15 Settembre, 2002
Un progetto per bacinizzare il Po
Il Consiglio Provinciale dice sì. entro un anno la prima fiera dell'acqua, la fase preparatoria al IV° congresso nazionale del Po
Uno studio di fattibilità per bacinizzare il Po, tra Cremona e Mantova. Lo
vuole all'unanimità il consiglio provinciale attraverso la mozione presentata
sul tema dai consiglieri Andrea Ladina e Pierluigi Tamagni, nel corso
dell'ultimo incontro. "Se il Po non è navigabile - ha spiegato Tamagni -, tutta
la politica messa in campo dalla Provincia - Paullese, nodo di Tencara, gronda
sud ferroviaria tra Pizzighettone Castelleone - va a cadere". Il consigliere ha
quindi ricordato l'indagine della commissione ambiente sulla bacinizzazione ad
Isola Serafini, i benefici per l'agricoltura e l'energia elettrica, e anche per
l'ambiente. Quindi la proposta: "Si alternano piogge alla siccità, il canale non
è navigabile per lungo tempo. Bisogna riconsiderare la regimazione, attraverso
un progetto e insistere per avere finanziamenti, dialogare con altre Province
del Po e coinvolgere il Ministero all'Ambiente". Il consigliere di Forza Italia
Carlo Rusca, contento si tornasse sull'argomento, dopo il nullaosta unanime dato
recentemente alla sua mozione sulla bacinizzazione ha obiettato: "ma i cassetti
sono colmi di progetti, tra i più recenti, quello commissionato dalla Regione
alla Compagnia del Rodano. Occorre agire". Il consigliere dei Verdi Andrea
Ladina ha affermato che occorre "inserire nel dibattito il Ministro
dell'Ambiente, dialogare con le Associazioni ambientaliste, perché l'intervento
non è privo di impatti, perché servono i finanziamenti". Importante per Ladina:
"proseguire il canale navigabile da Pizzighettone fino a Casalpusterlengo -
Codogno". Per Cesare Giovinetti conta "smuovere tutte le leve possibili, anche
europee", perché "l'infrastruttura serve a tenere Cremona connessa allo
scacchiere economico". "Ma - ha detto - non tutto il sistema ambientalista è
d'accordo. Legambiente e WWF in un documentario hanno espresso un no categorico
alla bacinizzazione, il Po verrebbe rovinato senza creare ricchezza. Per andare
avanti dobbiamo crederci tutti". Il consigliere della Margherita Sandro
Gugliermetto ha ribadito che "lo studio è anche uno studio di sostenibilità
ambientale". A suo avviso: "Lasciare il Po come è non è lasciarlo alla natura,
ma significa lasciarlo alle conseguenze delle scelte umane e ai cambiamenti
climatici. Una concezione dinamica dell'ambientalismo deve servire a riportare
il fiume alla sua funzione naturale: di trasporto. Speriamo che il governo
nazionale se ne faccia carico".
Il Presidente Giuseppe Torchio ha fatto un lungo excursus partendo dalla recente
incontro sulla Stradivari per ricordare l'On. Renato Grilli, Pres. Arni,
collega e cofirmatario legge 380 sul Po: "negli ultimi 5 anni la situazione è
uscita dal controllo, problemi sulla falda, erosione degli argini,
danneggiamento di 25 mila ettari terreno nel Polesine. Una situazione
eccezionale". Torchio ha parlato dell'intenzione di promuovere una giornata di
approfondimento sul progetto Simpo da parte dell'Autorità di Bacino, della
critica sull'onerosità del progetto, la nuova idea di passare dalla
bacinizzazione spinta alla regimazione, anche dopo la visita della commissione a
nord di Isola Serafini e lo studio della compagnia del Rodano francese, la
riconsiderazione anche dei movimenti ambientalisti. "Abbiamo incontrato
rappresentanti di Legambiente e WWF - ha detto -, adesso spingiamo sul decisore
politico". Bersani, già impegnato sulla materia, Di Pietro (infrastrutture),
Ministro Pecoraro Scanio (autorità bacino). "Dobbiamo fare in maniera che il
discorso della regimazione del Po da Cremona a Mantova possa essere tenuto
dentro ad un progetto di finanziamento, la Regione Lombardia è sul problema a
partire da Tencara e anche la Regione Emilia Romagna". E ha concluso: "entro un
anno teniamo la prima fiera dell'acqua, la fase preparatoria al IV° congresso
nazionale del Po, intanto sollecitiamo con un documento i parlamentari perché
chiedano un impegno in finanziaria al progetto".
Il Consiglio ha quindi votato all'unanimità la mozione di Tamagni e Ladina.
 
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