15 Settembre, 2002 Salvaguardia del biotopo Pianalto della Melotta A fronte di progetti che sempre più frequentemente piovono sul nostro territorio già oggi compromesso, esprime particolare preoccupazione per le due devastanti proposte che minacciano il pianalto di Melotta.
Salvaguardia del biotopo Pianalto della Melotta
A fronte di progetti che sempre più frequentemente
piovono sul nostro territorio già oggi compromesso,
esprime particolare preoccupazione per le
due devastanti proposte che minacciano il
pianalto di Melotta.
Un grande impianto per lo stoccaggio di gas
naturali classificato ai sensi della legge
Seveso come deposito sostanze pericolose
che prevede la costruzione di una centrale
di stoccaggio con una fiaccola alta 30 m
e la perforazione di cinque pozzi sul pianalto
di Melotta, dentro ed intorno alla riserva
naturale mentre il giacimento interesserebbe
il sottosuolo di ben sette comuni: Romanengo
Soncino Ticengo Salvirola Izano Offanengo
e Casaletto di Sopra.
La proposta viene dalla società Enel Trade
che ha sinora trovato opposizione nel solo
comune di Romanengo, si pone in contrasto
con le molte norme di tutela esistenti in
nome di una fantomatica esigenza strategica
nazionale che l'attuale calo dei consumi
determinato dalla crisi, dagli impegni assunti
con protocollo di Kyoto e dagli accordi internazionali
vigenti rende ormai superata.
il progetto presentato, benché inadeguato
a garantire la sicurezza necessaria in un'area
vasta ben 26 km² collocati in gran parte
in zona sismica di secondo grado nella quale
la continua immissione ed estrazione di gas
potrebbe accrescere la sismicità, sta procedendo
senza grandi ostacoli verso un'approvazione
definitiva.
Vi è poi la proposta di una enorme cava di
argilla collocata in prossimità del pianalto
ad ovest della cascina Mottella che costituirebbe
un'irrimediabile insulto per un’enorme area
di grande interesse naturalistico nonché
vincolata, compromettendo inoltre una strada
storica tra le più suggestive del nostro
territorio.
Questa immensa escavazione della antichissima
e tutelata copertura argillosa del pianalto,
pure se realizzata da un privato, viene paradossalmente
proposta da tre comuni addirittura quale
opera di pubblica utilità per la riqualificazione
di quei suoli e di quegli ambienti che andrebbe
invece a distruggere.
Ciò che accomuna i due interventi, è il fatto
l fatto di utilizzare un apparato normativo
compiacente per violare numerose e radicate
norme di tutela ambientale in nome di un
fantomatico interesse pubblico.
Le ricchezze ambientali che sopravvivono
nel nostro territorio tanto sfruttato vengono
così poste in liquidazione, spesso in cambio
di striminzite compensazioni, da autorità
pubbliche talvolta conniventi, talvolta prive
di adeguata sensibilità culturale e spesso
sospinte da prevalenti esigenze economiche.
La difesa del pianalto di Melotta deve restare
per i Comuni, per la Provincia e per la Regione
una priorità assoluta. Il suo valore non
dipende dalla una fruizione pubblica che
deve avvenire in modo prudente e rispettoso.
Gli ambienti naturali costituiscono un valore
assoluto e non sostituibile in quanto custodi
della biodiversità e fondamentali fattori
di equilibrio e di cultura per tutto il territorio.
Chiediamo che di i cittadini e le amministrazioni
che li rappresentano si oppongano con impegno
alle iniziative speculative che sempre più
frequentemente minacciano i comuni del cremasco.