15 Settembre, 2002
Dare battaglia su ciò che conta e su ciò che é ragionevolmente raggiungibile
Ho pubblicato sulla mia pagina di Facebook la seguente nota. Mi piacerebbe socializzarla con te. Grazie, ciao, Deo Fogliazza
Carissimi,
capisco tutto: incazzature, mordere il freno, impazienza, insoddisfazione.
Ma alla matematica ed al tempo non si sfugge.
Mancano 108 giorni al 7 di giugno, data delle elezioni europee ed amministrative.
Ciò vuol dire che mancano 63 giorni all'inizio formale del periodo elettorale e 78 giorni dall'inizio vero e proprio della campagna elettorale.
E questo é un dato.
L'altro dato ci viene da Statuto e Regolamento del PD vigenti.
I quali prevedono che - in caso di Congresso convocato - si dovrebbe aprire una fase congressuale: Congressi di Circolo, di federazione, regionali e nazionale.
Ed ammesso che - considerando la straordinarietà di questa fase - si possano, al limite anche saltare alcuni passaggi (ma la cosa indurrebbe anche un limite forte al vero confronto politico e di linea, ed al vero coinvolgimento dell'intero copro del Partito) .... poi comunque al Congresso - che potrà/dovrà selezionare da 1 a 5 candidati alla segreteria nazionale - dovranno per forza seguire le Primarie per la elezione del segretario nazionale.
Ed a queste Primarie si dovrà bene riservare uno spazio di tempo ragionevole di "campagna elettorale per le primarie", o no?
Tutto ciò non potrebbe essere fatto in meno di 70-80 giorni.
E' ragionevole pensare a una siffatta situazione? Ad un accavallamento tra Primarie per il segretario e elezioni europee/amministrative? Non credo.
Va bene l'impazzimento generale, ma questo sarebbe troppo, sarebbe un vero e proprio suicidio di massa, non credete?
Al di là di qualsiasi valutazione di carattere politico e di opportunità, a me pare che non ci sia spazio ragionevole - né dal punto di vista temporale, né da quello politico - per chiedere che venga convocato il Congresso nazionale prima delle prossime elezioni.
Mi pare che correremmo un rischio reale in questo caso: che qualcuno arrivi a proporre che sia l'Assemblea nazionale ad eleggere un nuovo segretario nazionale. Questa sì sarebbe una rottura verticale delle regole che ci siamo dati, questa sì farebbe tornare del tutto in auge modalità di approccio da vecchia politica!
Vista la situazione, a me pare ragionevole lasciare che il Congresso venga convocato alla data già prevista: l prossimo ottobre.
Si apre qui la questione: allora si accetta sic et simpliciter la nomina del "vice" a segretario?
Non credo. Il problema vero non é Franceschini (che, d'altra parte, in assenza di Congresso, per Statuto non può che essere nominato Segretario). Il problema vero é chi "aiuterà" Franceschini nella sua nuova funzione di "Portavoce nazionale del PD" (io lo chiamerei così), che comunque dovrebbe essere eletto con un mandato specifico: preparazione ( come Dio comanda!) delle elezioni di giugno e convocazione del congresso ad ottobre.
Il problema é quale sarà la segreteria nazionale o l'esecutivo nazionale o come diavolo lo chiameranno.
La tendenza che già mi pare di sentire é che l'esecutivo sia formato da persone rappresentative delle diverse componenti e sensibilità (le chiameranno così, non correnti, stiamone certi).
Ed é questo che a me non starebbe bene!
Io credo che a questo punto debba essere fatto un ragionamento: saltato Veltroni, nel PD le uniche figure davvero legittimate dal voto popolare ancora "potabili" sono i Sindaci, Presidenti di Provincia, Presidenti di Regione che sono stati eletti direttamente dal popolo. Gli unici - a certi livelli di responsabilità - che poggiano la propria legittimità sul voto popolare. Certo non i parlamentari, nominati più che eletti.
Credo allora che una vera battaglia politica vada aperta non sul fare o meno il Congresso prima delle elezioni; né se nominare o meno Franceschini segretario.
Ma sulla "platea" all'interno della quale selezionare i componenti dell'esecutivo nazionale. Se vogliamo puntare ad una segreteria nazionale credibile, forte, che abbia prestigio e possa giocare un ruolo importante a favore della causa, sapendo anche bene e per esperienza "come si fa il mestiere", secondo me quella platea DEVE essere la platea degli amministratori eletti con voto popolare. Se ci si pensa bene poi, in giro ci sono dei bei nomi, mi limito ad alcuni: Chiamparino, Cacciari, Cofferati, il Sindaco di Bari Emiliano e, perché no?, quello della mia città: Cremona. O zanonato di Padova, o il sindaco di Vicenza. E poi Renzi, presidente della Provincia di Firenze; Zingaretti della Provincia di Roma ecc ecc ma ce ne sono sicuramente altri.
Mi spiacerebbe dover assistere ad una battaglia in Assemblea nazionale aperta su un obiettivo oggettivamente indifendibile, fosse solo per mere questioni temporali. Battaglia dalla quale, alla fin fine, ci si potrebbe poi ritrovare con Franceschini segretario e con una segreteria nazionale che assomigli tanto, ma tantotanto all'odiosissimo caminetto. Composta da persone che abbiano "fuori" dalla segreteria i propri riferimenti ed i propri piccoli leader.
Sulla questione "esecutivo e platea di selezione" a me sembrerebbe possibile costruire un bel confronto in Assemblea nazionale con qualche speranza di poterla spuntare.
Io la vedo così, e mi urgeva mettervene a parte.
Non so se con questo messaggio caverò un ragno dal buco. Ma mi sembrava giusto tentare. E comunque mi sembrava giusto confrontarmi con voi e chiedervene parere.
Ciao, Deo Fogliazza
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Fonte FB
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