15 Settembre, 2002
I Comuni lombardi hanno già dato
Nota dell’ANCI Lombardia sul Piano programmatico del Ministero dell’Istruzione
I recenti provvedimenti assunti dal Governo in materia di istruzione stanno modificando profondamente lo scenario del sistema scolastico nazionale ma, per ANCI Lombardia, non si può proseguire nell’attività di riforma a colpi di decreti legge, senza consultare gli Enti locali nelle sedi istituzionali previste, sapendo poi che con Comuni e Province bisogna fare i conti per garantire i servizi all’utenza.
“Mentre è in corso il confronto su federalismo e autonomia – ha dichiarato Lorenzo Guerini, Presidente di ANCI Lombardia – sui temi della scuola sembra non esservi spazio per la concertazione. Condividiamo la necessità di razionalizzare e qualificare il sistema di istruzione e formazione, soprattutto ove si esprime l’intenzione di reinvestire le economie di spesa nel settore della scuola. Ma non si possono imporre tempi e metodi, senza considerare le competenze degli Enti locali e soprattutto il grande contributo da essi offerto nel garantire i servizi alle famiglie. La realtà lombarda vede costantemente confermata l’alta domanda di “tempo lungo”, sia nella scuola dell’infanzia, che nella primaria e secondaria, con servizi mensa e trasporto, progetti di integrazione, iniziative di ampliamento dell’offerta formativa, attività che qualificano da sempre la scuola della nostra regione e possono essere garantiti solo grazie al sostegno degli Enti locali. Chiedere ora che si proceda anche alla revisione del piano di dimensionamento, in tempi proibitivi, pena il commissariamento, è francamente inaccettabile”.
Il Presidente Guerini si riferisce al contenuto del Decreto Legge 7 ottobre 2008, n.154, che impone l’accorpamento o la fusione delle scuole sottodimensionate. Il DPR 233/98 prevedeva, infatti, i limiti minimi e massimi per la popolazione scolastica di ogni istituto autonomo in 500 e 900 alunni. “In Lombardia le scuole statali sono 1.305, con una media di popolazione scolastica pari a 845 studenti. Nonostante il territorio della nostra regione sia per il 45 % in fascia collinare e per il 12 % in zona montana, le scuole al di sotto dei 500 alunni sono pochissime, mentre più di 400 superano il limite massimo di 900 studenti. Anche per quanto riguarda il rapporto numerico alunni/classe la Lombardia presenta parametri più in linea con l’Europa rispetto alle altre regioni e non è giusto intervenire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
La riduzione del personale va fatta in modo mirato, eliminando gli abusi e premiando i comportamenti virtuosi. I Comuni lombardi hanno già dato”.
Il mondo della scuola e degli enti locali si sta misurando in questi giorni con la revisione degli ordinamenti, con la riorganizzazione della rete dei servizi, con l’istituzione dei Centri per l’educazione degli adulti e con i tagli agli organici del personale docente e A.T.A. Il Dipartimento Istruzione di ANCI Lombardia ha approvato in proposito un documento (www.anci.lombardia.it), con una serie di osservazioni e proposte.
 
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