15 Settembre, 2002
Io non ci sto. Un cittadino di Adro salda il debito dei genitori della mensa.
Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito
Io non ci sto. Un cittadino di Adro salda
il debito dei genitori della mensa.
Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto
tutto il patrimonio di dignità e inoltre
ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’
per questi motivi che ho deciso di rilevare
il debito
Sono figlio di un mezzadro che non aveva
soldi ma un infinito patrimonio di dignità.
Ho vissuto i miei primi anni di vita in una
cascina come quella del film “L’albero degli
zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora
intatto tutto il patrimonio di dignità e
inoltre ho guadagnato i soldi per vivere
bene. E’ per questi motivi che ho deciso
di rilevare il debito dei genitori di Adro
che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni
ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce
di avere amici dì tutte le idee politiche.
Gli chiedo sempre e solo la condivisione
dei valori fondamentali e al primo posto
il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie
alcune sono di furbetti che ne approfittano,
ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono
milionari e vogliono anche fare la morale
agli altri. In questo caso, nel dubbio sto
con i primi. Agli extracomunitari chiedo
il rispetto dei nostri costumi e delle nostre
leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione
cercando di essere il primo a rispettarle.
E tirare in ballo i bambini non è compreso
nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come
quei signori che seduti in un bel ristorante
se la prendono con gli extracomunitari. Peccato
che la loro Mercedes sia appena stata lavata
da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano.
Dimenticavo, la mamma è a casa assistita
da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente
intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo
ho l’insana abitudine di leggere e so bene
che i campi di concentramento nazisti non
sono nati dal nulla, prima ci sono stati
anni di piccoli passi verso il baratro. In
fondo in fondo chiedere di mettere una stella
gialla sul braccio agli ebrei non era poi
una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in
poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che
proprio il mio paese sia paladino di questo
spostare l’asticella dell’intolleranza di
un passo all’anno, prima con la taglia, poi
con il rifiuto del sostegno regionale, poi
con la mensa dei bambini, ma potrei portare
molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni
avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo
poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma
dove sono i miei compaesani, ma come è possibile
che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni
“miserevoli”. Anche il padrone del film di
cui sopra aveva ragione. La pianta che il
contadino aveva tagliato era la sua. Mica
poteva metterla sempre lui la pianta per
gli zoccoli. (E se non conoscono il film
che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse
disponibili a barattare la difesa del crocifisso
con qualche etto di razzismo. Se esponiamo
un bel rosario grande nella nostra casa,
poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere
l’animo della gente, dirci bene quali sono
i valori, perché altrimenti penso che sono
anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui
ho votato e che si vuole chiamare “partito
dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella
Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma
che non si nascondano dietro un dito, non
facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano
i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori
di Adro? Se credono davvero nel federalismo,
che ci diano le dichiarazioni dei redditi
loro e delle loro famiglie negli ultimi 10
anni. Tanto per farci capire come pagano
le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per
loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore
di vita) venga dalle tasse del papà di uno
di questi bambini che lavora in fonderia
per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si
domandano dove, come e quanti soldi spende
l’amministrazione per non trovare i soldi
per la mensa. Ma da dove vengono tutti i
soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o
potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000
metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000
metri della nuova area verde sopra il Santuario
chi li paga? E se poi domani ci costruissero?
E se il Santuario fosse tutto circondato
da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia
distrarre la loro attenzione per fini diversi.
Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già
successo nella storia e anche in quella del
nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per
sempre. Per me quelli che non pagano sono
tutti uguali, quando non pagano un pasto,
ma anche quando chiudono le aziende senza
pagare i fornitori o i dipendenti o le banche.
Anche quando girano con i macchinoni e non
pagano tutte le tasse, perché anche in quel
caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma
che almeno non pretendano di farci la morale
e di insegnare la legalità perché tutti questi
begli insegnamenti li stanno dando anche
ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera
di sospensione servizio mensa, fra 20/30
anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca
a loro favore. Saranno quelli che ci verranno
a cambiare il pannolone alla casa di riposo.
Ma quel giorno siamo sicuri che si saranno
dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non
ditemi che verranno i nostri figli perché
il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando
noi adesso. E’ anche per questo che non ci
sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non
urlare e basta ho deciso di fare un gesto
che vorrà dire poco, ma vuole tentare di
svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire
il diritto all’uso della mensa per tutti
i bambini, in modo da non creare rischi di
dissesto finanziario per l’amministrazione,
in tal modo mi impegno a garantire tutta
la copertura necessaria per l’anno scolastico
2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi
verranno versati in modo normale, se non
potranno o vorranno pagare il costo della
mensa residuo resterà a mio totale carico.
Ogni valutazione dei vari casi che dovessero
crearsi è nella piena discrezione della responsabile
del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini
diventerà docente universitario o medico
o imprenditore o infermiere e il suo solo
rispetto varrà la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre
i nostri figli faranno le notti in discoteca
o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso
pagare per tutti o per sempre e comunque
so benissimo che non risolvo certo i problemi
di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori,
per i miei compaesani e molto di più per
quei bambini sia chiaro che io non ci sto
e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio
di diffamazione che come per altri casi verrà
attivato da chi sa di avere la coda di paglia.
Mi consola il fatto che catturerà soltanto
quelle persone che mi onoreranno del loro
disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni
non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare.
La famosa carta di credito c’è, ma solo per
tutto il resto.
Un cittadino di Adro
www.welfarecremona.it ringrazia la Sen. Cinzia Fontana che ci
ha trasmesso la lettera.
 
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