15 Settembre, 2002
Andrew Carnegie - *Il vangelo della ricchezza*, Garzanti Editore
Presentazione giovedì 7 febbraio ore 17,45 Sala Mercanti - Sarà presente il curatore prof. Francesco Magris
Con il patrocinio dei "Giovani Industriali" di Cremona - giovedì 7 febbraio alle ore 17,45 nella saletta dei Mercanti in Via Baldesio, 2 a Cremona verrà presentato il libro:
"Il vangelo della ricchezza" di Andrew Carnegie
Traduzione dall’inglese di Oliviero Ponte di Pino
Titolo originale dell’opera: T
Prima edizione: novembre 2007
Garzanti Libri s.p.a., Milano
Sarà presente il prof. Francesco Magris, curatore del libro ed estensore di un ampio saggio introduttivo dal titolo "La filantropia, arma a doppio taglio".
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Francesco Magris - figlio di Claudio, autore ed editorialista del Corriere della Sera - è professore di matematica economica all'università di Parigi - Evry.
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Estratto da "La filantropia, arma a doppio taglio" di Francesco Magris
Carnegie miliardario e filantropo non rappresenta
un’eccezione, bensì un destino tipicamente americano,
che ha visto quasi tutti i grandi magnati devolvere ingenti
risorse finanziarie a diverse iniziative culturali e umanitarie:
Rockefeller, Vanderbilt, Ford o, ai nostri tempi,
George Soros, Bill Gates, Brooke Astor, la «regina della
Quinta strada e di Harlem», scomparsa all’età di 105 anni,
la quale sosteneva che «i soldi sono come il concime,
vanno sparsi ovunque». Anche se negli ultimi anni si sono
visti pure magnati-filantropi europei e se sono europee
le origini ideologiche della flantropia, il fenomeno è
essenzialmente americano; è negli Stati Uniti che, in molti
musei, le sale portano il nome non degli artisti, ma dei
mecenati che hanno finanziato il museo.
Come ieri Carnegie, ora per esempio Bill Gates ha
annunciato il suo prossimo ritiro dagli affari, per dedicarsi
a tempo pieno a opere filantropiche, tramite la
Bill and Melinda Gates Foundation creata qualche anno
fa a tal fine. Il fondatore della Microsoft ha di recente
stanziato cinque milioni di dollari per consentire
l’espatrio di 150 ricercatori iracheni minacciati dalla resistenza
fondamentalista, in quanto presunti collaboratori
dell’invasore americano. L’atto munifico è stato per
altro immediatamente criticato, perché accusato di favorire
la fuga dei cervelli dall’Iraq, impoverendo così il
paese. Forse la filantropia è un’arma a doppio taglio;
certamente ha destato e desta reazioni ambivalenti, di
ammirazione e di critica.
Dalle origini a oggi, la filantropia, le attività filantropiche
e le modalità delle loro attuazioni hanno subìto una
profonda evoluzione e sono state intese in modo diverso
dai filantropi stessi, dai loro beneficiari e dagli studiosi
che le hanno analizzate sotto il profilo economico. Non
a caso in materia esistono una vastissima letteratura e importanti
centri di ricerca, fra i quali il Center on Philanthropy
dell’Indiana University, a Bloomington, e il Laboratorio
di Ricerca sulle Fondazioni e la Filantropia
d’Impresa di Bologna, nella cui Università è stato attivato
– anch’esso, come il laboratorio, sotto la guida di Giuliana
Gemelli – un Master in International Studies in
Philanthropy.
Oggi un certa filantropia ricalca, dopo un processo di
adattamento alle nuove realtà socio-economiche e ai
nuovi canali istituzionali a disposizione, quella dell’inizio
del XX secolo con i suoi grandi protagonisti quali Carnegie,
Rockefeller, Vanderbilt o ancora Ford e John Hopkins.
È una filantropia che risulta fortemente personalizzata,
perché il processo di trasferimento della ricchezza
che dal donor giunge ai beneficiari è verticale e diretto,
non passa per altri intermediari istituzionali, ma giunge
direttamente dalla persona fisica del filantropo, con la
conseguenza che la visibilità di quest’ultimo è massima.........(segue)
 
Fonte Garzanti Editore
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