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15 Settembre, 2002
Badanti: lavoratrici segregate. di GC.Storti
Un anziano su 10 ha la badante segregata.

Badanti: lavoratrici segregate.
Un anziano su 10 ha la badante segregata. 
Alcuni dati.
Le badanti in Italia sarebbero 639 mila; in Lombardia 126 mila di cui 75 mila solo a Milano.
La metà delle badanti percepisce stipendi inferiori alle 800 euro al mese e quasi il 70% è vincolato da un impegno di co-residenzialità con l’assistito. La illegalità è diffusa: il 20% dei rapporti di lavoro è privo di regolare contratto; due terzi delle badanti a contratto dichiarano un numero di ore inferiore a quanto effettivamente lavorato ed i datori di lavoro , in molti casi, non concedono neppure pause e legittimi giorni di riposo.
Sono questi i dati essenziali  di una ricerca dell’IRS  ( Istituto Ricerca Sociale) che con la Caritas Ambrosiana di Milano ha condotto una capillare indagine intervistando 354 badanti o assistenti familiari provenienti da Africa, Est Europa, Asia e America Latina.
La badante è un mestiere duro, difficile ed il 38% di loro non ha nemmeno  il permesso di soggiorno. Solo il 16% ama il proprio lavoro anche se il 52,5% dichiara di essere disponibile  a partecipare a corsi di specializzazione.
Dalla inchiesta però emerge che le condizioni  di vita e di lavoro sono pesanti: non vi sono orari, di fatto le badanti sono costrette alla co-residenzialità con l’assistito, spesso non hanno nemmeno una giornata di riposo. Insomma sono lavoratrici segregate, vicine alla condizione della schiavitù. Una schiavitù moderna certamente , ma sempre schiavitù.
Chi sono i datori di lavoro? L’indagine non si spinge  a tanto, ma nella maggior parte dei casi sono cittadini appartenenti a classi medie, siano essi lavoratori autonomi o dipendenti. Quello che colpisce è che questa parte della società che oggi è datore di lavoro pare non rendersi conto che nega diritti fondamentali a delle persone esse stesse lavoratrici.
Sicuramente i costi di una residenza sanitaria assistita  ( RSA) si aggirano mediamente ad un valore di circa 1500 euro al mese ( 45-50 euro al giorno). Un costo non sopportabile da famiglie a reddito medio. Un problema quindi enorme che la politica non riesce ancora ad affrontare con determinazione e coraggio.
Di questo problema se ne è parlato  in molte occasioni. Le strade individuate sono chiare: da un lato regolarizzare gli stranieri in numero superiore ai contingenti attuali e dall’altro ridurre, per agevolare l’emersione, il carico contributivo sulle famiglie. Una strada difficile però da percorrere per l’opposizione politica di molte forze.
A livello lombardo è in discussione il nuovo piano socio-sanitario 2006-2008 e forse, in quella sede, si potrà tracciare una strada che può passare dal riconoscimento del nuovo profilo professionale di “ operatore delle cure domiciliari” con la istituzione di corsi di formazione professionale finanziati dal sistema professionale lombardo. Importante potrebbe essere  puntare sull’utilizzo di voucer sociali come strumenti per l’emersione dal lavoro irregolare delle badanti ecc.
Si tratta insomma di sperimentare misure nuove , fortemente innovative, che possano delineare  e costruire scenari nuovi e che permettano alle famiglie di poter decidere quale assistenza migliore garantire ai propri anziani non autosufficienti.
L’importante è capire che si tratta di costruire percorsi che permettano l’uscita dal “ nero “ e  che ridia dignità a quelle migliaia di lavoratori e lavoratrici che oggi, anno 2006, risultano di fatto “ segregati”.
E’ necessario però che anche il sindacato sia disponibile a ragionamenti a tutto campo e che colga che l’emersione dal nero non ha come sbocco   un posto di lavoro pubblico garantito, superpagato , ma un percorso professionale che passa dalla strada dell’emancipazione e dalle battaglie per l’affermazione di nuovi diritti ( con salari regolari ma più bassi).
Conclusioni provvisorie.
Gli anziani cremonesi ricoverati nelle RSA sono circa 2600. Un numero elevato che  va sommato a circa 3000 anziani non autosufficienti o parzialmente non autosufficienti che vivono  nelle loro case di origine.  Il sistema , rete RSA e rete badanti, non comunica. I servizi sociali comunali sono in grado di proporre ad alta voce solo i servizi RSA e SAD ( servizio assistenza domiciliare) , ma non sono in grado di offrire, come  alternativa il servizio domiciliare con badanti. E’ questo ancora un servizio clandestino, che  ufficialmente non esiste, ignorato perfino dalle forze dell’ordine, che giustamente evitano di  controllare chi accompagna gli anziani in carrozzella e che si vedono numerosi nei nostri giardini. Un paese l’Italia molto strano . Una costituzione molto avanzata che cerca di valorizzare il lavoro e che oggi a più 60 anni dalla sua promulgazione non è in grado di regolarizzare il lavoro di migliaia di badanti e che fa finta di nulla di fronte a fenomeni di segregazione di persone ormai molto diffuso.Sicuramente c’è bisogno di uno scatto di civiltà.
 
storti@welfareitalia.it 

  • articolo pubblicato sul il settimanale “ Il Piccolo”  edizione di sabato 4 novembre 2006.

 

 

 


       



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