramandare
un sapere”…
I giovani in questa Festa 2004 hanno un loro spazio: Babylonia. Spazio
alternativo ma non contrapposto; ha la stessa anima pur parlando un altro
linguaggio. Parla altre lingue e diffonde buoni odori di terre lontane, si muove
al ritmo di strani tamburi. Non sempre. A volte ripropone brandelli strappati
all’oblio di una cultura “nostrana” che fu.
Nando & Maila in una serata a Babylonia. Musicisti dalle mille abilità
strumentali (un vorticare di fisarmonica, violino, tamburelli, mandolini e quant’altro);
versatilità vocalica in una tavolozza di sfumature tra sonorità sarde, musica
sacra, canzoni popolari del Sud e del Nord; ironia della migliore tradizione da
avanspettacolo, acrobazie - mozzafiato e insieme poetiche - su un velo morbido
che si trasforma in una fune tesa come le corde del violino che vibra la musica
da sottofondo. Signore i signori, ecco a voi Maila Sparapani e Ferdinando D’Andria,
marchigiana lei, pugliese lui, bolognesi d’adozione. (Per trovarli “nella
rete”: www.nandoemaila.it) Uno spettacolo che nasce da studi di musica,
di danza, di teatro, da esperienze di osservazione di culture come quella dei
rom. Uno spettacolo che nasce soprattutto dall’anima, da qualcosa a loro non
tramandato dai geni ma dalla forza di una cultura di tradizionale orale che
trova e ritrova i modi per affermarsi. Uno spettacolo leggero leggero… con
migliaia di anni di storia alle spalle. Oggi li chiamiamo artisti di strada.
Ciò che Nando e Maila fanno oggi, ieri era Lo Spettacolo popolare, popolare
perché “del popolo”.
Far diventare “spettacolo” la cultura tradizionale, spesso è pura
mercificazione, strizzata d’occhio populista. Nando e Maila nella Babylonia
cremonese fanno ben sperare, fanno sognare e meditare su cose semplici, genuine,
intelligenti. Auguri a loro e ai giovani della Festa della “Unità in
Babylonia”. Salamelle e kebab. Quest’ultimo magistralmente preparato da un
pakistano.
M.T.
 
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