15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale - Seduta del 29 maggio 2006
Convenzione per la costituzione e il funzionamento del «Sistema Museale della Provincia di Cremona»
Interrogazione in data 20 aprile 2006 presentata dai Consiglieri Comunali del
Gruppo “Forza Italia” Salvatore Carlo Malvezzi e Ilaria Rita Giordano,
riguardante l’impianto semaforico realizzato lungo la via Novati, incrocio con
le vie Flaminia e Ippocastani (Testo dell’interrogazione: Premesso che
il Comune di Cremona ha recentemente realizzato un nuovo sistema di regolazione
semaforico e modificato il flusso viabilistico in corrispondenza dell’incrocio
tra le vie Novati – Flaminia – Ippocastani; la soluzione adottata è risultata
eccessiva e irrazionale rispetto alle effettive condizioni di traffico della
zona con aumento degli ingorghi, allungamento dei percorsi, ed incremento dei
disagi per gli automobilisti e per i residenti; le modifiche alla viabilità
apportate del Comune hanno inoltre comportato l’eliminazione di numerosi posti
di libera sosta a disposizione dei residenti, i quali hanno espresso lamentele
anche attraverso la stampa locale; la soluzione al problema della sicurezza
degli alunni della scuola sarebbe stato facilmente risolvibile con un semplice
semaforo con funzionamento ad orari o a chiamata, con notevole contenimento
della spesa; a distanza di pochi giorni dall’ultimazione del sistema semaforico
sopra descritto, il Comune di Cremona ha avviato nuovi lavori di modifica dello
stesso impianto; si chiede di comunicare al Consiglio Comunale le risposte ai
seguenti quesiti: Quali sono le motivazioni che hanno indotto il Comune di
Cremona a realizzare l’attuale sistema di regolazione del traffico all’incrocio
tra via Novati e le vie Flaminia e Ippocastani e quali costi sono stati
sostenuti? Per quale ragione il Comune di Cremona ha recentemente avviato nuovi
lavori di modifica dell’impianto in oggetto? Quali soluzioni si intendono
adottare per ovviare alla situazione di oggettivo disagio provocato agli
automobilisti ed ai residenti a causa degli ingorghi provocati dal nuovo
impianto e quali costi aggiuntivi si prevedono? E’ intenzione del Comune
ripristinare i posti di sosta per i residenti ed in caso affermativo in quale
ubicazione? Di chi sono le responsabilità della progettazione del sistema di
regolazione del traffico adottato dal Comune?).
All’interrogazione ha risposto l’Assessore al Traffico e alla Mobilità
Daniele Soregaroli: I problemi da affrontare, in ordine di priorità, erano
essenzialmente tre: proteggere gli attraversamenti, sia veicolari che pedonali,
di via Novati, ridurre la velocità e difendere il passaggio degli alunni e dei
genitori di fronte al plesso scolastico Quest’ultimo era considerato un
obiettivo importante ma di secondaria urgenza poiché questo attraversamento era
ed è utilizzato essenzialmente in orari in cui la Polizia Locale garantisce la
presenza. Particolare fonte di preoccupazione era generata dall’intersezione
Novati/Ippocastani, per diversi motivi: la velocità dei veicoli in transito
lungo la via principale - testimoniata negli anni da alcuni incidenti spesso
mortali sulla curva con via Giordano; le numerose immissioni possibili tra le
due strade che creavano una serie di incroci difficilmente governabili; la
differenza considerevole di flussi veicolari, notevolmente elevati sulla
direttrice principale, che rendevano difficile l’immissione dei veicoli e
l’attraversamento degli utenti deboli. Al di là della superficiale sensazione
del cittadino comune, la situazione, alquanto preoccupante, emergeva
inequivocabilmente analizzando i dati sugli incidenti stradali, la sola Polizia
Locale, nel tratto interessato, dal 1997 al 2005 rilevava 37 incidenti con ben
35 feriti: numeri non trascurabili, per una realtà come la nostra. A fronte di
quanto sopra la posa di un apparato semaforico che regola gli attraversamenti e
di fatto modera la velocità, concentrando tutte le immissioni in via Novati nel
punto regolato dall’impianto, sembrava seguire una corretta logica
progettistica, perseguendo in modo corretto la sicurezza della circolazione
stradale. L’impianto posizionato allo sbocco di via Ippocastani assolve inoltre
ad un altro importante compito: proteggere i pedoni ed i ciclisti che
attraversano prioritariamente in quel punto per recarsi in via Fontana,
Flaminia. Il numero dei ciclisti è certamente destinato ad aumentare dopo il
completamento della pista ciclabile n. 14 “S. Sigismondo – Porta Romana”,
inserita nel Piano della rete ciclabile del Comune di Cremona che, per ora,
termina in via Ottolini ma che sarà prossimamente prolungata, attraverso piazza
dell’Aeronautica ed il marciapiede ciclo pedonale realizzato in concomitanza dei
lavori, sino a questo incrocio. L’installazione dell’impianto è purtroppo
coincisa con la realizzazione del progetto di centralizzazione degli impianti
semaforici, questo ha creato alcune criticità legate all’’inserimento nel
sistema di coordinamento; richiedeva tempi tecnici particolarmente lunghi
l’attuazione del funzionamento ad orari, dell’impianto fronte scuole, al punto
che, decidevo di attivare ugualmente l’impianto, funzionato a lampeggio per
diversi mesi, anche se l’impianto doveva funzionare senza la chiamata e le opere
di realizzazione del percorso ciclo pedonale non erano terminate. Il
provvedimento, attuato da subito per migliorare le condizioni di sicurezza, ha
creato disagio ai residenti, sia per l’assetto viario che per le code che si
formavano (non risulta traccia di problemi legati alla sosta dei veicoli). Con
molta disponibilità, allora, gli uffici hanno incontrato i rappresentanti dei
cittadini della zona sia negli uffici comunali che in prossimità dell’impianto,
indicando loro le modifiche ancora in atto, fornendo indicazione sui tempi di
realizzazione, e tutte le persone incontrate si sono dichiarate soddisfatte
delle risposte ottenute, così come si evince dalla lettera consegnata da un
gruppo di residenti dopo aver ricevuto a domicilio nota che preannunciava la
presentazione dell’interrogazione in Consiglio Comunale, giunta parecchi giorni
dopo. Relativamente ai costi questi sono quelli indicati nel preventivo
presentato da AEM in data 11.10.2004 € 36.961 +IVA poiché nel progetto
originale, che pur contemplava la chiusura di via Ippocastani, erano già
previsti il funzionamento ad orari del semaforo pedonale, nonché l’eventuale
riapertura della via, nel preventivo erano quindi già computati i oneri relativi
alla attuale situazione. La riapertura è, di fatto, consistita nella rimozione
delle transenne. Relativamente alla responsabilità della progettazione e della
regolamentazione degli impianti il progetto di massima è stato realizzato
dall’Ufficio Traffico e Mobilità del Comune in collaborazione con il Servizio
Segnaletica di AEM Cremona S.p.A.
Per il consigliere Malvezzi, che si è detto non soddisfatto della risposta
ottenuta, sarebbe stato sufficiente un semaforo a chiamata e ha espresso
critiche alle soluzioni adottate dall’Amministrazione Comunale.
Approvazione della bozza di convenzione tra la Provincia di Cremona e i
soggetti gestori dei musei e delle raccolte museali per la costituzione e il
funzionamento del “Sistema Museale della Provincia di Cremona”.
La Regione Lombardia, nel quadro delle competenze di gestione e
valorizzazione dei beni culturali affidatele dalla normativa, ha delegato alle
Province le funzioni relative allo sviluppo di forme locali di gestione
associata di beni e servizi culturali. La Regione ha quindi assegnato alle
Province un cofinanziamento per l’elaborazione di studi di fattibilità per la
costituzione di Sistemi Museali e di gestione associata di beni e servizi
culturali, e ha poi approvato i criteri per il processo di certificazione dei
musei e delle raccolte museali, ha definito i profili professionali degli
operatori museali ed ha indicato la partecipazione a sistemi locali di gestione
integrata di beni e servizi museali come un opportuno strumento per facilitare
il raggiungimento degli standard minimi di qualità. Sulla base della positiva
esperienza maturata in questi anni nell’ambito dell’attività del preesistente
“Sistema Museale Cremonese” ed in relazione alle prospettive di sviluppo
individuate nello studio di fattibilità, la Provincia di Cremona e i soggetti
gestori dei musei e delle raccolte museali sono pervenuti alla determinazione di
formalizzare un piano di collaborazione per la costituzione e il funzionamento,
in via sperimentale per il triennio 2006-2008, del nuovo “Sistema Museale della
Provincia di Cremona”. E’ stata pertanto rilevata l’oggettiva convergenza di
intenti finalizzati ad individuare attività comuni per temi e settori di
interesse tali da costituire un proficuo terreno di crescita nelle esperienze
mussali. La Provincia di Cremona il 12 aprile 2006 ha comunicato che è stata
approvata la Convenzione tra la Provincia di Cremona e i soggetti gestori dei
musei e delle raccolte museali per la costituzione e il funzionamento Sistema
Museale della Provincia di Cremona. Il Consiglio Comunale viene pertanto chiesto
di aderire, per il triennio 2006-2008, al Sistema Museale della Provincia di
Cremona, dando atto che per il funzionamento del Sistema Museale Cremonese è
costituito un Comitato di coordinamento con sede presso la Provincia di Cremona.
L’oggetto, posto in votazione, è stato approvato con l’astensione della Lega
Nord.
Approvazione della bozza della nuova convenzione da stipularsi tra il Comune
di Cremona e l’Università degli Studi di Pavia per il funzionamento della
Facoltà di Musicologia.
Il Consiglio Comunale è stato chiamato ad approvare la bozza di convenzione
da stipularsi tra il Comune di Cremona e l’Università degli Studi di Pavia per
il funzionamento della Facoltà di Musicologia, dando atto che la convenzione
prevede a carico del Comune di Cremona la corresponsione di un contributo annuo
€ 66.000,00, che sarà aggiornato, a decorrere dal 2008, sulla base della
variazione dell’indice ISTAT. Dal 1951 è presente a Cremona la Scuola di
Paleografia e Filologia Musicale, dapprima come struttura didattica
dell’Università degli Studi di Parma e, dal 1971, dell’Università degli Studi di
Pavia. Con atto del 19 novembre 1973 veniva stipulata tra l’Università degli
Studi di Pavia e il Comune di Cremona una convenzione che regolamentava i
rapporti circa il funzionamento della Scuola di Paleografia e Filologia
Musicale. Con atto del 1991 veniva stipulata tra l’Università degli Studi di
Pavia e il Comune di Cremona una nuova convenzione. La Scuola di Paleografia e
Filologia Musicale è stata successivamente trasformata in Facoltà di
Musicologia. Il Comune di Cremona e l’Università degli Studi di Pavia concordano
per giungere ad un nuovo rapporto convenzionale, ricordando che è volontà di
entrambi mantenere a Cremona la sede e i corsi della Facoltà di Musicologia. Da
qui la predisposizione del nuovo testo della convenzione che scadrà il 30
settembre 2009.
L’oggetto, messo ai voti, è stato approvato all’unanimità.
Mozione in data 4 maggio 2006 presentata dal Gruppo Consiliare di Alleanza
Nazionale - primo firmatario Irene Nicoletta De Bona - relativa alla richiesta
di realizzare a Cremona la CowParade, in concomitanza con la Fiera
Internazionale del Bovino da Latte (Testo della mozione: La Cowparade
è una mostra d’arte itinerante alla luce del sole che ha come soggetto le mucche
dipinte e disegnate da artisti di tutto il mondo. Le mucche sono in vetroresina,
pesano 60 kg e sono altre 1,40 cm. La Cowparade è nata a Zurigo nel 1998 da
un’idea dello scultore svizzero Pascal Knapp, al fine di incrementare il
commercio del centro città. Le varie manifestazioni hanno avuto un notevole
successo in tutte le città coinvolte: New York 2000, Sidney 2001, Londra 2002,
Tokyo 2003, Praga 2004, Firenze 2005, Parigi 2006. La Cowparade, oltre ad essere
un evento di arte e solidarietà, da un punto di vista squisitamente commerciale
si presta ad essere declinato in numerose forme di promozione e comunicazione
aziendale. Tutto ciò premesso e considerato il fatto che Cremona, ogni anno,
ospita la prestigiosa Fiera Internazionale del Bovino del latte; considerato che
Cremona è la “patria” del bovino da latte e ospita importanti Associazioni di
categoria legate al bovino; considerato che la Cowparade è un evento di
carattere internazionale ed avrà una notevole risonanza mediatica e di afflusso
di visitatori, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta comunale a
contattare l’Ente organizzatore della Cowparade, per valutare la possibilità di
ospitare a Cremona la mostra itinerante in concomitanza con la Fiera
Internazionale del Bovino del latte che si svolgerà dal 26 al 29 Ottobre 2006;
impegna altresì il Sindaco e la Giunta Comunale a prendere contattato con
CremonaFiere S.p.A., con gli Enti locali potenzialmente interessati
all’iniziativa, con le Associazioni di categoria del territorio).
Ha aperto il dibattito il Vice Sindaco Luigi Baldani che ha confermato come
la Cowparade sia una manifestazione di alto livello, che richiama l’attenzione
di artisti da tutto il mondo. Terminato l’evento, diverse mucche vengono poste
all’asta ed il ricavato viene poi devoluto in beneficenza. L’idea di portare
questa iniziativa a Cremona nasce un anno e mezzo fa, con l’obiettivo di
collocare l’iniziativa parallelamente alla Fiera del Bovino da Latte nel 2008,
quando ci sarà il confronto europeo della razza frisona. La Provincia di
Cremona, indicata quale esecutrice, ha già preso contatti con il vice presidente
della Cowparade e con l’associazione allevatori che si sono detti disponibili ad
ospitare questa manifestazione. Sono seguiti contatti per organizzare un
incontro preparatorio all’evento, anche se per problemi l’incontro non si è
potuto tenere, permane comunque la disponibilità a tenere l’evento a Cremona. Da
qui al 2008 dovranno essere approfonditi tutti i temi legati ad una simile
manifestazione, coinvolgendo sponsor e altri enti, penso ad esempio alla Camera
di Commercio e alle categorie economiche che non potrebbero che trarre beneficio
da questo evento, naturalmente se ben sensibilizzati. In questo modo si
potrebbero utilizzare tutti gli angoli della città dandole un tocco di
modernità, anche perché le opere sono di livello artistico alto. Il passaggio
fondamentale è quello dei costi, che devono essere tutti sondati per poi
intervenire: gli enti locali non possono essere lasciati soli in questo impegno.
E’ quindi intervenuto il consigliere Piergiorgo Boni (DS) che, alla luce di
quanto spiegato dal Vice Sindaco, ha chiesto di trasformare la mozione in
raccomandazione con l’impegno della Giunta a tenere informato il Consiglio
Comunale. Matteo Lodi, per i Verdi, ha espresso perplessità su questo tipo di
mostra, definita poco stimolante per la partecipazione dei cittadini, dicendo
però che se si tratta di non impegnare risorse pubbliche per tale evento si può
procedere. Irene Nicoletta De Bona ha lamentato che il Consiglio Comunale non
fosse stato informato dell’iniziativa dell’Amministrazione e ha respinto la
proposta di trasformare la mozione in raccomandazione. Il Vice Sindaco ha
ribadito l’invito a ritirare la mozione, dato che la Giunta ha già contattato
gli organizzatori e i possibili partner dell’iniziativa. De Bona ha respinto
l’invito limitandosi a modificare il riferimento all’anno in cui tenere la
manifestazione. Terminato il dibattito, la mozione è stata respinta con 22
astensioni e 13 voti a favore, questi espressi dalla minoranza.
Mozione in data 6 maggio 2006 presentata dal Capogruppo del Gruppo Consiliare
“La Margherita” Giuseppe Ceraso in cui chiede di intitolare a Domenico Luzzara
lo stadio comunale di Cremona (Testo della mozione: La scomparsa di
Domenico Luzzara ha suscitato grande emozione in tutti quelli che lo hanno
conosciuto ed apprezzato, come uomo e come sportivo, per la sua semplicità, per
la sua genuinità e per il suo amore verso la sua città. Ha guidato il calcio
cremonese per trentacinque anni riportando successi inimmaginabili. Ha fatto
conoscere Cremona a tutta Italia e anche fuori i confini nazionali. Pertanto,
facendomi interprete della volontà, posso dire dell’intera cittadinanza e di
personalità importanti anche del calcio italiano, come dimostrato dalla
partecipazione di cordoglio al suo funerale, chiedo che l’intero Consiglio
Comunale, con la massima sollecitudine, come segno tangibile di riconoscenza
della città ad un grande cremonese, si esprima favorevolmente per intitolare al
nome di Domenico Luzzara lo stadio comunale di Cremona).
Il dibattito è stato aperto dal consigliere Pierluigi Rossetti, Rifondazione
Comunista, che ha definito la proposta seria e rispondente al sentire di tanti
cittadini, però potrebbe essere opportuno, prima di decidere, avviare un
confronto, una riflessione, visto che lo stadio ha da tanti decenni un nome e
una storia radicata, coinvolgendo tutto il mondo dell’associazionismo sportivo,
dei tifosi, delle squadre amatoriali che gira intorno a questo impianto. Il
consigliere Piergiorgio Boni, DS, ha ricordato la figura di Domenico Luzzara e
ha detto che il suo gruppo aderirà a tutte le iniziative che il Consiglio
Comunale approverà. Per Camillo Zilioli, Forza Italia, la proposta avanzata da
Giuseppe Ceraso è accettabile, molto meno quella avanzata da Rossetti: si
potrebbe abbinare da subito al nome Zini quello di Luzzara, che merita di essere
ricordato, soprattutto per i più giovani. Matteo Lodi ha preannunciato la
propria astensione dichiarando che il Consiglio Comunale ha argomenti prioritari
di cui occuparsi rispetto ad intitolazioni di vario tipo. Italico Maffini, per
la Lega Nord, pur riconoscendo i meriti di Domenico Luzzara, se Zini si è
meritato l’intitolazione dello stadio, non merita che il suo nome venga
cancellato. Il dibattito è proseguito con l’intervento del Sindaco che ha detto
di apprezzare la sollecitazione del consigliere Giuseppe Ceraso a trattare la
questione. Quella di Zini, per Corada, è una bella figura da ricordare: bisogna
pertanto trovare il modo di onorare Luzzara senza dare l’impressione di fare
sgarbi a Zini, magari facendo una doppia intitolazione, oppure denominando il
piazzale antistante lo stadio. Pertanto il Sindaco ha proposto di fare verifiche
e di chiedere alla Prefettura l’esonero dei dieci anni, trovando una formula per
raggiungere l’obiettivo. Il consigliere Giuseppe Ceraso si è detto perfettamente
d’accordo sulla doppia intitolazione, non ritenendo appropriati altri modi,
respingendo l’idea di una sorta di referendum. Per Guido Borsella il Consiglio
Comunale non è il luogo più appropriato per discutere di intitolazioni,
sull’onda della quotidianità, perché esistono delle norme e queste vanno
rispettate. Il consigliere Ceraso ha infine dichiarato di modificare la propria
mozione, dicendosi favorevole che avvenga la doppia intitolazione dello stadio.
Piergiorgio Bergonzi, Comunisti Italiani, ha ricordato la regola dei dieci anni
che devono trascorrere dalla scomparsa della persona: indipendentemente dal caso
specifico l’intitolazione ad una personalità è una questione civica importante e
significativa ed i dieci anni sono posti per verificare se nulla osta. Se si
creano precedenti, ha concluso Bergonzi, su qualsiasi proposta fatta non si
potrà più invocare la norma dei dieci anni. Bergonzi ha dunque chiesto se il
Consiglio è titolato a pronunciarsi nonostante la norma esistente. Il
consigliere Pierluigi Rotelli, tenuto conto delle diverse ipotesi emerse, ha
chiesto a questo punto una sospensione per avere l’opportunità di riformulare la
proposta avanzata dal consigliere Giuseppe Ceraso, sospensione che il Presidente
del Consiglio Mauro Fanti ha concesso. Alla ripresa dei lavori consiliari il
Sindaco ha fatto una proposta mirata a contemperare le varie ipotesi emerse,
ovvero: “Il Consiglio Comunale da’ mandato al Sindaco e alla Giunta Comunale di
verificare la possibilità di intitolare al nome di Domenico Luzzara lo stadio
comunale di Cremona, rispettando nel contempo la memoria di Pietro Giovanni
Zini”. Posta ai voti la mozione così modificata, su 39 presenti, i favorevoli
sono stati 30, gli astenuti 6 e tre consiglieri (Matteo Lodi, Guido Borsella e
Piergiorgio Bergonzi) non hanno votato pur rimanendo in aula. Si sono astenuti
Pierluigi Rossetti, Giacomo Zaffanella, Claudio Demicheli, Italico Maffini,
Paola Trombini e Cinzia Zampini.
Mozione presentata dal Gruppo Consiliare di “Alleanza Nazionale” - primo
firmatario Irene Nicoletta De Bona - in cui si chiede di intitolare una via o
una piazza cittadina alla memoria di Fabrizio Quattrocchi (Testo della
mozione: Premesso che il 14 aprile del 2004 veniva ucciso a sangue freddo
in Iraq Fabrizio Quattrocchi dopo esser stato sequestrato da ignoti criminali
insieme ad altri tre colleghi, Umberto Cupertino, Maurizio Agliana, Salvatore
Stefio; il filmato dell’uccisione di Quattrocchi, in accordo con i familiari, è
stato mandato in onda dai telegiornali nazionali italiani il 9 gennaio 2006,
dopo una prima emissione effettuata dalla rete televisiva Al Jazeera subito dopo
l’assassino; il video mostra Quattrocchi in evidente condizione di prigioniero,
nell’impossibilità di difendersi o reagire, accovacciato in una buca, con il
viso coperto dal tipico copricapo arabo – palestinese denominato “kefiah”, con
le mani legate, circondato dai suoi sequestratori – assassini, che lo minacciano
con le armi prima di sparargli; prima di essere ucciso, Fabrizio Quattrocchi
chiede di poter levare la “kefiah”, ma riceve un rifiuto, e subito dopo dice,
come estreme parole: “Vi faccio vedere come muore un italiano”. Considerato che
nel filmato l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi appare come una barbara e feroce
esecuzione durante la quale i suoi assassini sparano senza mostrare alcuno
scrupolo; la vittima dell’esecuzione, chiedendo di poter levarsi dagli occhi la
“kefiah”, dimostra di non aver alcuna paura a guardare negli occhi i suoi
carnefici affrontando un destino che gli appare ormai chiaro; le quattro guardie
del corpo italiane avevamo volontariamente, liberamente e consapevolmente scelto
di mettere a rischio la vita svolgendo il loro lavoro in un Paese in cui
l’ordine pubblico era praticamente assente ed i rischi per l’incolumità
altissimi come opportunità per la loro carriera e anche come buona occasione di
guadagno, che avrebbe sicuramente aperto loro molte opportunità una volta
rientrati in Italia; le quattro guardie del corpo italiane avevano fino a quel
giorno operato per garantire il controllo dell’ordine pubblico e la regolare
ripresa delle attività in un Paese martoriato dalla guerra; nonostante la loro
attività li mettesse ogni giorno a rischio della vita, come è poi
effettivamente, e purtroppo, accaduto, Quattrocchi e i suoi colleghi sono stati
additati nel nostro Paese da alcuni ambienti della sinistra come mercenari e
guerrafondai e lui stesso secondo le notizie giunte dall’Iraq, sarebbe stato
ucciso perché arbitrariamente ritenuto una spia; ai funerali di Quattrocchi che
si sono tenuti nella sua città d’origine, Genova, nonostante l’estrema gravità
di quanto accaduto, il sindaco non ha nemmeno partecipato; le ultime parole
pronunciate da Fabrizio Quattrocchi testimoniano il suo grandissimo coraggio e
la sua fiera dignità di cittadino italiano, che nel momento in cui si trova a
dover affrontare la morte dedica un estremo pensiero al suo Paese come altri
hanno fatto prima di lui nella storia italiana ottenendo la qualifica di “eroi”,
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta ad intitolare una via o una
piazza cittadina alla memoria di un italiano esemplare, vittima di un barbaro e
cinico terrorismo, che ha saputo affrontare con estrema dignità la morte e
l’unica “colpa” di aver scelto un’opportunità di lavoro ad alto rischio per
poter migliorare la sua posizione professionale e guadagnare quello che avrebbe
potuto permettergli una vita più tranquilla in Italia. Invitiamo, inoltre, il
Sindaco, la Giunta ed il Consiglio comunale a dedicare ogni anno un momento di
ricordo e riflessione per Fabrizio Quattrocchi il 14 aprile, giorno della sua
esecuzione, con una cerimonia di commemorazione ed un minuto di silenzio in
consiglio comunale, in onore della sua fiera dignità di italiano, nel nome del
nostro Paese e del Tricolore).
Dopo che la mozione è stata illustrata, a nome del gruppo di Alleanza
Nazionale, da Chiara Capelletti, è intervenuto il consigliere Matteo Lodi che si
è detto in completo disaccordo e ha annunciato come contro proposta un proprio
ordine del giorno per intitolare una via o una piazza ai civili morti in Irak,
ritenendo che non siano degni di essere ricordati coloro che vanno in luoghi di
guerra per ragioni economiche. Andrea Virgilio, DS, pur valutando la dignità
umana della morte di Quattrocchi, ha ricordato le tante altre morti. Pertanto ha
chiesto sia ad Alleanza Nazionale che a Matteo Lodi di ritirare le loro mozioni
mostrando, con una raccomandazione, attenzione a tutte le vittime del
terrorismo. Matteo Lodi ha dichiarato che la sua era una provocazione contro la
politica delle intitolazioni dicendo di non presentare alcun documento.
Pierluigi Rossetti, Rifondazione Comunista, ha preannunciato il voto contrario
del proprio gruppo alla mozione di Alleanza Nazionale respingendo così la logica
della guerra e del terrorismo che ha prodotto migliaia di vittime civili e
militari, conseguenza di una guerra sbagliata, pur nel pieno rispetto del dolore
per la morte di Fabrizio Quattrocchi, sulla cui vicenda si sa però ancora troppo
poco. Chiara Capelletti, sostenendo che gli italiani sono presenti in Irak sotto
l’egida dell’ONU e non hanno partecipato ad alcuna guerra, ha sostanzialmente
accolto la proposta di Andrea Virgilio, chiedendo però che in una data prossima
al 14 aprile si organizzi una giornata di commemorazione per tutte le vittime
del terrorismo. Matteo Lodi, pur apprezzando la modifica, ha dichiarato che sono
state però dimenticate dalla proponente le vittime civili provocate dalla
guerra. Dopo una breve sospensione dei lavori consiliari, Chiara Capelletti ha
dichiarato di ritirare la mozione presentata e ha letto il seguente ordine del
giorno sostitutivo: “Si impegna il Consiglio Comunale di Cremona a dedicare
un minuto di silenzio durante il Consiglio Comunale in prossimità della data
della data del 14 aprile di ogni anno, in commemorazione di tutte le vittime del
terrorismo e della guerra” . Il consigliere Piergiorgio Bergonzi, pur
apprezzando le modifiche “positive” apportate, ha dichiarato il suo voto
contrario, per l’indicazione di una data specifica, sostenendo la necessità di
dedicare non solo un minuto di silenzio, ma un momento di riflessione e di
partecipazione sul tema della guerra e del terrorismo attraverso un dibattito
politico. Per questo Bergonzi ha chiesto alla proponente di togliere la data,
lasciando al Consiglio Comunale di decidere quale momento più opportuno
scegliere. Pierluigi Rotelli, DS, ha concordato sul fatto di non indicare una
data precisa: meglio una data casuale sulla quale ogni anno fermarsi per
dibattere sul tema della guerra e del terrorismo. Chiara Capelletti ha respinto
l’invito a togliere l’indicazione della data, perché significherebbe
“vergognarsi di sentirsi italiani”. Terminato il dibattito, è stato posto in
votazione l’ordine del giorno sostitutivo presentato da Alleanza Nazionale che è
stato respinto: a favore si sono espressi Forza Italia, Alleanza Nazionale e
Lega Nord, astenuti i componenti del gruppo de La Margherita e Guido Borsella
dell’UDC, contrari tutti gli altri. Si è passati poi alla votazione dell’ordine
del giorno alternativo presentato da Rotelli, Ds (“Chiede che il Consiglio
Comunale dedichi, ogni anno, un momento di riflessione su tutte le vittime del
terrorismo e della guerra”), che è stato approvato a larga maggioranza. Si sono
espressi con voto contrario i rappresentanti di Forza Italia, Alleanza
Nazionale, Lega Nord e UDC.
Mozione in data 23 gennaio 2006 presentata dal Capogruppo del Gruppo
Consiliare “Verdi per la Pace” Matteo Lodi in ordine ai recenti interventi
edilizi eseguiti nei pressi delle Mura Civiche e, in particolar modo, del
baluardo di Porta Mosa (Testo della mozione: Considerato che recenti
interventi edilizi, eseguiti nei pressi delle Mura Civiche, e, in particolar
modo, del baluardo di Porta Mosa, hanno suscitato perplessità nell’opinione
pubblica cittadina ed interrotta una tradizione di tutela che sembrava da
decenni consolidata; considerato che tali interventi rischiano di alterare
gravemente quanto resta di un patrimonio storico e ambientale degno del massimo
interesse, deturpando irreparabilmente parti significative del panorama urbano;
considerato che la legittimità di tali interventi sembra da attribuirsi alla
insufficiente salvaguardia definita dal nuovo Piano Regolatore cittadino nei
confronti delle Mura Civiche e dei terreni circostanti, interni ed esterni al
perimetro della città antica; considerato che il perdurare di una simile
situazione, oltre ad essere foriero di ulteriori disagi ambientali, rischia
anche di determinare incertezze negli operatori immobiliari, il Consiglio
Comunale impegna la Giunta e l’Assessorato all’Urbanistica, in particolare, ad
eseguire con la massima urgenza le seguenti operazioni: ricognizione circa i
residui rischi che ulteriori costruzioni vengano edificate nei pressi delle mura
cittadine; specificazione del testo delle vigenti norme tecniche di attuazione
del PRG in modo da evitare che nel prossimo futuro abbiano ad evidenziarsi
ulteriori episodi di disturbo ambientale; adozione delle necessarie varianti di
PRG, nei limiti concessi dalla legislazione vigente, ovvero adozione della
strumentazione attuativa di iniziativa pubblica atta a preventivamente tutelare
quanto più possibile i terreni interessati).
L’assessore Daniele Soregaroli, riferendosi alle premesse della mozione, ha
dichiarato che queste hanno già trovato risposte nel dibattito fatto a suo tempo
sull’argomento. Per l’amministratore sono stati attuati tutti gli strumenti
possibili per tutelare il complesso di Porta Mosa, inoltre gli interventi hanno
quanto meno portato alla demolizione di edifici dismessi e degradati a ridosso
delle mura: l’alterazione era antica e si è cercato di rimediare al meglio. A
conclusione del dibattito svoltosi in passato, si sta lavorando come
Amministrazione nei confronti dei privati per avere a disposizione quanto prima
non solo la somma sufficiente ma anche un progetto di restauro completo del
bastione e delle mura. Per quanto riguarda il dispositivo di impegno della
mozione, l’Assessore ha ricordato che con la nuova legge regionale per il
governo del territorio la nuova strumentazione urbanistica sarà governata dal
Piano del Governo del Territorio (PGT), a seguito del quale è stato avviato
l’avvio della definizione di questa nuova strumentazione. Pertanto le ipotesi
avanzate nella mozione sono, a giudizio dell’Assessore, sbagliate in termini
temporali, in quanto il Piano Regolatore verrà sostituito dal PGT.
Sull’argomento il consigliere Piergiorgio Bergonzi ha chiesto se, apportando le
opportune modifiche, la mozione potesse essere fatta propria dalla Giunta, pur
ricordando che le perplessità su quanto avvenuto nei pressi di Porta Mosa ha
suscitato perplessità, senza volere così fare riferimento a responsabilità
dell’Amministrazione. Bergonzi ha proposto di trovare un modo per giungere ad un
documento su cui il Consiglio Comunale potesse pronunciarsi per esprimere un
esigenza manifestata dalla cittadinanza, senza volere in questo modo attribuire
responsabilità alcune alle recenti amministrazioni comunali. Gino Carnesella,
per i DS, ha dichiarato di non condividere la mozione di Lodi in quanto
caratterizzata da affermazioni non corrette. Da qui la proposta di ritirare la
mozione e di trasformarla in raccomandazione da tenere presente durante i
dibattiti in sede di Commissione Territorio. L’Assessore Soregaroli ha ribadito
quindi di non condividere le premesse della mozione, respingendo le affermazioni
contenute, in quanto, attraverso l’intervento privato, è stata restituita una
prospettiva che per decenni non vi è stata a causa dei capannoni posti a ridosso
delle mura che ora sono stati rimossi in via definitiva. Bergonzi ha allora
proposto una correzione della mozione, rimarcando l’esistenza di una divergenza
di opinioni su quanto avvenuto nei pressi del bastione di Porta Mosa. Il
consigliere Matteo Lodi, sottolineando che la sua era una mozione per prevenire
determinati comportamenti di disturbo al paesaggio e al patrimonio urbanistico,
si è detto disponibile ad apportare le modifiche così come suggerito dal collega
Bergonzi. Il consigliere Matteo Lodi ha quindi presentato alla Presidenza del
Consiglio la mozione così modificata: Considerati i recenti interventi
edilizi eseguiti nei pressi delle Mura Civiche e, in particolar modo, del
baluardo di Porta Mosa, il Consiglio Comunale impegna la Giunta e l’Assessorato
all’Urbanistica, in particolare, ad eseguire con la massima urgenza le seguenti
operazioni: ricognizione circa i residui rischi che ulteriori costruzioni
vengano edificate nei pressi delle mura cittadine; specificazione del testo
delle vigenti norme tecniche di attuazione del PRG in modo da evitare che nel
prossimo futuro abbiano ad evidenziarsi ulteriori episodi di disturbo
ambientale; portare in sede di redazione di PGT particolare cura al contesto
urbano sopracitato così da prevenire e tutelare quanto più possibile i terreni
interessati”.
Posta in votazione, la mozione è stata approvata con sei astensioni (Frassi,
Quinzani, Ceraso, Manfredini Enrico, Burgazzi e Zanacchi).
Mozione in data 25 gennaio 2006 presentata dal Capogruppo del Gruppo
Consiliare “Verdi per la Pace” Matteo Lodi in cui si chiede di favorire la più
ampia partecipazione dei Consiglieri Comunali ai lavori dell’Amministrazione
Comunale (Testo della mozione: Le norme oggi in vigore sulla
convocazione delle sedute delle commissioni consiliari permanenti del Comune di
Cremona sono molto limitative per il ruolo di partecipazione democratica dei
consiglieri. Infatti, speso capita che, contemporaneamente e cioè nello stesso
orario, vengano fissate riunioni delle commissioni impedendo di fatto ai
monogruppi - gruppi con un solo consigliere - di poter partecipare all’una o
all’altra commissione. Considerato che la partecipazione dei consiglieri alla
vita istituzionale dell’Ente è non solo un diritto ma anche un dovere si chiede
ex art. 47 n° 4 del Regolamento del Consiglio Comunale, si chiede al Consiglio
Comunale di deliberare di inserire nel Regolamento di funzionamento degli organi
collegiali del Comune di Cremona la regola che i Presidenti di Commissione non
convochino nello stesso giorno ed ora riunioni di commissione in modo da
consentire a tutti i consiglieri di poter partecipare, come previsto dallo
Statuto del Comune che indica chiaramente nella partecipazione dei consiglieri
uno dei valori più importanti di democrazia; che, in attesa delle modifiche
formali del Regolamento il Sindaco proponga ai Presidente di Commissione di
favorire la più ampia partecipazione dei consiglieri non convocando
contemporaneamente le riunioni delle commissioni).
Il Presidente del Consiglio Mauro Fanti, prendendo la parola, ha dichiarato
che il tema sollevato è stato affrontato in più occasioni e si è valutato che
uno degli aspetti più critici nell’istituzione di un gruppo composto da una sola
persona sarebbe stata la difficoltà di partecipare a tutte le commissioni. Nel
Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale vi è una norma ben specifica
che recita: Le Commissioni non possono riunirsi nelle stesse ore in cui vi è
seduta del Consiglio. È da evitare, ove possibile, la contemporanea convocazione
di più Commissioni. Se venisse modificato il regolamento secondo la linea
proposta dal consigliere Lodi, diventerebbe impossibile riunire più di una
commissione in una giornata, con aggravio dei lavori per il loro funzionamento.
Il Presidente Fanti ha aggiunto che vi è l’attenzione di fare in modo che le
sovrapposizioni non capitino, che si stanno inserendo delle modifiche nella
convocazione delle commissioni, così da gestire al meglio la cosa: per questo la
convocazione sarà in capo alla Presidenza del Consiglio. Accogliere la mozione
proposta da Lodi, secondo il Presidente Fanti, significherebbe mettere in
difficoltà la gestione delle commissioni consiliari attraverso un’eccessiva
rigidità. Infine, ha sottolineato Fanti, non è il Sindaco che propone ai
Presidenti di Commissione di favorire la più ampia partecipazione dei
consiglieri non convocando contemporaneamente le riunioni delle commissioni, ma
il Presidente del Consiglio. Fatta questa precisazione, il Presidente Fanti ha
assicurato il suo impegno per venire incontro alle esigenze espresse nella
mozione, auspicando un determinato comportamento dei Presidenti delle
Commissioni. Dopo un breve dibattito, accogliendo l’invito fatto dal consigliere
Rossetti, Matteo Lodi ha trasformato la sua mozione in semplice raccomandazione.
 
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