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15 Settembre, 2002
Cremona, Celebrazioni Festa della Repubblica
Intervento del Sindaco Gian Carlo Corada la sera di sabato 2 giugno 2007

Oggi ricordiamo il 61° anniversario della nascita della Repubblica italiana.

Il 2 giugno del 1946 il popolo italiano - dopo aver riconquistate pace e libertà - venne chiamato a scegliere con un libero referendum tra Monarchia e Repubblica.

Per la prima volta gli italiani erano di fronte ad una simile decisione. Scelsero la Repubblica. Fu il primo passo verso la creazione di uno stato libero e moderno.

In questi 60 anni noi tutti abbiamo imparato a riconoscere il 2 giugno come giorno di memoria e di speranza, occasione che ha dato voce al desiderio di partecipazione dei cittadini ed al bisogno di affermare la nostra identità nazionale.

Oggi gli italiani si stringono alle istituzioni della Repubblica, ai valori di una Costituzione equilibrata e saggia, splendido frutto di quella stagione di straordinaria rinascita che prese le mosse dalla guerra di Liberazione.

In questi anni abbiamo sentito rinascere in noi l'orgoglio di essere italiani; si è andato consolidando un forte sentimento nazionale.

Anche per questo l’Italia saprà superare, come nel passato, ostacoli e difficoltà.

Prima di tutto sapremo essere fra i protagonisti del rilancio dell'Europa, perché noi crediamo davvero nei valori dell'unione tra i popoli europei.

Il popolo italiano scelse allora la Repubblica, la democrazia e la pace. Repubblica, democrazia e pace hanno creato il fertile terreno su cui è cresciuto un nuovo benessere.

L'Italia, l'Europa, crescono insieme quando si ispirano a valori ed istituzioni democratiche.

Il segreto della democrazia è di saper incanalare l’inevitabile conflitto sociale, politico, culturale nell'ambito delle istituzioni libere e democratiche, dove il naturale conflitto diventa confronto e poi luogo d'incontro, di dialogo e contaminazione e, se possibile, di sintesi unitaria e più avanzata

Il segreto della democrazia è di operare affinché il contrasto ed anche la contrapposizione non assumano mai aspetti distruttivi ma che anzi vengano considerati motivi di positivo cambiamento, risorse benedette che aiutano il progresso della società.

I cambiamenti profondi intervenuti in questi 61 anni hanno reso la Repubblica un sistema complesso ma unitario, in cui tutte le componenti – lo Stato, le Regioni, le Autonomie Locali - hanno un ruolo fondamentale, trovando nell’Unione Europea un ulteriore elemento di riferimento che consente di coniugare il concetto di cittadinanza nazionale con quello di cittadinanza europea.

Oggi ancor di più il senso dello Stato, della cosa pubblica deve appartenere a tutti, perché ciascuno di noi è chiamato a testimoniare il senso del vivere civile della legalità, nel proprio quotidiano, nel lavoro, nella famiglia, nella vita privata ed in quella associata.

Ed il motore primo delle istituzioni repubblicane sono proprio i cittadini che hanno il pieno diritto di pretendere che il livello dei servizi offerti dalle istituzioni sia adeguato alle proprie esigenze, e che hanno nello stesso tempo il dovere di impegnarsi nel rispetto delle regole fondamentali della vita associata.

L’auspicio è che la celebrazione di questa ricorrenza diventi un’occasione per rinsaldare il patto tra cittadini ed istituzioni, dando nuova linfa alla vita della nostra Repubblica.

C'è bisogno di nuove energie. C'è bisogno di passione civile che animi ciascuno di noi, giovani e meno giovani, nel proprio operare quotidiano.

Dobbiamo rifuggire dalle spesso futili dispute che rischiano di consumare la nostra vita quotidiana.

Affrontiamo i problemi veri del Paese con la volontà di arrivare a soluzioni condivise, confrontandoci con serietà e spirito positivo.

E traduciamole in atti concreti. Costruiamo un Paese migliore.

Questa sera, concedetemelo, voglio anche richiamare alla vostra attenzione l’incipit della nostra Costituzione. Proprio all’inizio dell’art. 1 dice “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

Bene ha fatto l’altro giorno il Presidente Napolitano ad inaugurare al Vittoriano di Roma la mostra ‘Il lavoro che cambia: mestieri tra identità e futuro’, dedicata ai temi del lavoro. Una mostra bellissima che ricorda come la nostra sia una Repubblica fondata sul lavoro e che permette di cogliere anche gli aspetti più drammatici”.

Ecco, cari concittadini, questa sera vorrei che il nostro tradizionale concerto – tenuto dalla banda di Castelleone e di Casaletto Ceredano diretta con grande perizia dal maestro Piero Lombardi – venisse da tutti noi dedicato anche ai Caduti nell’adempimento del proprio lavoro, alle loro famiglie, ai loro figli; ai Caduti delle Forze dell’ordine, alle cosiddette “morti bianche” ed a tutti coloro che fanno il loro dovere, sui luoghi di lavoro, con omnetsà e fatica.

Onoriamo quindi questi 61 anni della nostra Repubblica, cercando di continuare ad essere all’altezza della nostra storia, delle nostre tradizioni, del nostro ruolo.

Viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia

 


       



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