15 Settembre, 2002
Le aziende cremonesi non sono responsabili dell'inquinamento dell'aria
Le principali attività produttive di Cremona hanno un effetto minimo, inferiore all’ un per cento del totale per quanto concerne i livelli di polveri sottili nell’aria (Pm10).
“Contribuiscono al livello di polveri (Pm10)
per meno dell’1 per cento”
Le principali attività produttive di Cremona
hanno un effetto minimo, inferiore all’ un
per cento del totale per quanto concerne
i livelli di polveri sottili nell’aria (Pm10).
La qualità dell’aria è quasi interamente
influenzata dalle emissioni del riscaldamento
domestico e del traffico.
L’esito dello studio commissionato dalla
Provincia all’Arpa è stato illustrato in
mattinata nella sala Consiliare dai direttori
generali dell’Arpa di Cremona, Paolo Beati
e della Lombardia, Angelo Giudici. Dopo l’introduzione
del presidente Giuseppe Torchio e dell’assessore
all’Ambiente, Giovanni Biondi, i tecnici
hanno illustrato criteri, modalità e interpretazione
dei risultati. Le aziende individuate per
la rilevazione sono Tamoil, Acciaieria Arvedi,
Arvedi tubi, Consorzio Agrario ed il termovalizzatore
Aem. Lo studio ha anche già valutato, grazie
all’ausilio di modelli matematici, i cambiamenti
derivanti dai progetti di ampliamento Tamoil
e Arvedi. Lo studio ha interessato, oltre
al Comune di Cremona, anche Spinadesco, Sesto
Cremonese, Cavatigozzi.
“Le emissioni di provenienza industriale
hanno un effetto assai ridotto sulla qualità
dell’aria” ha commentato Beati, “mentre quelle
derivanti dal trasporto su strada costituiscono
la principale fonte di inquinamento (28%
di anidride carbonica e 45% di monossido
di carbonio). Le attività agricole contribuiscono
per il 78% alle emissioni di metano, per
il 26% al rilascio di anidride carbonica
e per il 9,3% alle Pm10”.
“I risultati che emergono da questo studio”
ha commentato Torchio, “ sono particolarmente
positivi. Infatti è lampante che il contributo
delle principali aziende del territorio sui
livelli di inquinamento è assai limitato.
Sono elementi che permettono di fare chiarezza
e di sgombrare il campo da speculazioni,
insinuazioni, affermazioni prive di fondamenti
oggettivi. Oggi è chiaro che l’impegno del
legislatore deve proseguire intervenendo
su altri elementi che fanno alzare i livelli
di inquinamento, dal traffico veicolare,
al mancato utilizzo dei filtri antiparticolato
nelle auto diesel, sino al riscaldamento
a legna. Possiamo affermare che le principali
aziende del nostro territorio stanno facendo
la loro parte avendo affrontato investimenti
onerosi che però ora permettono livelli di
emissioni pari a meno di un punto percentuale”.
I tecnici dell’Arpa hanno precisato che saranno
effettuate ulteriori specifiche campagne
di rilevazione con cadenza periodica per
confermare i risultati emersi che già nel
2008 segnavano un miglioramento dei livelli
rispetto gli anni precedenti.
Cremona, 06 aprile 2009
Ufficio Stampa
 
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