15 Settembre, 2002 Il Governo smantella il diritto dei lavoratori a difenersi raggirando l'art. 18 della lex 300/70 I lavoratori ancora una volta ringraziano.Un motivo in più per scioperare con la CGIL
Il Governo smantella il diritto dei lavoratori
a difenersi raggirando l'art. 18 dello statuto
dei lavoratori.
Un motivo in più per scioperare con la CGIL:
il Governo smantella il diritto dei lavoratori
a difendersi. Invece di pensare a tutele
per i lavoratori nella crisi, usa la crisi
stessa per programmare un ulteriore aumento
della precarietà e della instabilità del
lavoro.
I lavoratori ancora una volta ringraziano.
L’approvazione al Senato del disegno di legge
1167/b raggira l’ostacolo della mancata abolizione
dell’art. 18 e promuove un autentico e pericoloso
attacco ai diritti dei lavoratori, attuando
una vera e propria contro-riforma del processo
del lavoro.
Si tratta di modifiche importanti e determinanti,
che renderanno sempre più deboli i lavoratori;
interesserà la stragrande maggioranza dei
lavoratori del nostro Paese: lavoratori con
contratto a tempo determinato, i collaboratori
ex legge n. 30, lavoratori in somministrazione
e in appalto, trasferimenti d’azienda ecc..
Viene stravolta la funzione di garanzia della
legge e dei contratti collettivi e verrà
scardinato il principio di tutela del lavoro
così come recitato dall’art. 35 della Costituzione.
Viene abolito l’obbligatorietà del tentativo
di conciliazione, che diventando facoltativo
rappresenterà un ulteriore indebolimento
per la posizione del lavoratore.
I termini per l’impugnazione dei licenziamenti
rimangono di 60 giorni, ma entro 180 giorni
dovrà necessariamente essere avviato un percorso
giudiziale pena l’inefficacia della impugnazione
formale. Ciò comporterà un ulteriore rallentamento
della giustizia.
Viene reintrodotto l’arbitrato: secondo questa
procedura, i cui costi saranno a carico del
lavoratore, questi si troverà in balia di
un soggetto che potrà giudicare la controversia
secondo equità. Tale principio non è democratico
e rischia di produrre discriminazioni e gravi
violazioni di diritti.
L’arbitrato esclude ogni successivo grado
di giudizio: è inappellabile!!! .
Viene introdotto l’istituto della certificazione
che si traduce in un sostanziale ricatto
al lavoratore all’atto dell’assunzione, poiché
in sede di sottoscrizione del contratto di
lavoro verranno apposte clausole compromissorie
che eludono i principi cardine dei contratti
collettivi; nel momento dell’assunzione il
datore di lavoro potrà chiedere a un lavoratore
di rinunciare alla via giudiziale per la
tutela dei propri diritti.
Si intende lasciare il lavoratore ancora
più isolato nella dinamica dei rapporti con
il datore di lavoro, attuando una diabolica
deroga in peggio rispetto a leggi e contratti
collettivi.
La figura del giudice ed il suo potere saranno
notevolmente limitati
Ma non basta, il testo approvato contiene
anche l’inaccettabile norma sull’apprendistato
a 15 anni, derogando contemporaneamente all’obbligo
scolastico e all’età minima per il lavoro
minorile fissata a 16 anni.
Sono scelte inaccettabili. Scelte ideologiche
a cui la CGIL reagirà con le forme di iniziativa
possibile: dall’informazione alle persone,
alle tutele legali, dal ruolo della contrattazione
alla mobilitazione, al ricorso alla Corte
Costituzionale
Lo sciopero generale del 12 marzo
é l’occasione per dire basta all’iniziativa
del Governo di mettere in ginocchio i lavoratori.