15 Settembre, 2002
La crisi economica di Mino Grossi segretario generale Uil Cremona
La cornice di riferimento per i prossimi mesi sarà, purtroppo, segnata dagli effetti della crisi economica.
La cornice di riferimento per i prossimi
mesi sarà, purtroppo, segnata dagli effetti
della crisi economica. Un misto di fattori
per molti difficile da interpretare, che
intrecciano aspetti nuovi di natura finanziaria,
folle nella crescita in questi anni e altrettanto
folle nella sua caduta, come la riduzione
della crescita economica in tutto il mondo.
Un aspetto ancora più difficile nel nostro
paese perché negli ultimi anni l’Italia ha
comunque rappresentato livelli di crescita
economica ( PIL ) più basso di molti paesi
europei. Ciò che serve in queste condizioni
è di agire non di fronte ad un bivio, dovendo
quindi scegliere. Bensì muoverci in parallelo
su due variabili. La prima, tale per il carattere
tipico dell’emergenza, sugli interventi di
natura sociale, per “ ammorbidire” gli effetti
drammatici che le crisi hanno sulle persone,
sui lavoratori e le famiglie. La seconda
invece insistere per ottenere le risorse
finanziarie e le condizioni politiche o amministrative
per costruire quanto nel Patto dello Sviluppo
abbiamo chiesto, previsto e elaborato, per
costruire le migliori condizioni di sviluppo
della nostra provincia. Dall’economia, alle
infrastrutture e ai servizi, al lavoro, alle
condizioni sociali di tutta la popolazione.
Diventa ora fondamentale agire per contrastare
gli effetti della crisi economica sulla popolazione.
Tenteremo di sottoscrivere un impegno collettivo
fra tutti gli attori della politica, dell’amministrazione
e dell’economia cremonese, per aiutare chi
si troverà nelle tenaglie della crisi. Significa
ipotesi di licenziamento o di cassa integrazione
che potranno interessare lavoratori e quindi
le condizioni di vita di intere famiglie.
Ci sembra importante proprio per la dimensione
della crisi, creare le condizioni perché
alcuni costi certi che nelle famiglie esistono
vengano mitigate, ridotte o rinviate con
l’impegno e le decisioni prese da tutti noi.
Tariffe, oneri sociali, costi di natura sociale
come le rette possono essere sospese, messe
tra parenti per un periodo da concordare,
in attesa che le condizioni normali di lavoro
possano ritornare. Ogni Comune, ogni amministrazione
può destinare una quota delle proprie spese
a sostegno di queste necessità. Un richiamo
inoltre al sistema del credito. Alle banche.
Oggi prevalgono nelle politiche industriali
di queste aziende la ricerca di un più forte
rapporto con i territori. Con le economie
locali. Con le piccole e medie imprese e
con le famiglie. Pensiamo che alle banche
si debba chiedere, di fronte a famiglie in
difficoltà rispetto alla crisi, di intervenire
per sollevare alcuni costi, come ad esempio
i mutui per la prima casa. Non una rinuncia
da parte della banca del recupero del prestito,
bensì sua riduzione, transitoria per un periodo
di tempo concordato. Un impegno, una dimostrazione
che nella nostra provincia esistono le disponibilità
reali, non dichiarate, per affrontare sul
piano sociale le precarietà che nascono dalle
crisi. Insistiamo inoltre sulla necessità
di non ridurre gli impegni unitari verso
gli obiettivi stabiliti nel Patto per lo
Sviluppo nel cremonese. Forse per alcuni
sembrerà una contraddizione. Di fronte ad
una condizione internazionale che tutti conosciamo
è da matti pensare a logiche di sviluppo.
Ma invece non è così. Dalla crisi non si
esce in modo eguale a quando questi processi
sono iniziati. Dai periodi di recessione
esce spesso in modo anticipato, o con minor
danno, chi si sta predisponendo a nuove scelte
di sviluppo. Investimenti in infrastrutture
e sui servizi, innovazione e ricerca e formazione
sono elementi fondamentali per favorire la
crescita e lo sviluppo di un territorio ma
anche per contrastare gli effetti delle recessioni
economiche e finanziarie. Insomma, le crisi
vanno affrontate con logiche di difesa e
solidarietà ma anche con strategia di attacco
e di sviluppo.
Giuliano Mino Grossi UIL
Cremona 16 gennaio 2008
 
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