15 Settembre, 2002 Darfur / Si è tornati a combattere In Darfur si è tornati a combattere, dopo una pausa che ha coinciso con le elezioni di aprile e dopo le promesse di un accordo di pace imminente
Darfur / Si è tornati a combattere
In Darfur si è tornati a combattere, dopo
una pausa che ha coinciso con le elezioni
di aprile e dopo le promesse di un accordo
di pace imminente
A metà maggio l’esercito di Khartoum ha dichiarato
di aver conquistato le alture Jabel Moon,
una delle roccaforti dei ribelli dello Jem;
secondo l'esercito le operazioni militari
hanno provocato la morte di oltre cento ribelli;
lo Jem sostiene invece di essersi ritirato
– ancora in aprile -per scongiurare vittime
civili.
Le Nazioni Unite nei giorni precedenti avevano
confermato che da alcune settimane esercito
sudanese e ribelli combattono nella zona
montuosa del Darfur settentrionale, al confine
con il Ciad. Secondo la missione Onu/Ua in
Darfur gli scontri «hanno provocato un numero
imprecisato di morti e sfollati». Inoltre,
visto che «la situazione della sicurezza
nel Darfur settentrionale resta assai tesa»
molti civili stanno abbandonando i campi
per sfollati in cui vivevano da anni nel
timore di una ripresa del conflitto su vasta
scala. Sia l’esercito regolare sudanese sia
il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza
(Jem) stanno «rafforzando» i propri apparati
militari in particolare nella zona di Shangil
Tobaya.
Nel Darfur meridionale i combattimenti tra
ribelli dello Jem e la polizia sudanese avrebbero
causato una sessantina di morti, secondo
il generale della polizia Mohamed Abdel Majid
Al-Tayed: il 13 maggio i ribelli avrebbero
attaccato un convoglio della polizia lungo
la strada tra Al-Dha’ein e Nyala.
Lo Jem si ritira dai colloqui di pace. Dopo
aver denunciato l’offensiva dell'esercito
governativo, i ribelli del Movimento per
la giustizia e l’uguaglianza (Jem) hanno
sospeso la loro partecipazione ai negoziati
in corso a Doha (in Qatar) mediati da Unione
africana e Onu. Lo Jem accusa Khartoum di
aver violato il cessate-il-fuoco in vigore
da febbraio [vedi Newsletter 51 del 1 marzo
2010]. L’esercito sudanese ha a sua volta
accusato lo Jem di aver violato gli accordi.
Nuovi scontri in Ciad. In Ciad alla fine
di aprile gruppi ribelli e soldati dell’esercito
governativo si sono ripetutamente scontrati
nell'Est del paese, al confine con il Darfur.
I morti sarebbero oltre un centinaio. L’esercito
avrebbe preso prigionieri almeno un’ottantina
di ribelli. Fin dall'inizio (2003) la guerra
in Darfur non è mai stata solo un problema
interno sudanese ma anche un conflitto tra
Ciad e Sudan, in cui la ribellione nell'est
del Ciad contro N'Djamena rappresenta l'altro
lato della ribellione in Darfur contro Khartoum.
Uccisi due caschi blu. Il 7 maggio due militari
egiziani della missione congiunta Onu/Unione
africana in Darfur sono stati uccisi in un
attacco a un convoglio composto da tre veicoli
e una ventina di militari nel Darfur meridionale,
nei pressi del villaggio di Katila; altri
tre caschi blu sono rimasti feriti. Le forze
di sicurezza sudanesi hanno arrestato alcuni
uomini sospettati di coinvolgimento nell’uccisione.
Secondo Abdel-Hamid Moussa Kasha, governatore
del Darfur meridionale, gli arrestati sarebbero
banditi senza particolare affiliazione politica.
Da quando è presente in Darfur (gennaio 2008)
Unamid ha avuto 24 morti.
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