15 Settembre, 2002
Violenza sulle donne e i minori
Ordine del giorno unanime del consiglio provinciale
L’approvazione di una legge che preveda azioni di contrasto alla violenza sulle donne e i minori e il riconoscimento delle competenze e delle attività dei centri antiviolenza e delle case delle donne maltrattate; l’istituzione di un fondo di finanziamento per le vittime di violenza, per i loro familiari e per la rete dei centri antiviolenza; l’attuazione della legge attraverso la costituzione di una rete fra soggetti istituzionali e realtà associative e del volontariato per dare vita a un sistema che intervenga sul fenomeno della violenza, in grado di prevenirlo e di aiutare le vittime con strutture per le cure e alloggi per il reinserimento.
Sono gli inviti rivolti dal consiglio provinciale di Cremona alla Regione Lombardia, contenuti in un Ordine del giorno votato all’unanimità.
Il documento scaturisce da un incontro svoltosi in sede Upl (Unione delle Province lombarde), che ha invitato i consigli provinciali a farlo proprio.
Di seguito il testo integrale dell’Ordine del giorno.
“ORDINE DEL GIORNO
Per favorire l’approvazione di un progetto di Legge regionale volto a contrastare la violenza sulle donne e a sostenere le vittime e la Rete lombarda dei centri antiviolenza e delle case delle donne maltrattate
Il Consiglio Provinciale di CREMONA
dato atto
- che il tema delle violenza sulle donne è un attacco all’inviolabilità della persona e alla libertà individuale;
- che, così come definito dalla “Dichiarazione dell’Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne” adottata nel 1993, è considerata tale "qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”;
- che i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno riconosciuto l’importanza della lotta alla violenza contro le donne e che, nel 2006, hanno lanciato una campagna internazionale di contrasto al fenomeno;
- che, nel 2006, il Consiglio d’Europa ha istituito una Task Force contro tutti i tipi di violenza sulle donne, compresa quella domestica, per valutare i progressi conseguiti a livello nazionale;
- che 22 paesi membri del Consiglio d’Europa hanno realizzato un Piano d’Azione Nazionale per combattere la violenza contro le donne;
- che il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità, dando continuità all'iniziativa già intrapresa negli anni precedenti attraverso il Progetto "Rete Antiviolenza tra le città Urban Italia", ha attivato, a partire dal 2006, un’ampia azione sperimentale di contrasto al fenomeno della violenza intra ed extrafamiliare. Si tratta in particolare del progetto "Rete Nazionale Antiviolenza e gestione di un call center – 1522 - a sostegno delle donne vittime di violenza" e della costituzione di un Forum ad hoc per discutere di questo delicato ed importante tema;
vista
la legislazioni italiana sulla materia in argomento, ed in particolare la Costituzione per quanto attiene ai diritti inviolabili dell’uomo, alla libertà ed uguaglianza dei cittadini nonché all’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi (artt. 2, 3 e 29), oltre che le norme generali dei codici civile e penale, tra cui si richiamano in particolare quelle relative alla separazione personale dei coniugi, al divorzio, alle misure contro la violenza nelle relazioni familiari, al reato di maltrattamento in famiglia, alla violazione degli obblighi di assistenza familiare, alle norme contro la violenza sessuale, al reato di “lesione personale”;
la riforma costituzionale del 2001, a seguito della quale la potestà legislativa generale appartiene anche alle Regioni, poste sullo stesso piano dello Stato;
considerato che
i dati raccolti a livello nazionale dalla prima indagine Istat interamente dedicata al fenomeno della violenza fisica, psicologica e sessuale contro le donne, dimostrano una preoccupante tendenza in aumento del fenomeno. Secondo il rapporto Istat, infatti, un terzo delle vittime subisce violenza più volte e in Lombardia il 34,8% delle donne ha subito una qualsiasi forma di violenza almeno una volta nella vita, ma solo l’11% delle vittime ha presentato denuncia;
nel 2006, oltre 2 mila donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza della Lombardia e i dati raccolti mostrano un quadro del fenomeno assolutamente trasversale, distribuito in tutte le classi sociali, culturali e professionali;
INVITA
la Giunta della Regione Lombardia e il Consiglio regionale:
1• Ad approvare un progetto di legge, che preveda la predisposizione di azioni di contrasto contro la violenza sulle donne e i minori, nonché il riconoscimento delle competenze e delle attività svolte dai centri antiviolenza e dalle case delle donne maltrattate, e il conseguente finanziamento;
2• Ad istituire un fondo regionale di finanziamento per le vittime, i loro familiari e la rete dei centri antiviolenza;
• Ad attuare il progetto di legge attraverso la costituzione di una rete fra soggetti istituzionali e realtà associative e del volontariato per dare vita ad un sistema che intervenga sul fenomeno della violenza, in grado di prevenirlo e aiutare le vittime con strutture per le cure e alloggi per il reinserimento.
 
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