15 Settembre, 2002
Firma l'appello a sostegno del Centro Studi!
A causa della recessione della Provincia di Cremona, l' Associazione Centro Studi e Ricerche sociali di Cremona rischia di trovarsi in gravissime difficoltà
Firma l'appello a sostegno del Centro Studi!
A causa della recessione della Provincia
di Cremona, l' Associazione Centro Studi
e Ricerche sociali di Cremona rischia di
trovarsi in gravissime difficoltà. Per invitare
al dialogo l'Amministrazione provinciale
e per chiedere di valutare meglio la decisione,
è stato diffuso un appello a cui molte persone,
associazioni ed enti hanno già risposto.
Aderisci anche tu!
Qui sotto puoi leggere il testo integrale
dell'appello che verrà consegnato alla Provincia
di Cremona. Puoi aderire in diversi modi:
Iscrivendoti e lasciando un messaggo in bacheca
sulla pagina Facebook del Centro Studi.
Clicca qui e poi schiaccia il pulsante "Diventa
fan".
http://www.facebook.com/pages/Cremona-Italy/Associazione-Centro-Studi-e-Ricerche-sociali-Cremona/154773357338
Puoi anche lasciare un messaggio sulla bacheca,
se vuoi.
Spedendo una mail firmata con nome e cognome
all'indirizzo infocentrostudi@e-cremona.it
con oggetto "Sostengo il Centro Studi".
Fimando l'appello cartaceo, dal lunedì al
venerdì, dalle 9.00 alle 17.00 presso il
Centro Studi di via San Bernardo 2, a Cremona
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APPELLO PER IL FUTURO DEL CENTRO STUDI E
RICERCHE SOCIALI
Siamo donne e uomini impegnati nella comunità
cremonese, nella società civile e nelle istituzioni
locali. Siamo operatori sociali e culturali,
amministratori pubblici, attivisti e volontari,
viviamo le nostre esperienze civili nell’associazionismo
e nel volontariato, nelle comunità e nella
cooperazione, nei servizi territoriali e
negli enti locali, nel mondo del lavoro,
della cultura, della solidarietà e della
partecipazione.
Partendo da condizioni, convinzioni e ruoli
differenti, mossi da diverse ispirazioni
morali, civili e religiose, abbiamo incontrato,
conosciuto e apprezzato la bella storia dell’Associazione
Centro Studi e Ricerche Sociali.
Abbiamo usufruito dei suoi servizi, partecipato
alle sue tante attività e collaborato ai
suoi numerosi progetti, dalla fornita e aggiornata
Biblioteca-Emeroteca alla consulenza d’orientamento,
dai Corsi di formazione ai Convegni di Studio,
dalle produzioni editoriali all’organizzazione
di Tavoli e Reti, da tutto il lavoro svolto
nel corso degli anni sulla condizione giovanile,
sulle mutevoli forme del disagio e della
devianza, della marginalità e della solitudine,
della discriminazione e dell’esclusione,
delle vecchie e nuove povertà, delle dipendenze
da sostanze e consumi, dello sradicamento
prodotto dai processi di globalizzazione,
fino alle inedite questioni delle nuove comunità
interetniche e interreligiose prodotte dai
moderni fenomeni di migrazione.
Il Centro Studi non è un ente anonimo tra
i tanti, ma un’esperienza originale, nata
dalla necessità di sedi e forme permanenti
di confronto e di collaborazione tra privato
sociale e servizio pubblico sul fronte della
fragilità del rapporto tra l’individuo e
la comunità.
Una storia unica, che si è evoluta e arricchita
cimentandosi con tempi sempre più veloci
e dinamiche sempre più vertiginose, volendo
e sapendo rinnovarsi ed aggiornarsi, aggregando
nuovi soci, costruendo nuove partnership,
aprendo nuove collaborazioni con i tanti
mondi vitali che animano la “welfare community”
del nostro territorio.
Generazioni di volontari e operatori, esperti
e dirigenti dei servizi pubblici e della
società civile si sono formati anche nell’incontro
e nel confronto con il Centro Studi e la
sua rete di umanità e professionalità, competenza
e passione. Strutture ed Enti, con i loro
piani e programmi, si sono ascoltati e compresi
, culture e pratiche, soggetti ed esperienze
si sono qualificati e contaminati anche attorno
all’ambiente intelligente e vivace, operoso
e informale che volontari e operatori, amministratori
e soci del Centro Studi hanno avuto il coraggio
e la forza di costruire e animare, sempre
preservandone identità e autonomia, pluralità
e rigore di approcci, stili e valori differenti.
Oggi che i rapporti umani e le relazioni
sociali sembrano sempre più deboli, sottoposti
a tendenze e poteri che paiono destrutturarli,
impoverendo le nostre vite e le nostre comunità,
come e più di ieri, la nostra città e la
nostra provincia, le donne e gli uomini che
ci vivono, le associazioni e i servizi che
vi operano per il benessere di ciascuno e
la coesione sociale, per il bene comune e
la libertà di scelta, hanno bisogno di continuare
a poter contare sul Centro Studi e Ricerche
Sociali.
Perciò guardiamo con grande preoccupazione
ad alcune scelte compiute e ad altre annunciate
da alcuni enti locali, che sembrano andare
nella direzione di un indebolimento e di
un abbandono di questa come di altre preziose
esperienze di cooperazione tra Enti Pubblici
e Società Civile.
Perciò lanciamo il nostro appello alla società
civile, alle organizzazioni sociali e del
terzo settore, al mondo della formazione
e della cultura, ai servizi territoriali
e agli enti locali, alle istituzioni, affinché
insieme sappiano riconoscere il valore sociale
pubblico di questa esperienza e vogliano
contribuire a sostenerla e rafforzarla.
Perciò, in particolare, chiediamo al Presidente
e alla Giunta della Provincia di Cremona
di sospendere la decisione -per noi incomprensibile
ed immotivata - di recedere dall’adesione
e dal sostegno all’Associazione Centro Studi
e Ricerche Sociali, procedendo eventualmente
ad una verifica puntuale, programmatica e
progettuale, tecnica ed amministrativa del
valore autentico e dell’utilità sociale delle
attività di interesse generale prodotti negli
anni da questa realtà ed aprendo invece un
confronto pubblico e partecipato su come
contribuire doverosamente - da Ente Pubblico
chiamato a perseguire gli interessi veri
dei cittadini e della comunità provinciale
- a promuovere ogni azione volta a consentire
una nuova stagione di rilancio, consolidamento
e qualificazione di questa come di altre
realtà che costituiscono altrettante esperienze
virtuose di quella tante volte evocata sinergia
pubblico-privato nella nostra piccola storia
locale contemporanea.
Cremona, 20 ottobre 2009
 
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