15 Settembre, 2002
Coldiretti: scatta l’operazione verità Cremona in prima linea al Pirellone e al Brennero
Oltre 1.500 soci di Coldiretti nella mattinata hanno dato inizio al presidio del valico del Brennero dove, assieme alle Forze dell’Ordine, hanno verificato il contenuto dei TIR
Coldiretti: scatta l’operazione verità Cremona in prima linea al Pirellone e al
Brennero
Il colore giallo, simbolo della Coldiretti,
domina da stamani alle frontiere come nel
cuore delle principali città italiane. L’operazione-verità,
annunciata nei giorni scorsi nel segno del
“progetto per una filiera agricola tutta
italiana firmata dagli agricoltori”, è scattata
oggi con grandissima partecipazione su tutto
il territorio nazionale.
Oltre 1.500 soci di Coldiretti nella mattinata
hanno dato inizio al presidio del valico
del Brennero dove, assieme alle Forze dell’Ordine,
hanno verificato il contenuto dei TIR che
entrano nel nostro Paese trasportando prodotti
agricoli ed agroalimentari che poi saranno
venduti senza che il consumatore ne possa
conoscere la provenienza. Da Cremona, praticamente
all’alba, sono partiti cento allevatori (poi
raggiunti, nel pomeriggio, dal Presidente
De Angeli, dal Direttore Zampini, da altri
allevatori e funzionari), per farsi trovare
al fianco del Presidente nazionale di Coldiretti
Sergio Marini, che ha guidato il presidio
al valico.
Al presidio del Brennero è intervenuto anche
il Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia che
ha dichiarato piena condivisione della mobilitazione
Coldiretti, garantendo il proprio impegno
personale per sostenere con urgenza un provvedimento
nazionale che obblighi ad indicare in etichetta
l’origine di tutti i prodotti, come richiesto
da Coldiretti.
Immediati i risultati per l’avvio dell’operazione-verità:
al Brennero sono state rilevate cagliate
in arrivo dalla Germania dirette a Ravenna
(in camion conservanti in condizioni di dubbia
igiene), prosciutti provenienti dalla Repubblica
Ceca in viaggio verso Modena, pomodori e
peperoni olandesi destinati al Triveneto,
concentrato di succo d’arancia per Messina,
ma soprattutto – hanno testimoniato gli allevatori
di Coldiretti Cremona raggiunti telefonicamente
– cisterne di latte di diversa provenienza
in viaggio verso tutta la Lombardia, soprattutto
Brescia e Milano, ma anche verso la nostra
provincia, come pure verso noti gruppi industriali
italiani di altre regioni. Dalla Lituania
– ha rilevato la Coldiretti – giungeva una
cisterna di latte Uht, già pronto in buste
recanti la dicitura italiana “latte intero”,
pronto per il mercato nazionale. Una serie
di allarmanti scoperte che ha chiaramente
dimostrato la necessità di ottenere, prima
possibile, l’indicazione obbligatoria dell’origine
dei prodotti alimentari in etichetta.
La mobilitazione lanciata dalla Coldiretti
ha avuto, in Lombardia, una straordinaria
prova di forza anche nel cuore di Milano,
dove per tutta la mattinata oltre 2.000 agricoltori
provenienti da tutta la Lombardia hanno presidiato
il Pirellone, sede della Regione, per sostenere
le proposte che Coldiretti ha individuato
a difesa del made in Italy agroalimentare
e per garantire qualità, sicurezza, trasparenza
e scelte d’acquisto consapevoli al consumatore.
Capitanavano il presidio il Presidente di
Coldiretti Lombardia Nino Andena e il Direttore
regionale Eugenio Torchio.
Massiccio il contributo di Coldiretti Cremona:
cinque pullman sono partiti stamani alle
7 da tutte le Zone della provincia, così
come varie automobili, portando oltre trecento
cremonesi davanti al Pirellone, a sostenere
– con bandiere e cartelli – le richieste
consegnate anche agli amministratori lombardi.
La foltissima delegazione cremonese, guidata
dal Presidente De Angeli e dal Direttore
Zampini, aveva anche il compito di condurre
nel cuore di Milano gli ospiti più attesi
della mattinata: le mucche Onestina e Italiabella
(“con il vero latte italiano vogliamo la
mozzarella”) e i maialini Italo e Arturo
(“per un prosciutto italiano e sicuro”).
La presenza degli animali è stato un modo
efficace per evidenziare il grave rischio
che oggi si corre: quello di vedere le stalle
italiane chiudere (a causa dei bassissimi
prezzi riconosciuti ai prodotti agricoli
alla stalla, mentre lievitano i costi di
produzione, oltre che i prezzi al dettaglio),
privando l’economia italiana di una voce
fondamentale e, soprattutto, togliendo alle
famiglie italiane la possibilità di portare
in tavola formaggi, prosciutti, e ogni altro
alimento autenticamente made in Italy, garantiti
fin dall’origine (da chi, come gli agricoltori
di Coldiretti, vuole “metterci” la firma e la faccia).
Verso le ore 12, il Presidente della Regione
Formigoni è sceso dai suoi uffici per portare
il proprio saluto ai partecipanti alla manifestazione.
Formigoni ha dichiarato convinta condivisione
delle ragioni della mobilitazione di Coldiretti
ed ha annunciato il suo personale impegno
affinché l’intera istituzione regionale metta
in campo con urgenza tutti i provvedimenti
di propria competenza. In particolare, Formigoni
ha detto di aver già predisposto una dettagliata
lettera che sarà inviata al Ministro Zaia
e a tutto il Governo per sollecitare i provvedimenti
nazionali necessari ad indicare obbligatoriamente
l’origine in etichetta. La chiusura dell’incontro
è stato un brindisi a base di buon latte
fresco lombardo, mentre la mucca Onestina
dava il suo contributo e si lasciava tranquillamente
mungere sotto gli occhi di tutti i presenti.
Il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino
Andena e i Presidenti provinciali Roberto
De Angeli (CR), Carlo Franciosi (MI – LO), Giancarlo Colombi
(BG), Giuseppe Ghezzi (PV), Alberto Marsetti
(SO) e Fernando Fiori (VA), insieme ad altri
Dirigenti lombardi, sono poi stati ricevuti
dal Presidente del Consiglio regionale Giulio
Achille De Capitani, dal Vice Presidente
Enzo Lucchini, dall’Assessore regionale all’Agricoltura
Luca Ferrazzi, dal Presidente della IV Commissione
Attività produttive Carlo Saffiotti e da un nutrito numero di Consiglieri regionali
ai quali hanno consegnato la documentazione
predisposta da Coldiretti e chiesto con forza
l’impegno del Consiglio regionale. Dalla
Giunta Regionale la delegazione Coldiretti
ha ricevuto un documento nel quale vengono
condivisi i punti fissati da Coldiretti per la tutela
del made in Italy. Queste, in sintesi, le
richieste di Coldiretti:
- rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta
dell’origine territoriale del latte a lunga
conservazione e di quello impiegato per le
produzioni casearie;
- rendere obbligatoria l’indicazione nell’etichetta
dei formaggi, come le mozzarelle, e dei latticini,
delle sostanze quali le cagliate prelavorate
utilizzate come ingredienti nonché la loro
origine territoriale;
- vietare l’uso di caseine, caseinati e proteine
concentrate del latte nella fabbricazione
dei formaggi;
- rendere pubblici i dati relativi alle importazioni
di latte dall’estero, oggi non liberamente
conoscibili da parte dei cittadini-consumatori;
- creare le condizioni affinché si utilizzino
prodotti locali da parte delle mense scolastiche,
degli ospedali e, in generale, della ristorazione
collettiva pubblica.
- riconoscere il valore dei Mercati e dei punti
di vendita diretta Campagna Amica
- estendere il diritto allo “spazio scaffale”
per i prodotti della filiera agricola tutta
italiana.
La mobilitazione si prepara a vivere altre
straordinarie giornate di battaglia: domani,
mentre proseguirà il presidio al Brennero,
le bandiere gialle sventoleranno in altri
valichi, come in tutti i principali porti
del Paese. Gli imprenditori agricoli di Coldiretti
saranno in prima linea anche davanti agli
stabilimenti della grande industria. La ‘tabella
di marcia’ lombarda prevede, in particolare,
tre obiettivi: Lactis di Albano S. Alessandro
(Bg), Carnini di Villa Guardia (Co) e Lat-Bri
di Usmate Velate (Monza-Brianza). Qui, dalle
7 fino alle 13, sarà presente anche una folta
delegazione cremonese.
Cremona, 21.07. 2009
 
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