15 Settembre, 2002 La controriforma del lavoro è stata rinviata dal Presidente Napolitano ( a cura circolo PRC Cremona) Se fosse approvata essa priverebbe di fatto i lavoratori della possibilità di ricorrere al giudice per vedere riconosciuti i propri diritti
La controriforma del lavoro è stata rinviata
dal Presidente Napolitano ( a cura circolo
PRC Cremona).
Se fosse approvata essa priverebbe di fatto
i lavoratori della possibilità di ricorrere
al giudice per vedere riconosciuti i propri
diritti
La controriforma del lavoro (disegno di legge
1441) sostenuta dalla maggioranza è stata
rinviata dal
Presidente Napolitano al Parlamento per fondati
sospetti di incostituzionalità:
come richiesto da Ferrrero a nome della Federazione
della Sinistra nell’incontro dell’8 Marzo
con Napolitano.
Se fosse approvata essa priverebbe di fatto
i lavoratori della possibilità di ricorrere
al giudice per vedere riconosciuti i propri
diritti.
L’intento (neanche tanto celato) è quello
di aggirare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori
imponendo l’arbitrato per la risoluzione
dei conflitti di lavoro, stravolgendo il
ruolo dei giudici, vanificando la contrattazione
collettiva spalancando così le porte a quella
individuale (molto più sfavorevole al lavoratore).
Questa perdita pesante di diritti si realizzerebbe
inoltre in modo assolutamente meschino, cioè
attraverso una “clausola compromissoria”
che il lavoratore dovrebbe sottoscrivere
al momento della stipulazione del contratto
di lavoro.
Chiunque abbia vissuto quel momento sa quanto
sia delicato: è evidente che le due parti
in causa non agiscono in condizioni di uguaglianza
ed è impensabile ritenere che vi possano
intervenire
con pari capacità contrattuale.
Sfruttare questa inferiorità per peggiorare
ancor più lo stato di un lavoratore è semplicemente
disonesto e amorale.
La precarietà sancita per legge da precedenti
sciagurate riforme del lavoro (dal pacchetto
Treu alle legge 30) ha già privato molti
lavoratori dei più elementari diritti sanciti
dallo Statuto dei Lavoratori e dalla Costituzione
Italiana, fondata sul lavoro; oggi il ddl
1441 si propone di completare l’opera calando
come una mannaia su chi ha ancora in mano
strumenti con cui rivendicare
i propri diritti. Il Parlamento terrà conto
(e quanto?) dei rilievi ora mossi dal Presidente
della Repubblica?
E’ assolutamente necessario che i lavoratori,
i sindacati, le realtà associative, le organizzazioni
informali della società civile e i partiti
che hanno a cuore i diritti dei lavoratori
chiedano con risolutezza il ritiro del disegno
di legge e aderiscano e s’impegnino nella
prossima campagna
referendaria contro la legge 30. In un contesto
di crisi economica ed occupazionale come
l’attuale la
perdita di ogni posto di lavoro “buono” e
tutelato si traduce in un disoccupato in
più, un lavoratore in nero o sottopagato
in più o — nella più rosea delle ipotesi
— in un “precario a tempo indeterminato”
in più.
La Federazione della Sinistra
circolo PRC di Cremona