15 Settembre, 2002
Veltroni, ora cambia i dirigenti (da ilriformista.it)
Sarà un caso, ma il giorno in cui Veltroni ha attribuito all'impopolarità del governo Prodi la mancata rimonta del Pd .....
Sarà un caso, ma il giorno in cui Veltroni ha attribuito all'impopolarità del governo Prodi la mancata rimonta del Pd, Prodi
ha reso pubblica la lettera che già da un mese aveva spedito a
Veltroni e che per comune accordo era stata tenuta nel cassetto. Si
aspettavano le elezioni, spiegano al loft. Ma, tecnicamente, non sono
ancora passate. Il secondo turno di Roma vale quanto una finale di
Champions. E non crediamo proprio che Veltroni abbia provato un
grande piacere a dover affrontare, in momenti così, anche il problema
della sostituzione di Prodi.
Ma tant'è: la finzione del Prodi padre nobile di un progetto politico
che si basa sul suo accantonamento non aveva mai avuto molto senso.
Meglio così. I tempi erano maturi. La caduta del '96 provocò un vero
e proprio sommovimento nel centrosinistra, stavolta non ha prodotto
nemmeno un fremito. Prodi può certamente vantare il merito di aver
battuto due volte Berlusconi. Ma porta anche la stimmata di chi per
due volte ha fallito la prova del governo riconsegnando il paese a
Berlusconi.
Quel che è certo è che le dimissioni di Prodi segnalano che lo
tsunami elettorale non ha affatto finito di produrre i suoi effetti
in casa democrat. La posizione di Veltroni è forte, quella del suo
gruppo dirigente no. Alcune delle sue prime scelte sono uscite a
pezzi dal voto, Anna Finocchiaro in primo luogo, la madrina del nuovo
partito. La prima mossa è ricostruire un gruppo dirigente. La
finzione dell'esecutivo non può durare a lungo, visto che poi quando
si parla di politica si convocano i big per il caminetto. Dirigenti
come Marini e Bersani non possono restare disoccupati, soprattutto
ora che c'è da guidare due maxi-gruppi parlamentari. C'è poi da
compiere subito un secondo passo nel senso della svolta. Va
affrontato il nodo dell'autonomia dai sindacati, perché la rivolta
dell'elettorato delle fabbriche del nord è una campana che batte
anche per Epifani e Bonanni.
L'uscita di scena di Prodi lo conferma: Veltroni non può stare fermo.
Se sta fermo, la caccia ripartirà presto. Il suo risultato elettorale
non è tale da mettere al riparo né il nuovo partito né la sua
leadership da pericolosi scossoni.
 
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