15 Settembre, 2002
Quando un tumore non basta.....
A cura della Lega delle Autonomie Locali
Inviamo ns. lettera al giornale "la Provincia" in risposta ad una domanda posta dal Direttore su problemi socio-sanitari e bilanci. (per eventuale inserimento sul sito)
Saluti Lega Autonomie - Cremona
Egregio Direttore,
Il Suo commento alla lettera pubblicata lunedì scorso dal titolo "Invalidità - Quando un tumore non basta", pone una domanda inquietante: "Si è ormai deciso di sacrificare l'uomo con i suoi bisogni e i suoi diritti sull'altare del pareggio di bilancio"?
Sulla stessa domanda, che è anche l'interrogativo di tante famiglie cremonesi, cercava di ragionare, su un versante molto vicino, la lettera di Lega delle Autonomie Locali pubblicata dal Suo giornale sabato 9 agosto. E' il versante di chi ha bisogno di ricovero in RSA: in proposito mettevamo in evidenza che nel solo distretto cremonese ben 600 cittadini, per lo più anziani e tutti non autosufficienti, sono da parecchio tempo in attesa di ricovero.
Questi cittadini sono tutti, come prescritto dall'ASL, "certificati da un medico di medicina generale (MMG) quali bisognosi di cure integrate socio-sanitarie in regime residenziale". Cioè hanno bisogno di ricovero in Casa di riposo (RSA), bisogno che si presenta come urgente per circa 150 dei 600 richiedenti di cui sopra.
Per i ricoveri assistiti dall'intervento economico per la parte sanitaria, che è a carico del Servizio Sanitario, quindi della Regione, l'ASL cremonese dice in una sua circolare che "la programmazione per il 2003 dei ricoveri in RSA dell'ASL di Cremona, prevede un numero di ricoveri pari a circa 2500 anziani cremonesi" e che questo numero è strettamente legato "alla compatibilità con il proprio piano economico finanziario". Viene anche precisato che l'ASL si propone di consentire "un rapporto 1 a 1 tra ingressi e dimissioni di cittadini residenti nell'ASL di Cremona".
Arrivati al numero dei 2500 ricoverati, per i richiedenti, pur certificati come bisognosi di ricovero da parte del medico, viene a mancare l'intervento economico sanitario corrispondente. Le famiglie che non possono più accudire presso la propria abitazione il familiare ammalato grave, possono solo ricoverarlo a proprie spese sopportando rette che si aggirano sui 2.300,00 € al mese ( quattromilioni e mezzo di vecchie lire).
Quanti non sono in grado di sopportare la spesa della retta intera (spesa di ricovero più spesa sanitaria) sono costretti, loro malgrado, ad andare ad allungare (e nessuno sa per quanto tempo) le liste di attesa. Nel contempo magari le Case di riposo hanno letti vuoti, con ripercussioni sui costi di gestione e sulle rette stesse.
Appare evidente che, in questa materia, per la Regione Lombardia il Bisogno viene - appunto - dopo il Bilancio.
Cordialità
Lega Autonomie Locali - Cremona
Cremona 11.8.2003
 
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