15 Settembre, 2002
CONFRONTI IMPOSSIBILI ( di MARIO SUPERTI)
C’è un tempo per la guerra ed un tempo per la pace (così si sentenziava nel mondo antico).
CONFRONTI IMPOSSIBILI
C’è un tempo per la guerra ed un tempo per
la pace (così si sentenziava nel mondo antico).
C’è un tempo per i costruttori di pace ed
un tempo per chi non ha proposte degne di
tale convinzione.
La mente quindi vaga negli accadimenti del
secolo scorso e vengono alla memoria, fra
gli altri, tre nomi che hanno fatto la grande
storia.
Aldo Moro con grande coraggio lanciò la Sua
politica con l’intento di coinvolgere l’intera
nazione nella costruzione di eventi ancora
inesplorati.
Paolo VI , anche nella “Populorum progressio”
lanciò la Sua visione del mondo negli assetti
sociali e la propose al mondo intero, con
grande lucidità, anche politica.
Berlinguer andò a Mosca e declamò la Sua
visione del mondo pur ben saldo nelle Sue
convinzioni sociali e politiche.
Tutti e tre hanno un tratto in comune .
Non sono stati immediati testimoni degli
effetti che la Loro visione del mondo avrebbe
potuto portare nel consesso dei popoli e
delle nazioni.
Tutti siamo convinti che il periodo storico
che hanno condiviso questi tre Grandi sia
stato di crisi forte e pervasiva : così abbiamo
percepito.
Non è esatto se si tien conto degli accadimenti
a distanza.
Questi Personaggi hanno avuto la forza e
la capacità intellettuale e morale di tracciare
delle vie da percorrere anche con il coraggio
della sperimentazione.
Tutti hanno dovuto subire contrasti ed il
Loro operato, per anni, non ha avuto conseguenze
tangibili : anzi ha provocato delle “ marce
indietro”.
Ma perché questa lunga premessa .
Nel tempo in cui viviamo non riscontriamo
ancora personaggi di tale rilievo, posto
che non abbiamo la sensazione di vivere in
una vera crisi, anche di valori.
Tuttavia il disagio c’è ed è ,questa volta,percepibile
se si mettono in funzione altri parametri
di analisi e di confronti.
C’è la crisi economica e nessuno sembra in
grado di far fronte agli eventi se non taglieggiando
chi già aveva problemi prima.
C’è la crisi di valori civili ma l’attenzione
viene distolta e deviata verso convincimenti
e certezze che rasentano “l’improbabile”
ed il velleitario.
Il tratto che unisce la gente comune rasenta
la rassegnazione ed il “si salvi chi può”.
La prima deduzione quindi sarebbe che non
ci sono “uomini” in grado di prendere di
petto la situazione ed elaborare proposte
e teorie con radicati e profondi valori civili
e morali che possano coinvolgere tutto e
tutti, anche politicamente.
Se siamo convinti di avere i dirigenti che
ci meritiamo potrebbe significare che siamo
convinti anche che, in un passato recente,sia
stato fatto poco o nulla perché , prima o
poi , salissero alla ribalta personaggi degli
di nota e di rispetto.
Nel mondo della comunicazione e dei media
spesso si è fatto esattamente il contrario.
Viene il dubbio quindi che consciamente o
no si sia pensato : “manteneteli poveri ed
ignoranti e li avrete umili e sottomessi”.
Il vero problema è che “ I pochi “non sono
né poveri né ignoranti e sono perfettamente
in grado di tenere gli altri sotto il tallone
con tutti i mezzi che la moderna comunicazione
mette a disposizione.
In conclusione : i mezzi di comunicazione
non sono usati per la emancipazione culturale
e morale della gente ma per diffondere “spot”
ad un solo effetto.
Mantenere al potere chi lo detiene da anni.
Vien da pensare che questo modo di agire
faccia comodo anche a chi si aggira nei pressi
della tavola imbandita : lì vicino c’è sempre
qualcosa che potrebbe far comodo anche alla
pancia.
Sarà lo spirito di sopravvivenza individuale,
ma così con si costruisce nulla per questo
sfortunato paese.
Chiudo queste poche note con un lancio lungo
: dove sono finite le riflessioni di Cacciari
?
Erano visionarie o sono finite nella parte
non fertile e improduttiva del campo ?
Credo che il Pd, sia in campo nazionale che
localmente possa mettere in campo delle “new
entry”, che , se si è ben seminato potrebbero
anche fornire risposte adeguate e diffondere
una ventata di aria fresca.
Ne sentiamo proprio un gran bisogno.
Il popolo fiducioso aspetta ancora.
MARIO SUPERTI
CREMONA
 
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