15 Settembre, 2002
Alla ricerca delle anime della politica: la tensione spirituale contro il degrado
Ne hanno parlato il sindaco di Acquanegra Cremonese Luciano Lanfredi, il sindaco di Cremona Gian Carlo Corada e il teologo don Bruno Bignami
Molto stimolante è stata la serata organizzata lo scorso lunedì presso
il Centro Pastorale dalla associazione E. Mounier – La persona come
rivoluzione.
L’associazione, che è nata con lo scopo di promuovere spazi di confronto
e riflessione su temi d’attualità culturale, politica e sociale, ha
messo intorno ad un tavolo il sindaco di Acquanegra Cremonese Luciano Lanfredi, il sindaco di Cremona Giancarlo Corada e il teologo don Bruno Bignami a riflettere e confrontarsi su “Alla ricerca delle anime della
politica: la tensione spirituale contro il degrado”.
Tema alquanto d’ attualità stante le critiche piovute anche a ragione
sul sistema politico italiano, l’abbandono dell’impegno politico da
parte di molti, il rifiuto dei giovani, l’anti-politica.
A questi ed altri interrogativi i tre relatori partendo dalla loro
esperienza, hanno tentato di dare una risposta concreta e realistica: da
cattolico Lanfredi, da laico Corada e da teologo don Bignami.
Lanfredi ha definito innanzitutto la tensione spirituale come “una
ricerca continua e ininterrotta di una vitale unione con Cristo”; questa
unione porta il cattolico ad una adesione partitica anche variegata ma
sempre critica; in essa cercherà di dare testimonianza dei valori che la
sua fede gli trasmette: onestà, lealtà, trasparenza e amore per la verità.
In nome di questi valori devono essere prese delle decisioni, che a
volte si possono rivelare errate: l’uomo, che Lanfredi definisce
“spirituale”, deve avere il coraggio di ammettere gli errori e vigilare
costantemente sulla sua coscienza che deve essere allenata a stare in
mezzo alle cose da fare. Quest’uomo “si considera al servizio della
comunità e non che la comunità sia al servizio delle sue ambizioni e dei
suoi desideri”; va avanti in “politica perché la considera la più alta
forma di carità”.
Citando Dossetti, La Pira e De Gasperi, il sindaco di Acquanegra ha
concluso che “il degrado della politica può essere superato solo da
uomini formati ad essere e ad agire nel tempo, continuamente guardando
all’ultratemporale, a scrutare la storia, ma nella luce del
metastorico”. Ha chiuso chiedendo alla Chiesa di organizzare un servizio
di “direzione spirituale” per chi ha responsabilità politico-amministrative.
Gian Carlo Corada nel suo intervento innanzitutto ha definito cosa è “la
politica” con un breve percorso storico: dall’epoca delle città stato in
Grecia, all’”egualitarismo cristiano”, dalla connessione medioevale tra
spiritualità cristiana e politica, per giungere al superamento di
Macchiavelli tra politica ed etica con l’arrivo alla politica come
gestione del potere.
Quindi per riaffermare la centralità della buona politica e della
spiritualità in essa, il sindaco di Cremona ha declinato tre categorie
di valori fondamentali e forti, ma che non devono diventare ideologie
impenetrabili: “valori di metodo (tolleranza, comprensione rispetto);
valori di idee e programmi (equità, opportunità, libertà); valori di
comportamento (responsabilità, consapevolezza della coscienza)”.
Il tutto però con un sano realismo, perchè la catena tra valore ed
attuazione dei programmi è piuttosto lunga: in mezzo ci sta il
compromesso come ricerca di superamento delle differenze per un bene
superiore ed anche l’arte del possibile.
Secondo don Bruno Bignami il rinnovamento della politica passa
attraverso “una spiritualità che spinge in due direzioni: abitare la
storia in un ottica di appartenenza (non fuggirla) ed evitare
assolutizzazioni”.
Tre caratteristiche sono urgenti: la prima è la “logica
dell’incarnazione e della croce; (…) la storia è il luogo di
condivisione dell’umanità, soprattutto se sofferente e ferita. (…)
L’incarnazione esige di riproporre valori di tempo in tempo,
reinventando gli strumenti della comunicazione e aprendo cammini di
giustizia. (…) La politica è scuola di comunione nella misura in cui
educa al servizio”.
La seconda urgenza è la rinascita della parola, il ridare il giusto peso
alle parole: gratuità, creatività, concretezza, responsabilità,
comunione. “La spiritualità offre alla parola un contenuto di senso,
permette il recupero della fiducia. Porta a discernere che c’è un tempo
per parlare e un tempo per prendere la parola”.
L’ultimo aspetto don Bruno l’ha chiamato un sano relativismo ossia che
la politica ha bisogno di recuperare il senso di un servizio temporaneo,
trovando tempi e spazi per lo studio e la formazione delle coscienze.
Gli interventi dei presenti all’incontro, sottolineando solo alcuni dei
punti trattati, hanno concluso una riuscita serata che ha lasciato
spazio anche ad una successiva riflessione personale per raccogliere le
idee ed i pensieri che copiosi sono stati espressi.
L’associazione Mounier intende proseguire il suo percorso di incontri ed
approfondimenti per offrire momenti, anche se radi e insufficienti, per
poter riflettere insieme con gli amici sul nostro essere cittadini
inseriti in questa città, in questo paese ed in questa storia.
Daniele Burgazzi (nella foto)
 
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