15 Settembre, 2002
La Cremona che non sta a guardare.
Conferenza Programmatica dei diesse cremonesi
CONFERENZA DI PROGRAMMA
Intervento del segretario Pier Attilio Superti
Cari ospiti e cari compagni
un ringraziamento sentito e caloroso per
la vostra presenza.
E permettetemi di scusarmi con tutti coloro
che non siamo stati capaci di avvicinare
nei giorni e che ci hanno voluto dimostrare
il loro interesse e la loro disponibilità
ad un confronto vero, sulle cose da fare,
sui problemi e sulle aspettative che ogni
cittadino ha.
Speranze di vivere in una comunità che abbia
fiducia nel proprio futuro, che abbia le
energie per pensare al domani delle giovani
generazioni.
Abbiamo voluto e pensato questo appuntamento
proprio per ascoltare e proporre idee di
futuro, per iniziare un percorso insieme
che ci porterà fino alla vittoria del 13
giugno.
Perché la campagna elettorale non può essere
solo fatta di annunci, di slogan, di colpi
bassi, di quanti soldi occorrono per fare
questo e quello (e vi assicuro che ne servono
molti e vi chiedo fin da ora la vostra generosità).
La campagna elettorale non può soprattutto
essere fatta senza crederci fino in fondo.
C’è in giro un clima troppo vacanziero. Quasi
come se si fosse già votato. Ed avessimo
già vinto.
Non è così. I voti, i consensi si devono
conquistare uno ad uno ed un atteggiamento
di sufficienza da parte del centrosinistra
sarebbe molto negativo.
E’ vero che abbiamo molte buone possibilità
di vittoria, anche al primo turno.
Le abbiamo perché veniamo da buone esperienze
di governo degli ultimi anni.
Non ringrazieremo mai a sufficienza chi ha
governato il Comune e la Provincia di Cremona.
Le giunte Bodini e Corada resteranno come
un patrimonio nella storia di questa città.
E resterà il segno di quanto sono riuscite
a fare, di quanto hanno contribuito a rendere
più moderni e più giusti la nostra città
e il nostro territorio.
Un ringraziamento particolare a Paolo Bodini
con il quale ci lega non solo un comune sentire
sugli aspetti politico amministrativi ma
con il quale si è sviluppato in questi anni
un profondo legame umano che ci ha segnato
tutti e al quale non rinunceremo. E’ una
forte personalità che ha segnato, che fa
discutere, che ha dato e che continuerà a
dare per la nostra comunità, non solo con
il suo impegno professionale ma anche, auspichiamo,
con il suo futuro impegno politico.
Così come un ringraziamento va ad una personalità
che è stata l’anima delle innovazioni di
questi anni. E l’ha fatto nel modo serio
e riservato che lo contraddistingue ma di
cui altrettanto auspichiamo un impegno futuro:
Luciano Caon.
Così come vorremmo ringraziare tutti quei
sindaci che, in questi anni, hanno dato volto
e gambe all’Ulivo nei nostri paesi e che
hanno saputo far crescere la nostra comunità.
Un lavoro difficile e spesso ingrato quello
di sindaco ma altrettanto prezioso.
Sta a noi saper ancora utilizzare al meglio
le loro professionalità e le competenze.
Sia Bodini che Caon, che i sindaci dell’Ulivo
non faranno mancare il loro apporto in questa
campagna elettorale a fianco di Corada e
di Torchio.
Di Corada cosa possiamo dire di più di ciò
che è stato detto e soprattutto di quello
che ci sentiamo continuamente dire dalle
persone con cui ci capita di parlare per
strada, nelle scuole, in casa? E cioè che
Corada è una garanzia, una persona che trasmette
rispetto, affidabilità, convinzione in quello
che dice e quello che fa, capacità di governo
e di innovazione. Ne siamo orgogliosi.
Così come siamo orgogliosi di avere come
candidato presidente della Provincia Giuseppe
Torchio persona di esperienza, profondo conoscitore
della nostra realtà provinciale, generoso
e concreto nello stesso tempo.
La nostra proposta, che all’inizio non tutti
avevano compreso, si sta invece via via rivelando
per quello che è: una candidatura vincente.
Torchio rappresenta i valori dell’Ulivo e
di questa nostra terra padana: la tenacia,
la passione, l’impegno, i valori di solidarietà,
la capacità di dialogo e di confronto.
Abbiamo dunque un buon lavoro alle spalle
e ottimi candidati: se non sapremo vincere
sarà per nostra responsabilità come ha ricordato
sabato scorso Castagnetti al Cittanova.
Dobbiamo essere convinti che in una coalizione
come quella dell’Ulivo si vince o si perde
tutti insieme.
L’Ulivo sarà tanto più forte quanto più forti
saranno le sue singole componenti e quanto
più ognuna di queste farà del senso di responsabilità
verso la coalizione e dell’unità il suo carattere
distintivo.
Noi non ci sentiamo gli azionisti di riferimento
di questa coalizione. Sappiamo di svolgere
un ruolo importante ma alla pari degli altri.
Sappiamo che questo è dovuto alla capacità
di proposta, alla capacità di assumersi responsabilità
di scelte di governo, all’anteporre il senso
di coalizione rispetto alla propria visibilità,
di saper reggere il fronte polemico con gli
avversari quando è stato e sarà necessario.
Mai da parte nostra si è levato una sola
volta una polemica nei confronti dei nostri
alleati.
Né ci sentiamo autorizzati o in potere di
esprimere veti. Avanziamo solo ragionamenti,
opinioni che consegniamo alla valutazione
di tutti in modo aperto e collaborativo.
Ancora una volta vogliamo ribadire che non
ci interessa fare piani di battaglia per
la divisione dei posti nelle giunte o chissà
in che altro. L’unico nostro piano è rispettare
fino in fondo l’autonomia della scelta di
Torchio e di Corada per la scelta dei propri
collaboratori.
Non diremo altro che questo, a costo di sembrare
noiosi.
L’unica cosa che può far male al centrosinistra
è una continua e stucchevole polemica al
proprio interno. Polemiche che non fanno
altro che allontanare consensi e impegno
delle persone.
Non facciamoci del male da soli. Non ne abbiamo
bisogno ma soprattutto non ne ha bisogno
la gente che crede in noi, nel centrosinistra.
Abbiamo l’orgoglio di aver saputo esprimere
una classe di amministratori seria, competente,
onesta, coraggiosa nell’innovazione e salda
nei valori. Una classe dirigente pubblica
giovane proveniente da diverse esperienze.
Anche a tutti loro va il nostro ringraziamento
per il lavoro che hanno svolto.
Ma sappiamo anche che non saremmo stati sufficienti
da soli se non avessimo lavorato insieme
a tanti altri, di diverse forze politiche
e di gruppi di cittadini.
Noi crediamo nel lavoro di squadra.
Questa è la prima cosa che rivendichiamo
con forza di fronte al centro destra che
si presenta diviso in queste elezioni, con
due candidati sindaci a Cremona e due candidati
presedenti della provincia.
Altro che unità e altro che serenità.
L’Ulivo si presenta forte ed unito. Ha saputo
allargarsi a Rifondazione Comunista e nello
stesso tempo aprirsi a forze e personalità
del centro moderato.
E l’incontro non è avvenuto sulla base di
accordi di potere o di convenienza ma sulla
base di condivisione di valori e di prospettive
di governo.
Ed ovviamente di responsabilità di governo
di cui tutte le forze della coalizione si
assumono la responsabilità di fronte agli
elettori.
Non abbiamo bisogno di andare da un notaio
per certificare questo.
“Siamo uomini e non caporali” così avrebbe
detto Totò.
Abbiamo voluto con tenacia raccogliere l’appello
di unità che, in questi anni, si è levato
dal popolo dell’Ulivo. Ce lo hanno gridato
in ogni occasione. Ci hanno urlato di smetterla
ogni volta che questa unità era messa in
discussione.
Non potevamo ignorare questo appello.
Lo abbiamo raccolto costruendo una coalizione
ampia e una lista unitaria alle europee che
partisse dalle forza che si dichiarano riformiste.
La lista Uniti nell’Ulivo per l’Europa, la
lista promossa da Romano Prodi è un’ esperienza
che non è priva di rischi, di incognite.
Ma è un coraggioso passo in avanti per la
costruzione di quello che tanti di noi hanno
sempre sognato e per il quale tanti si sono
impegnati: un Ulivo soggetto politico capace
di promuovere passioni, valori.
Questa lista non è fatta all’insegna del
moderatismo politico ma sotto il segno della
cultura di governo che sa guardare oltre,
che sa immaginare, che sa innovare, che sa
sognare. Di una cultura di governo che sa
esprimere valori di pace, che vuole valorizzare
il ruolo e le funzioni delle istituzioni
internazionali, di una loro riforma democratica,
a partire dall’Europa e dall’ONU.
Auspico che la lista unitaria sappia porre
con forza e con nettezza in Parlamento il
tema del rientro dei nostri contingenti militari
dall’Iraq, perché sempre più quella guerra
preventiva si è dimostrata un disastro e
da quella situazione si può uscire solo attraverso
un pieno e centrale coinvolgimento della
comunità mondiale a partire dall’ONU.
Noi non pensiamo che la lista unitaria per
le europee sia una iniziativa isolata, destinata
a concludersi il 14 di giugno.
Pensiamo che l’unità delle forze riformiste
sia il primo passo per costruire un Ulivo
ancora più forte ed unito.
Anche a Cremona vogliamo promuovere iniziative
per una dare gambe all’unità dell’Ulivo.
In questo senso proponiamo che dopo le elezioni
si dia vita ad un patto federativo e si costituiscano
dei gruppi unici all’interno delle istituzioni
principali, il Comune e la Provincia di Cremona.
Gruppi unici che vedano da subito la presenza
dei DS degli amici della Margherita, dello
SDI e dei Repubblicani Europei. Gruppi aperti
a tutti coloro che credono come noi in un
Ulivo forte e capace di esprimere cultura
di governo.
Sappiamo che non sarà un percorso facile.
Comprendiamo quando ci dicono che i processi
aggregativi devono essere maturati e condivisivi.
Che occorre anche tempo.
Ma mi permetto di sottolineare che l’elettorato
è già più avanti di noi, di noi partiti.
A Cremona è viva una realtà che ci ricorda
sempre questi aspetti, che è formata da donne
e uomini che generosamente impegnano tempo
e passione per una presenza dell’Ulivo. Mi
riferisco al Comitato dei cittadini per l’Ulivo
che anche in questa campagna elettorale darà
il suo importante contributo di lavoro concreto
e di intelligenza.
Noi Democratici di Sinistra dunque mettiamo
a disposizione le nostre forze, le nostre
risorse per rafforzare la coalizione dell’Ulivo,
per contribuire al governo della Provincia,
del Comune di Cremona, dei tanti paesi in
cui sono presenti liste civiche che si richiamano
al centrosinistra.
Un saluto ed un augurio particolare va alla
Lista “Una città per l’uomo” di Casalmaggiore
che vede la presenza di una articolata e
forte coalizione di partiti e di persone
del centrosinistra a sostegno del sindaco
uscente Luciano Toscani. Anche in questa
importante città della nostra provincia il
centrosinistra ha saputo allargarsi al contributo
di forze e persone. La sfida sarà dura e
difficile per la presenza di un candidato
antagonista che ha scelto una linea confusa,
che ripropone populismo e trasformismo. Con
il risultato di avere una lista che si caratterizza
per il sostegno che gli dà il centrodestra.
Il centrosinistra tutto ha scelto con coraggio
una linea di rinnovamento, di coerenza che
lo premierà.
Poiché le idee camminano sulle gambe delle
persone i DS anche in questa occasione hanno
compiuto ogni sforzo per proporre candidati
all’altezza delle sfide aperte. Proporremo
liste che valorizzeranno il lavoro di questi
anni, che vedranno una forte presenza femminile,
che saranno aperte a rappresentanti di associazioni,
di categorie, di volontariato, della cultura.
Autorevoli interlocutori hanno recentemente
sostenuto che la politica a Cremona in questi
anni ha abdicato al suo ruolo, delegando
le scelte ai salotti buoni del potere economico
che però hanno fallito; che i programmi presentati
anche dai nostri candidati sanno di vecchio,
che non è presente alcuna novità.
Con franchezza e sincerità penso che siano
critiche ingenerose per la nostra classe
politica.
Questo non è solo il nostro pensiero ma anche
la realtà dimostrata dai dati. Ricordo che
in una recente ricerca presentata dalla Camera
di Commercio sono emerse le luci e le ombre
del sistema Cremona.
Nei punti di debolezza vi sta la composizione
del nostro sistema produttivo che non riesce
ad esprimere innovazione e ricerca, che occupa
troppi pochi laureati, che non riesce ad
internazionalizzarsi adeguatamente.
Nei punti di forza sta invece la capacità
di governance esercitata in questi anni dagli
enti locali. Cioè la capacità di individuare
obiettivi condivisi e di perseguirli con
determinazione.
In questi anni le scelte strategiche sono
state compiute attraverso il metodo della
concertazione, cioè ricercando la condivisione
con le forze sociali ed economiche cremonesi.
Dal nord al Sud della provincia.
Quella concertazione che la destra ha smantellato
nella sua concreta azione di governo producendo
danni sociali ed economici. Danni che hanno
reso così difficile per tutti noi poter arrivare
con i nostri stipendi alla fine del mese.
Il centrosinistra unisce, la destra divide.
Anche a Cremona la concertazione sociale
è per noi un valore ed è attraverso questo
metodo che si riesce a fare sistema, che
si può varare quel piano strategico per lo
sviluppo che è per noi centrale nel programma
di governo dei prossimi anni.
Il nostro sistema economico locale che presenta
quegli elementi di debolezza che ho prima
richiamato è ulteriormente messo a dura prova
dalla politica economica di questo governo.
Una politica che sta producendo una società
in cui la mobilità sociale, cioè la possibilità
di migliorare la propria posizione di vita
ed immaginare un futuro per i propri figli
e nipoti migliore del presente che viviamo,
si fa sempre più difficile.
Per questo nel nostro programma avanziamo
una serie di proposte che puntano a individuare
strumenti e politiche per lo sviluppo sociale
ed economico della nostra comunità.
Noi vogliamo una Cremona in cui sia bello
studiare, in cui sia bello lavorare, in cui
sia bello divertirsi.
Una città e una provincia in cui sia bello
semplicemente vivere. E non solo dormire
e riposarsi dopo gli estenuanti viaggi in
treno da pendolare verso Milano o verso altre
città.
Noi vogliamo una Cremona che punti ad uno
sviluppo economico sostenibile basato sull’innovazione
e la ricerca, sul rafforzamento di legami
tra istruzione, cultura ed economia, con
una particolare attenzione al potenziamento
del sistema scolastico, universitario, e
della formazione specialistica.
Noi vogliamo una Cremona che valorizzi sempre
più le sue caratteristiche di città d’arte
e della cultura, che punti sulla valorizzazione
del proprio patrimonio artistico, culturale
ed ambientale.
Noi vogliamo una Cremona capace da un lato
di sviluppare la solidarietà sociale, dall’altro
di favorire le relazioni tra le persone,
nella prospettiva di una società aperta e
multiculturale.
Noi vogliamo un governo locale che faccia
del dialogo con la città e con le sue forze
sociali e produttive l’elemento caratterizzante
del proprio stile di governo e che continui
la stagione di proficua collaborazione con
gli altri enti.
Una Cremona capace di produrre benessere,
sviluppo e qualità che noi vogliamo, a differenza
della destra, "per tutti". Per
questo poniamo un accento sulle politiche
sociali e sulle politiche dei servizi che
sono rivolti ai cittadini in senso ampio.
Una Cremona nella quale cresca un tessuto
sociale, istituzionale forte e coeso, nel
quale le opportunità non siano lasciate al
caso, ma siano governate dalle politiche
pubbliche.
Il governo dell’Ulivo ha saputo imprimere
una svolta a Cremona.
La Città, all’inizio degli anni ’90, doveva
affrontare due “emergenze” che minacciavano
lo sviluppo locale: la mancanza di un’adeguata
dotazione infrastrutturale e l’assenza di
un progetto che rompesse il suo isolamento
e la ponesse al centro di reti e relazioni
più ampie.
In questo decennio l’Ulivo ha dato vita ad
un processo che ha operato una netta inversione
di tendenza giocando su un equilibrato rapporto
tra “tradizione e innovazione”.
Da un lato mantenere e valorizzare i nostri
più autentici tratti distintivi (la qualità
della vita, il welfare locale, la vivibilità
ambientale) e dall’altro inserire nel corpo
vivo della città innovazioni importanti e
decisive (la capacità di prendere decisioni
e di farlo coinvolgendo altri soggetti, pubblici
e privati, la valorizzazione turistica e
culturale, le nuove tecnologie, i nuovi servizi,
la modernizzazione della pubblica amministrazione,
il rilancio della Fiera, lo sviluppo dei
poli universitari, ecc.).
Cremona ha mostrato di crederci, di credere
nelle sue potenzialità, nelle sue capacità,
di valorizzare le proprie eccellenze e di
superare le criticità. Ha guadagnato posti
e credibilità nel panorama delle città italiane.
E’ andato così prendendo corpo un nuovo sistema
socio-economico cremonese che, in questi
anni, ha saputo garantire alla Città alti
livelli di crescita economica e sociale.
Abbiamo rotto il guscio in questi anni, stiamo
superando l’isolamento in cui era la nostra
provincia e la nostra città e l’abbiamo messa
al centro di relazioni e di reti.
L’abbiamo fatta diventare un punto di riferimento
per tanti aspetti: dalla gestione dei rifiuti,
alle iniziative culturali, agli insediamenti
universitari, al sistema dei servizi sociali.
Ora questo equilibrio però rischia d’essere
precario e di rivelarsi ingannevole se non
si affrontassero per tempo le nuove sfide
che si chiamano globalizzazione, sostenibilità,
competizione territoriale, innovazione tecnologica,
ecc.
Cremona è ora ad un bivio, è in bilico tra
la possibilità di dar vita ad una nuova fase
del suo sviluppo e l’involuzione che può
mettere anche a rischio un sistema di welfare
e di protezione sociale che rappresenta un
tratto qualificante e distintivo della nostra
comunità.
Siamo di fronte alla chiusura di un ciclo.
Per questa ragione Cremona, nel suo complesso,
deve porsi in modo prioritario il problema
dello sviluppo.
Uno sviluppo di qualità, rispettoso dell’ambiente,
ma capace di spingere la nostra città verso
nuovi livelli di crescita sociale ed economica.
Le nuove sfide che ci attendono sono impegnative.
Si tratta di definire i nuovi obiettivi strategici,
gli strumenti e le risorse per raggiungerli.
Dobbiamo imparare a fare “sistema” e a sviluppare
azioni strategiche al fine di attrarre investimenti
e risorse.
I Democratici di sinistra propongono per
Cremona la creazione di un Piano Strategico
per lo sviluppo locale.
Il Piano Strategico è, innanzitutto, un processo
concreto che mette in rete attori e politiche,
interessi e obiettivi per individuare e realizzare
una visione condivisa del futuro della città,
che ha nel metodo della concertazione con
forze sociali ed economiche un suo punto
qualificante e strategico.
Una visione di sviluppo che sia di lungo
periodo e d’area vasta, che selezioni obiettivi
di governo e avvii processi concertati di
trasformazione territoriale, che mobiliti
possibili investitori economici in un quadro
di competitività sovra locale e internazionale
tra città e territori.
Il Piano non guarda solo all’esterno ma cerca
di dare risposta alla domanda interna di
qualità espressa non solo dai residenti ma
anche da tutti gli utenti della città: i
turisti, le imprese, i pendolari del tempo
libero e del lavoro, gli immigrati, ecc.
Nel Piano troveranno conferma le scelte strategiche
compiute in questi anni: le infrastrutture
con la scelta del terzo ponte e dell’autostrada
Cremona-Mantova che ci permette di inserirci
come asse medio padano nel sistema del corridoio
5 della comunità europea e che ci permette
di risolvere i problemi della viabilità ordinaria,
così come la navigazione fluviale che insieme
con le ferrovie rappresentano la carta della
intermodalità che Cremona può e deve giocare
fino in fondo.
Noi siamo convinti che sviluppo e qualità
della vita si generino nelle comunità locali
dotate di Talenti, Tecnologie e Tolleranza.
Dobbiamo riuscire a fare di Cremona un ambiente
capace di trattenere ed attirare “talenti”,
cioè capacità, nuove energie, intelligenze.
Cremona deve saper valorizzare i talenti
di cui già dispone, le sue migliori vocazioni,
le sue tante eccellenze.
Questo vuol dire investire sul progetto del
parco dei monasteri che può caratterizzare
la nostra comunità nel confronto con altre.
Significa Mediateca, Università, polo tecnologico,
centro di restauro dei beni liutai, conservatorio
e tante altre scelte concrete che troverete
nel programma.
Significa avere una città in cui le giovani
coppie non solo trovano casa ma anche servizi
adeguati per i propri bambini e per i propri
anziani.
Le nostre università possono trasformarsi
in concentratori di idee e di conoscenza
ma anche in incubatoi di imprese nelle quali
i giovani mettano alla prova le proprie capacità
e la voglia di mettersi in gioco.
Cremona, in questi anni, ha investito molto
nelle nuove tecnologie. La città dispone
oggi di una delle più capillari e diffuse
reti in fibra ottica che consente ad imprese
e cittadini di utilizzare servizi interattivi
a larga banda.
Ora che le tecnologie sono disponibili occorre
compiere il vero passo in avanti: utilizzare
queste risorse tecnologiche come vantaggio
competitivo per il "sistema Cremona",
per le imprese, per i cittadini. Grazie ad
esse la città ed i suoi attori pubblici e
privati possono fare “rete” e condividere
informazioni, competenze, iniziative accumulando
nuovo capitale sociale, che oggi è la vera
ricchezza delle comunità locali.
Ora le tecnologie devono servirci per dare
vita a progetti capaci di muovere dati e
informazioni al posto delle persone (telelavoro),
in grado di diffondere il sapere (e-learning),
di rendere più efficiente la salute dei cittadini
(e-health).
Ora le tecnologie devono fare di Cremona
un città più sicura, più vivibile e più moderna.
Devono essere impiegate per rendere più semplice
e trasparente il rapporto tra cittadino e
pubblica amministrazione. Per rendere più
efficiente la macchina amministrativa, per
fornire risposte e servizi in tempo reale
e per favorire la partecipazione dei cittadini
alla vita democratica e pubblica.
Talenti e tecnologie si possono spendere
se riusciamo a comprendere che la tolleranza
è l’atteggiamento con cui guardare al mondo
di oggi.
Tolleranza intesa come capacità di aprirsi
al nuovo, di saper cogliere le opportunità
che le nuove sfide pongono a ciascun attore
sociale.
Tolleranza come solidarietà, come capacità
di farsi carico dei problemi di tutti coloro
che, per ragioni diverse, rimangono indietro.
Noi guardiamo ad una società in cui a ciascuno
siano offerte le migliori possibilità per
riuscire al meglio nella propria vita, per
realizzare il proprio progetto di vita indipendentemente
dalla propria origine familiare e sociale.
Tolleranza è per noi anche la capacità di
apertura al diverso, allo straniero e la
costruzione di occasioni di crescita e di
integrazione anche per loro.
Una comunità per sentirsi sicura deve non
solo avere bravi operatori di polizia e della
magistratura capaci di prevenire e reprimere
episodi di illegalità e di criminalità. Deve
anche saper costruire le condizioni per avere
un dialogo aperto con le diverse comunità
che la compongono. Solo considerando ogni
persona portatrice di diritti e doveri si
potrà costruire una comunità forte ed unita
e quindi sicura.
Talenti, Tecnologie e Tolleranza potrebbero
essere queste le nuove Tre T di Cremona e
racchiudere il senso del nostro impegno politico
dei prossimi cinque anni.
Nel programma che abbiamo distribuito sono
comprese le proposte concrete con le priorità
che abbiamo individuato. Rimando alla sua
lettura.
Mi sono limitato ad un ragionamento che offrisse
una chiave di lettura dei compiti che ci
aspettano. Noi Democratici di sinistra siamo
la Cremona che non sta a guardare. La Cremona
che sa assumersi responsabilità. Che ha saputo
produrre innovazione e sviluppo. Che ha saputo
guardare alla qualità ambientale con il risultato
di avere Cremona da due anni consecutivi
regina delle città eco-compatibili.
Vogliamo continuare a farlo. Mai come ora
abbiamo bisogno del contributo di tutti e
di ciascuno di voi.
Dobbiamo avvicinare e convincere le persone
che non la pensano come noi che il nostro
programma, le nostre idee, i nostri uomini
sono ciò che serve a Cremona per continuare
a crescere e progredire.
Dobbiamo saper ascoltare, anche le critiche
e le richieste di innovazione rispetto all’azione
di questi anni. Richieste anche semplici,
concrete, quotidiane, ma che ci dicono dell’affetto
che ogni cittadino nutre verso la propria
comunità. La qualità delle periferie urbane
e la qualità della manutenzione ordinaria
devono diventare centrali per la prossima
amministrazione.
Dobbiamo anche saper cambiare, saper affrontare
e rispondere alla richiesta di partecipazione,
di poter contare nella decisioni che emerge
da singoli e dai gruppi di cittadini.
Non sappiamo se lo Stato e la Regione continueranno
a tagliare i fondi per i comuni e le province,
rendendo difficile fare investimenti, assicurare
servizi, tenere pulite e ordinate le nostre
comunità. Noi possiamo garantire il nostro
impegno, la nostra passione, la nostra onestà.
Ce la metteremo tutta, così come abbiamo
sempre fatto. Insieme a Voi, ne sono sicuro,
possiamo farcela.
Cremona, 24 aprile 2004
Si è svolta sabato 23 aprile la Conferenza
Programmatica dei Ds Cremonesi dove il segretraio
Ds Pier Attilio Superti ha presentato un'ampia
relazione sul programma per le elezioni amministrative
2004 per Cremona.
Pubblichiamo un ampio stralcio della sua
relazione intitolata " DS : la Cremona
che non sta a guardare".
Alla Conferenza sono intervenuti fra gli
altri:
* Bruno Garatti, segretario ds della Federazione
di Crema,
* Paolo Bodini, sindaco di Cremona,
* Agostino Alloni, candidato vicepresidente
Provincia di Cremona,
* Gian Carlo Corada, candidato Sindaco Comune
di Cremona,
* Giuseppe Torchio, candato Presidente Provincia
di Cremona,
* Luciano Pizzetti, segretario regionale
Ds
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LA CREMONA CHE NON STA A GUARDARE.
Il futuro Cremona è legato al sogno di una
città capace di valorizzare idee e progetti,
di far crescere la qualità della vita, il
benessere dei cittadini, di offrire loro
lavoro, servizi moderni, vivibilità e buone
ragioni per non andarsene da qualche altra
parte. Una città bella da vivere, nella quale
trovino attuazione e si armonizzino queste
diverse dimensioni:
Cremona, città europea,
Cremona, città dei diritti
Cremona, città dei servizi e della solidarietà
Cremona, città accogliente
Cremona, città sicura
Cremona, città della conoscenza e della cultura
Cremona, città dell’ambiente e della mobilità
sostenibile
Cremona, città dello sviluppo
Cremona, città del futuro
Cremona, città della pace
Per ciascuna di queste prospettive i Democratici
di Sinistra hanno idee e proposte che intendono
discutere e proporre ai cittadini cremonesi,
ma soprattutto si fanno portatori di un “Progetto”
capace di dare a Cremona quella spinta propulsiva
che le consentirà di vincere la sfida con
il suo futuro. Un progetto capace di suscitare
energie nuove e profonde.
Una Cremona capace di produrre benessere,
sviluppo e qualità che noi vogliamo, a differenza
della destra, "per tutti". Per
questo poniamo un accento sulle politiche
sociali e sulle politiche dei servizi che
sono rivolti ai cittadini in senso ampio.
Una Cremona nella quale cresca un tessuto
sociale, istituzionale forte e coeso, nel
quale le opportunità non siano lasciate al
caso, ma siano governate dalle politiche
pubbliche.
DIECI ANNI IMPORTANTI
Usciamo da un’esperienza di governo dell’Ulivo
che, in soli 9 anni, ha saputo imprimere
una svolta al futuro di Cremona.
La Città, all’inizio degli anni ’90, doveva
affrontare due “emergenze” che minacciavano
lo sviluppo locale: la mancanza di un adeguato
habitat infrastrutturale e l’assenza di un
progetto che la ponesse al centro di reti
e relazioni più ampie.
In questo decennio l’Ulivo ha dato vita ad
un processo che ha operato una netta inversione
di tendenza. Il progetto è stato tutto giocato
su un equilibrato rapporto tra “tradizione
e innovazione”.
Da un lato mantenere e valorizzare i nostri
più autentici tratti distintivi (la qualità
della vita, il welfare locale, la vivibilità
ambientale) e dall’altro inserire nel corpo
vivo della città innovazioni importanti e
decisive (la capacità di fare governance
locale, la valorizzazione turistica e culturale,
le nuove tecnologie, i nuovi servizi, la
modernizzazione della pubblica amministrazione,
il rilancio della Fiera, lo sviluppo dei
poli universitari, ecc.).
E’ andato così prendendo corpo un nuovo sistema
socio-economico cremonese che, in questi
anni, ha saputo garantire alla Città alti
livelli di crescita economica e sociale.
LE NUOVE SFIDE
Ora questo equilibrio però rischia di essere
precario e di rivelarsi ingannatore se non
si dovessero affrontare per tempo le nuove
sfide che si chiamano globalizzazione, sostenibilità,
competizione territoriale, innovazione tecnologica,
ecc.
Cremona è ora ad un bivio, è in bilico tra
la possibilità di dar vita ad una nuova fase
del suo sviluppo e l’involuzione che può
mettere anche a rischio un sistema di welfare
e di protezione sociale che rappresenta un
tratto qualificante e distintivo della nostra
città.
Le più recenti analisi socio economiche indicano
un’inversione di tendenza rispetto al passato:
le grandi città, grazie anche allo sfruttamento
delle nuove reti e ai processi legati alla
globalizzazione, stanno tornando a riacquistare
centralità a scapito delle piccole e medie
realtà urbane, più in difficoltà nell’acquisire
e mantenere capacità competitiva.
Siamo di fronte alla chiusura di un ciclo.
Per questa ragione Cremona, nel suo complesso,
deve porsi in modo prioritario il problema
dello sviluppo. Uno sviluppo di qualità,
rispettoso dell’ambiente, ma capace di spingere
la nostra città verso nuovi livelli di crescita
sociale ed economica.
Noi vogliamo una Cremona che punti ad uno
sviluppo economico basato sull’innovazione
e la ricerca, sul rafforzamento di legami
tra istruzione, cultura ed economia, con
una particolare attenzione al potenziamento
del sistema scolastico, universitario, e
della formazione specialistica.
Noi vogliamo una Cremona che valorizzi sempre
più le sue caratteristiche di città d’arte
e della cultura, che punti sulla valorizzazione
del proprio patrimonio artistico, culturale
ed ambientale.
Noi vogliamo una Cremona capace da un lato
di sviluppare la solidarietà sociale, dall’altro
di favorire le relazioni tra le persone,
nella prospettiva di una società aperta e
multiculturale.
Noi vogliamo un governo comunale che faccia
del dialogo con la città e con le sue forze
sociali e produttive l’elemento caratterizzante
del proprio stile di governo e che continui
la stagione di proficua collaborazione con
la Provincia, la Regione e di Comuni limitrofi.
CREMONA CITTA’ D’EUROPA
Le nuove sfide che ci attendono sono impegnative.
Si tratta di definire i nuovi obiettivi strategici,
gli strumenti e le risorse per raggiungerli.
Occorre individuare un metodo perché le scelte
siano sempre più condivise e concertate tra
tutti i soggetti pubblici e privati dello
sviluppo cremonese.
Dobbiamo imparare a fare “sistema” e a sviluppare
azioni strategiche al fine di attrarre investimenti
e risorse.
Sulla scia delle positive esperienze italiane
ed europee (Barcellona, Francoforte, Lione,
Torino, Verona, Trento, La Spezia ecc.) i
Democratici di sinistra propongono per Cremona
la creazione di un Piano Strategico per lo
sviluppo locale.
Il Piano Strategico è, innanzitutto, un processo
di governance che mette in rete attori e
politiche, interessi e obiettivi per individuare
e realizzare una visione condivisa del futuro
della città, che ha nel metodo della concertazione
con forze sociali ed economiche un suo punto
qualificante e strategico.
Una visione di sviluppo che sia di lungo
periodo e di area vasta, che selezioni obiettivi
di governo e avvii processi concertati di
trasformazione territoriale, che mobiliti
possibili investitori economici in un quadro
di competitività sovra locale e internazionale
tra città e territori.
Per fare questo il piano costruisce reti
e patti tra soggetti nella città e promuove
alleanze tra città delineando strategie di
respiro internazionale volte a rafforzare
i sistemi locali urbani.
Il Piano non guarda solo all’esterno ma cerca
di dare risposta alla domanda interna di
qualità espressa non solo dai residenti ma
anche da tutti gli utenti della città: i
turisti, le imprese, i pendolari del tempo
libero e del lavoro, gli immigrati, ecc.
Una città viva deve infatti essere in grado
di attrarre e valorizzare anche i flussi
materiali ed immateriali generati da queste
categorie.
TALENTI, TECNOLOGIE, TOLLERANZA
A cosa ispirarsi per dare vita al Piano strategico
di Cremona ? Quali le linee guida ?
Noi siamo convinti che sviluppo e qualità
della vita si generano nelle comunità locali
dotate di Talenti, Tecnologie e Tolleranza.
TALENTI
Dobbiamo riuscire a fare di Cremona un ambiente
capace di trattenere ed attirare “talenti”,
cioè capacità, nuove energie, intelligenze.
Cremona deve saper valorizzare i talenti
di cui già dispone, le sue migliori vocazioni,
le sue tante eccellenze.
Le nostre università possono trasformarsi
in concentratori di idee e di conoscenza
ma anche in incubatoi di imprese nelle quali
i giovani mettano alla prova le proprie capacità
e la voglia di mettersi in gioco.
Cremona deve saper promuovere e incentivare
ad ogni livello la propensione all’innovazione,
deve imparare a “fare sistema” per affrontare
con determinazione e capacità la competizione
territoriale.
TECNOLOGIE
Cremona, in questi anni, ha investito molto
nelle nuove tecnologie. La città dispone
oggi di una delle più capillari e diffuse
reti in fibra ottica che consente ad imprese
e cittadini di utilizzare servizi interattivi
a larga banda.
Ora che le tecnologie sono disponibili occorre
compiere il vero passo in avanti: utilizzare
queste risorse tecnologiche come vantaggio
competitivo per il "sistema Cremona",
per le imprese, per i cittadini. Grazie ad
esse la città ed i suoi attori pubblici e
privati possono fare “rete” e condividere
informazioni, competenze, iniziative accumulando
nuovo capitale sociale, che oggi è la vera
ricchezza delle comunità locali.
Ora le tecnologie devono servirci per dare
vita a progetti capaci di muovere dati e
informazioni al posto delle persone (telelavoro),
in grado di diffondere il sapere (e-learning),
di rendere più efficiente la salute dei cittadini
(e-health).
Ora le tecnologie devono servirci per rendere
più sicura, più vivibile e più moderna la
nostra città.
TOLLERANZA
Talenti e tecnologie si possono spendere
se riusciamo a comprendere che la tolleranza
è l’atteggiamento con cui guardare al mondo
di oggi.
Tolleranza intesa come capacità di aprirsi
al nuovo, di saper cogliere le opportunità
che le nuove sfide pongono a ciascun attore
sociale.
Tolleranza come solidarietà, come capacità
di farsi carico dei problemi di tutti coloro
che, per ragioni diverse, rimangono indietro.
Noi guardiamo ad una società in cui a ciascuno
siano offerte le migliori possibilità per
riuscire al meglio nella propria vita, per
realizzare il proprio progetto di vita indipendentemente
dalla propria origine familiare e sociale.
Tolleranza è per noi anche la capacità di
apertura al diverso, allo straniero e la
costruzione di occasioni di crescita e di
integrazione anche per loro.
Talenti, Tecnologie e Tolleranza potrebbero
essere queste le nuove Tre T di Cremona e
racchiudere il senso del nostro impegno politico
dei prossimi cinque anni.
LA NOSTRA POLITICA, I NOSTRI VALORI
La Politica anche a livello locale deve essere
basata, prima ancora che sui programmi, su
valori condivisi che ne orientino l’agire
politico. Per questa ragione, ci pare corretto,
prima della formulazione delle idee e dei
programmi per Cremona, rendere evidenti i
valori e le idee guida che poniamo alla base
del nostro impegno politico.
"La democrazia è la fonte principale
della nostra ispirazione politica. La democrazia
è un atteggiamento etico, che regola il nostro
modo di fare e di pensare ed è sempre presente.
Decisi, difendiamo la democrazia contro chi,
con la violenza, l’odio, la censura, l'arroganza,
disturba la convivenza fra le persone ed
il dialogo democratico."
“L'Europa è un sogno e un progetto. E' il
sogno di un mondo più libero, più giusto
e più unito. E' il progetto che vogliamo,
giorno dopo giorno, concretamente realizzare.
Consapevoli della nostra storia, guardiamo
al mondo con spirito aperto, con l'ambizione
di essere nuovamente protagonisti.”
"Il federalismo è il nostro filo conduttore
per l’amministrazione e l’ordine sociale.
Dal Quartiere al Mondo, dall’Individuo alla
Comunità, il federalismo garantisce la partecipazione.
La responsabilità e il potere decisionale,
vanno trasferiti ad un livello superiore
solo se ciò promuove la funzionalità, la
solidarietà e garantisce una maggiore partecipazione
democratica dei cittadini."
"Questa struttura della società, inizia
con l’individuo e crede nell’essere umano
libero e responsabile, che agisce insieme
ad altri esseri umani. L’essere umano si
può sviluppare con le sue scelte e le sue
azioni solo insieme agli altri. Una società
democratica, nasce se i suoi membri si sentono
responsabili verso gli altri. Ciò rientra
in una idea dell’essere umano libero e responsabile,
in cui i cittadini costruiscono una comunità
pluralista, in uno spirito costruttivo di
solidarietà e tolleranza reciproca. Tutto
ciò non si può imporre con processi e decisioni
dall’alto, ma deve essere costruito dal basso".
"La consapevolezza di far parte della
stessa Comunità, è indispensabile per generare
la solidarietà anche con individui sconosciuti.
Le comunità forti e spontanee basate sulla
solidarietà, sono quelle in cui i cittadini
sono portatori di una identità culturale,
di cui anche la lingua e le tradizioni locali
sono una importante espressione.
"Democrazia, Europa, federalismo, un’idea
dell’essere umano libero e responsabile;
partecipazione, diritti umani e rispetto
reciproco sono la fonte del nostro impegno
politico".
"Impegno" per una politica migliore,
per una politica della partecipazione e del
dialogo, per una politica che ci faccia sentire
parte di una comunità, per una politica che
parli al cittadino.
Per una società giusta, pacifica, libera
e aperta
"Il nostro compito è costruire e proteggere
a Cremona una società giusta, pacifica, libera
e aperta. Miriamo a raggiungere un equilibrio
fra i valori umani fondamentali di libertà
economica e sociale, uguaglianza e solidarietà.
Una società in cui nessuno possa essere costretto
o condannato alla povertà, all’ignoranza
od al conformismo culturale."
Libertà
"Custodiamo la libertà, la dignità e
il benessere di ogni individuo. Lavoriamo
per un mondo in cui tutti godano degli stessi
diritti fondamentali. Rispettiamo il diritto
di tutti alla libertà di coscienza e il diritto
di tutti a sviluppare appieno i propri talenti.
Difendiamo inoltre il diritto dei Popoli
e delle Regioni a sviluppare la propria lingua
e la propria cultura ed a determinare le
proprie istituzioni. Vogliamo diffondere
il potere il più possibile vicino ai cittadini
e stimolare la diversità e la creatività".
"La libertà individuale si raggiunge
davvero solo con un equilibrio fra due componenti.
La libertà negativa - l’assenza di costrizioni
- permette all’individuo di agire liberamente
senza ingerenze dall’esterno nella misura
in cui non intacca la libertà di altri. Oltre
a ciò, la comunità deve creare un ambiente
in cui ogni individuo abbia la possibilità
di svilupparsi appieno: la libertà positiva".
"La libertà non è assoluta. La libertà
di ognuno finisce laddove la libertà dell’altro
viene ostacolata e dove inizia la responsabilità
per la società. I diritti fondamentali meritano
la massima protezione."
"Saremo sempre i difensori del diritto
alla libertà di espressione, alla libertà
di religione e alla libertà di associazione
per tutti. Vogliamo proteggere il diritto
dei cittadini alla loro vita e alla loro
sfera privata."
"Lavoriamo per una visione dell'Europa
e del Mondo, in cui tutti i Popoli e le Comunità
godano degli stessi diritti fondamentali,
un mondo in cui i Popoli e le Comunità convivano
pacificamente e possano sviluppare liberamente
la propria diversità e la propria cultura".
Pari opportunità
"Con libertà positiva, intendiamo che
è compito delle istituzioni offrire a tutti
i cittadini tutte le possibilità di svilupparsi
e di realizzare i propri ideali. E’ compito
delle istituzioni informare i cittadini,
ed attribuire loro tutti i diritti automaticamente
e su base di uguaglianza. Le istituzioni
devono garantire la sicurezza giuridica e
l’accesso uguale ai diritti democratici."
"Nessuno deve accontentarsi di una situazione
di dipendenza o di una posizione di inferiorità.
Vogliamo eliminare le barriere sociali di
accesso alla nuova società del sapere e alle
nuove tecnologie informatiche. In tal modo
ognuno potrà contribuire pienamente alla
Comunità, dal livello di Quartiere al livello
Mondiale e partecipare alle decisioni che
determinano la sua vita e quella della comunità".
"La diversità, nel senso più ampio del
termine, dà colore alla società. La molteplicità
di caratteristiche umane, opinioni, comportamenti
e culture arricchisce la comunità. In quanto
difensori dei Diritti Umani Individuali e
della giustizia sociale rifiutiamo qualsiasi
pregiudizio e qualsiasi discriminazione in
base alla razza, al colore della pelle, alla
religione , alla convinzione filosofica,
all’età, alla lingua, alla cultura, al sesso,
alla tendenza sessuale ed all’ handicap e
condanniamo qualsiasi forma di privilegio
o disuguaglianza costituiti.
Solidarietà
"Per noi la solidarietà all'interno
della comunità e fra comunità deve sempre
essere un diritto e non un favore. La solidarietà
si basa su una ripartizione equa e reciproca
della ricchezza in tutta la società e nell'interesse
di tutta la società, in base a norme trasparenti
controllabili e valide per tutti e con le
massime garanzie per la sopravvivenza dignitosa
e umana. Per noi nessuno può sottrarsi alla
solidarietà elementare. La solidarietà non
si limita alla divisione materiale della
ricchezza, bensì presuppone anche l'impegno
per la società che si sviluppa con l'opera
importantissima del volontariato sociale
privato e pubblico. La solidarietà inizia
da subito, in tutte le generazioni, fra le
generazioni, fra giovani e vecchi, ma anche
verso le generazioni future con una politica
responsabile e un'ottica dinamica e di lungo
periodo."
Partecipazione
"Uno dei nostri obiettivi più importanti
è la partecipazione; lo sviluppo di una società
dove ogni persona possa poter esprimere le
proprie opinioni. Una società dove ogni cittadino
venga ascoltato e dove ognuno possa "dialogare"
liberamente con le istituzioni che lo rappresentano"
Per questo ci faremo promotori, nelle nostre
linee programmatiche, di idee che siano parte
di tutte le persone appartenenti alla nostra
comunità, sviluppando forme sempre migliori
di coinvolgimento per sensibilizzare ogni
individuo nella gestione della "cosa
pubblica".
Democrazia integrale
"Promuoviamo i diritti universali dell'uomo
e le forme democratiche di governo. Ci basiamo
su una democrazia integrale con un coinvolgimento
più diretto della popolazione ad ogni livello.
Per noi il cittadino maggiorenne e libero
deve, nella misura del possibile, partecipare
alla definizione della politica; diventa
co-produttore e non semplicemente amministrato.
E' una sfida per la democrazia ripensare
gli strumenti della partecipazione politica
con l'obiettivo di coinvolgere di più la
gente nel dibattito sociale. Una società
radicalmente democratica deve dare importanza
all'informazione accessibile e obiettiva
e a una cultura dei mass media portante,
come anche alle vere e proprie tecniche di
partecipazione. La democrazia integrale contribuisce
a dare forma alla comunità e getta una diga
contro la lacerazione del tessuto sociale,
quindi l'intolleranza e le tensioni nella
società.
Siamo determinati a rafforzare radicalmente
il processo democratico e a farci garanti
di una forma onesta e rappresentativa di
amministrazione politica. Ciò significa da
un lato istituzioni aperte e dotate di poteri
diffusi verso il basso e dall'altro la libertà
integrale di informazione e di consultazione,
anche attraverso il ricorso a moderne forme
che riconciliano la massima partecipazione
e il coinvolgimento politico di tutti i cittadini
con un'amministrazione efficace e trasparente
(forum di discussione via Internet ecc).
La democrazia integrale, significa anche
che il potere è controllato e legittimato
da tutti i cittadini che pagano imposte e
vivono onestamente. Chiediamo il diritto
di voto comunale, in base al permesso di
soggiorno indipendentemente dalla nazionalità
per chi è residente da più di 8 anni, non
è stato condannato per gravi reati penali
ed è in regola con il pagamento delle imposte.
Per interesse di una amministrazione buona
e trasparente, chiediamo un vasto divieto
sulla cumulabilità dei mandati politici e
di altre forme di cumulo che possono provocare
commistione di interessi".
"Per noi gli individui non sono atomi
staccati, ma collegati per mezzo di associazioni,
comitati e gruppi di azione. I gruppi locali
di solidarietà, promozione, sport, cultura,
ecc. offrono la possibilità di coinvolgere
ogni abitante nella costruzione della società
in un terreno che gli è familiare. Inoltre
la società ha bisogno di una rete fra gli
abitanti che sia basata sui valori. Questo
terzo settore canalizza e mobilita la difesa
degli interessi e dei valori degli abitanti
nei confronti delle Istituzioni e anche all’interno
del processo economico e politico.
Il terzo settore spinge grandi gruppi di
persone a vivere con valori e una cultura
in evoluzione (funzione di emancipazione).
Un terzo settore flessibile unisce le persone
e quindi contribuisce a costruire la comunità.
Enti locali: efficienti, efficaci e trasparenti
La riforma della pubblica amministrazione
rappresenta un’occasione importante per tentare
di riequilibrare a favore dei cittadini il
rapporto con le istituzioni. In quest’ottica
gli enti pubblici cremonesi dovranno proseguire
il cammino di modernizzazione da alcuni anni
avviato con successo. Efficienza, efficace
e trasparenza: questi gli obiettivi prioritari
di una pubblica amministrazione che deve
fare del cittadino e non della struttura
amministrativa il perno per la progettazione
e l’erogazione dei servizi.
Cultura: legame fra individuo e comunità
"Per noi la cultura è un dato centrale
nello sviluppo dell’individuo e della comunità.
Una politica culturale attiva è il cemento
fra l’individuo e la comunità. Le istituzioni
a tutti i livelli devono non solo garantire
l’apertura e lo spazio per una vita culturale
libera in tutti i suoi possibili aspetti,
ma anche custodirli come fondamento della
propria società. La cultura in generale e
la libertà di creatività in particolare possono
costituire uno specchio critico per la società,
e possono invitare la gente a riflettere
sulla società."
"La cultura rafforza anche la società
a livello locale, rafforzando la rete di
associazioni. Per noi è compito delle istituzioni
stimolare la creatività e la partecipazione
alla vita culturale, democratizzare la cultura
senza censure, aiutare la gente a vivere
insieme arte e cultura. Quando il settore
culturale e sociale si incontrano ne esce
arricchita soprattutto la vita culturale
dei gruppi più deboli della popolazione.
La società deve essere sempre aperta alla
creazione culturale, a nuove forme di cultura
e all’arricchimento interculturale."
Un progetto risoluto per i giovani e per
gli anziani
"La politica deve creare le condizioni
e le garanzie affinché tutti possano sviluppare
i propri talenti. Gli anziani devono avere
un loro posto a pieno titolo nella società
affinché possano mettere le loro esperienze
al servizio della comunità. I giovani sono
una parte dinamica e nel contempo vulnerabile
della nostra società. Pertanto siamo risoluti
nel difendere un progetto positivo per i
giovani. Vogliamo che i giovani e i bambini
siano al centro della società. Vogliamo investire
nei bambini e nei giovani. Delle decisioni
politiche si deve verificare l’impatto sul
mondo dei giovani. La creazione di spazio
per i giovani è una priorità. Spazio fisico,
dove possano esprimersi, spazio mentale che
genera rispetto, e spazio politico che riconosce
i giovani e i bambini come partner nella
costruzione della società; I giovani devono
poter partecipare alle decisioni che riguardano
la società in senso lato".
"Mettendo giovani e anziani più in contatto
fra di loro, favorendo lo scambio di idee,
cresce anche il rispetto che ci permette
di trasformare lo scontro generazionale in
un completamento generazionale".
Istruzione e conoscenza
"L’istruzione e l’apprendimento lungo
tutto l’arco della vita sono la fonte di
alimentazione essenziale di una comunità.
Oltre all’acquisizione di conoscenze, mirano
a stimolare il pensiero e la creatività.
L’istruzione e l’apprendimento lungo tutto
l’arco della vita fanno sì che una comunità
impari a riflettere su se stessa, e rendono
critico l’individuo. Pertanto un’istituzione
scolastica non può essere staccata dal suo
ambiente sociale,culturale,economico. Deve
attirare l’attenzione di alunni o studenti
sui principi del pluralismo e della partecipazione
civica, sia a livello locale e dell' Lombardia,
che in Italia ed a livello europeo e mondiale.
Ogni istituzione scolastica deve opporsi
attivamente a qualsiasi forma di razzismo,
discriminazione, fanatismo e fondamentalismo
religioso e politico.
Immigrazione
"La Lombardia e Cremona non sono una
società chiuse. Perfino con una equa distribuzione
della ricchezza nel mondo le migrazioni a
livello mondiale sussisteranno. Tali migrazioni
devono trovare un equilibrio fra solidarietà
internazionale, libera circolazione delle
persone e unicità culturale delle Regioni
e Paesi ospitanti. Ciò significa che le migrazioni
vengono dirette dal mercato del lavoro, rispettano
i rapporti sociali e culturali nella Regione
di accoglienza ed allo stesso tempo le libertà
culturali e religiose del Paese di provenienza
dell'immigrato.
Libero mercato e Giustizia Sociale
"Vogliamo un’economia di mercato attenta
però alle fasce più deboli che non possono
sopravvivere da sole, che sviluppi le capacità
della gente e le sfrutti a vantaggio di tutti,
che miri a una equa ripartizione della ricchezza
e che premi il lavoro e l’imprenditorialità.
Un mercato libero corretto, in aperta collaborazione
costituisce un motore indispensabile per
la creazione della ricchezza. Vogliamo promuovere
lo spirito d’iniziativa, la creatività e
l’imprenditorialità. Le imprese e l’occupazione,
oltre a una funzione economica, hanno anche
una importante e necessaria funzione sociale.
La partecipazione al lavoro, al processo
economico non sono un favore o un dovere,
bensì un diritto di tutti coloro che si impegnano
per ottenerlo".
"Anche in una economia di libero mercato,
la democrazia, la partecipazione e la consultazione
sociale fra tutti i partecipanti al processo
sono valori essenziali".
"E' provato che sia l'economia nelle
mani statali che il libero mercato senza
regole, non procedono spontaneamente all’equa
distribuzione della ricchezza e del reddito,
non creano un sistema di istruzione valido
e non garantiscono le pari opportunità, non
proteggono l’ambiente e le risorse naturali,
non garantiscono la salute e una qualità
di vita uguale per tutti i cittadini, né
difendono il diritto alla diversità degli
individui e dei popoli. Pertanto non accettiamo
che la politica occupi il campo dell'economia
e del sociale in modo invadente oppure dall'altro
estremo si ritiri totalmente a vantaggio
di interessi puramente economici di grandi
gruppi. Le Istituzioni locali devono operare
nell’ottica di favorire la realizzazione
di un punto di equilibrio capace di generale
sviluppo economico e crescita sociale.
"Le Istituzioni devono farsi garanti
di una vasta distribuzione fra tutti i cittadini,
della parità di diritti ai servizi sociali
e devono promuovere la partecipazione culturale.
Le istituzioni difendono altresì l’istruzione
gratuita e obbligatoria e il diritto all’apprendimento
per tutto l’arco della vita, il diritto alla
mobilità, alla sicurezza sociale, alla sussistenza
e all’informazione".
Sviluppo locale e pianificazione strategica
Molte sono le città che in Europa si sono
dotate della Pianificazione Strategica quale
strumento e processo innovativo di governo
del territorio. Città che hanno scelto il
metodo della consultazione allargata e stabile
per decidere del proprio futuro, mettendo
in rete soggetti del mondo istituzionale,
sociale ed economico, creando sinergie tra
le azioni e le esperienze di chi governa
e le indicazioni e le proposte degli altri
soggetti del territorio.
Le Istituzioni cremonesi dovranno dare vita
ad un piano strategico attraverso il quale,
in una logica di governance locale, soggetti
pubblici e privati possano insieme individuare
obiettivi e progetti in grado di promuovere
le potenzialità produttive, culturali e turistiche
di Cremona e del suo territorio.
Sviluppo e ambiente, un rapporto possibile
"Ogni generazione, dal livello locale
a quello internazionale, è responsabile del
destino del pianeta, del mantenimento di
una natura in equilibrio, dell’uso accorto
delle risorse naturali che non sono eterne
e della conservazione della vita in tutti
i suoi aspetti. Il benessere dell’uomo e
della sua comunità, sono centrali nella discussione
ecologica. Se si tiene conto solo degli interessi
di gruppi sociali, industriali, finanziari
o di altra natura si rischia di mettere in
secondo piano il benessere comune. Le nostre
attività non possono andare a discapito delle
future generazioni e del loro ambiente. La
conservazione di un mondo vivibile per i
nostri figli e nipoti costituisce il filo
conduttore di una efficace politica per lo
sviluppo sostenibile".
"La nostra opinione in materia di ambiente
si basa sui seguenti concetti: sviluppo sostenibile,
applicazione del principio "chi inquina
paga", il principio di precauzione,
la diminuzione della produzione di rifiuti
con un accento posto sulla responsabilità
del produttore, l’educazione ambientale rivolta
soprattutto alle giovani generazioni, il
ristabilimento del panorama, la protezione
della biodiversità ed il coinvolgimento degli
abitanti del luogo nelle decisioni che li
riguardano da vicino."
"Il mondo industrializzato, non può
esportare i suoi problemi ecologici da una
Regione all'altra oppure nel Terzo mondo
e in Europa centrale e orientale o scaricarli
alle prossime generazioni. Una gran parte
dell’inquinamento ambientale è provocato
dalla produzione di energia in modo errato.
Un uso razionale obbligatorio dell’energia
può costituire un rimedio, così come un sostegno
massimo alle fonti energetiche alternative
e allo sviluppo dello sfruttamento dell’idrogeno."
"Uno scambio positivo fra tutela ambientale
ed economia è possibile. Ci opponiamo espressamente
a un atteggiamento miope che rifiuta la crescita
economica o le nuove tecnologie.
Nuove tecnologie e l’avvento della società
dell’informazione
L’innovazione digitale, cioè l’utilizzo innovativo
delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, è in grado di generare grande
valore economico e sociale in termini di
aumento di produttività dei sistemi economici
ma anche di qualità della vita e progresso
civile, diffondendo, potenzialmente a tutti
i cittadini, cultura e conoscenza e offrendo
servizi essenziali e nuove opportunità in
aree come il lavoro, la salute, l’istruzione,
i rapporti sociali e con le istituzioni.
Condizione necessaria perché l’innovazione
abbia pieno valore è l’inclusione nei suoi
benefici delle categorie oggi socialmente
più deboli e meno fortunate (disabili, anziani,
bassi redditi, ecc.) per le quali la tecnologie
è ancora distante e rischia di essere causa
di nuova e più profonda esclusione.
E’ priorità per Cremona una politica di sostegno
agli investimenti pubblici e privati in tecnologie
dell’informazione e della comunicazione sotto
l’aspetto formativo, divulgativo, economico
e sociale.
I NOSTRI PROGETTI
Idee, proposte e progetti per
Cremona, città europea,
Cremona, città dei diritti
Cremona, città dei servizi e della solidarietà
Cremona, città accogliente
Cremona, una città sicura
Cremona, città della conoscenza e della cultura
Cremona, città dell’ambiente e della mobilità
sostenibile
Cremona, città dello sviluppo
Cremona, città del futuro
Cremona, città della pace
Le risorse per dare gambe alle nostre idee
CREMONA, CITTA’ EUROPEA
Un progetto di sviluppo e di crescita di
lungo respiro: di questo ha bisogno Cremona.
Il governo della città, il programma delle
infrastrutture per l'economia ed i trasporti,
deve essere in grado di tessere relazioni,
di regolare ed incentivare reti con soggetti
istituzionali a livello regionale, europeo
e internazionale.
Governo del Territorio
Il nuovo PRG ha consentito l’avvio di alcuni
progetti strategici per la città e il recupero
di aree dimesse. Anche per il futuro si dovrà
tendere al riutilizzo e alla valorizzazione
dell’esistente piuttosto che puntare sull’espansione.
Vanno sostenuti i caratteri di flessibilità
e dinamicità in grado di permettere un governo
moderno del territorio che abbia come obiettivi:
1. consolidare i contenuti di programma ed
i progetti approvati, per disegnare concretamente
gli obiettivi di sviluppo locale sostenibile
e ricercare costantemente nuove collaborazioni
sia pubbliche che private, affinché la città
possa recuperare una funzione attrattiva
e di grande fermento capace di intercettare
nuovi interessi e valorizzare le tipicità
chele appartengono
2. coniugare salvaguardia dell’esistente
con la migliore valorizzazione dei vuoti
urbani ancora presenti in città
3. essere un piano di governo del territorio
che non sia ne rigida applicazione di norme
o somma di progetti puntuali ma opportunità
che sappia cogliere gli interessi generali
che la città è in grado di generare o di
attrarre
4. far si che l’ambito di riferimento debba
tendere alla qualità del vivere e dell’abitare,
allo sviluppo sostenibile: tutela ambientale,
risparmio energetico, equilibrio economico
tra pubblico e privato per infrastrutture
e servizi
5. favorire non solo il semplice interesse
economico ma anche l’attenzione agli aspetti
etici ed estetici.
6. Stimolare tutti gli operatori economici
che devono sentirsi responsabilizzati ed
avvertire la necessità di creare valore per
il territorio
Le politiche di governo del territorio dovranno
tener conto di un ambito di riferimento che
non può essere solo quello della città, ma
saper rivolgersi al territorio che gravita
intorno alla città. Un rapporto quindi con
i comuni di cintura per individuare politiche
d’insediamento, di servizi, di infrastrutture
capaci di rispondere al sistema urbano cremonese.
Proponiamo un tavolo di lavoro permanente
per la “Grande Cremona” centrato in particolare
su infrastrutture, servizi, grande distribuzione,
ecc.
Decisivo per il governo di questi processi
è la capacità dell’amministrazione di dotarsi
di strumenti di controllo e monitoraggio
del territorio e delle sue modificazioni
in tempo reale. L’informatizzazione degli
strumenti urbanistici, di pianificazione
e di controllo, delle pratiche edilizie,
è indispensabile per un governo moderno.
Insieme la semplicazione delle procedure
e dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione
è l’altra scommessa che bisogna vincere:
lo sportello unico deve diventare una realtà
operante e un elemento indispensabile di
riforma della macchina comunale.
Tra gli obiettivi ritenuti prioritari:
1 Promuovere azioni (concorsi, bandi, incentivi,
ecc.) affinché tutti i talenti, soprattutto
quelli che appartengono alla città possa
trovare occasioni e spazi di creatività oper
la trasformazione del territorio basato sulla
qualità progettuale
2 Riqualificazione del modo intermodale costituito
dalla piazza della stazione ferroviaria e
dall’area di capolinea del trasporto extraurbano,
creando un percorso di collegamento e di
nuova funzionalità tra i due spazi.
3 Attuazione del PIP di Cà de Berenzani,
necessaria per valorizzare le risorse pubbliche
ià investite ed insieme offrire possibilità
insediative
4 Attuazione del parco di interesse sovracomunale
del Po e del Morbasco
5 Dare piena esecuzione alla ipotesi previste
dal PRG per l’edilizia economico popolare
ed insieme concorrere alla riqualificazione
dei quartieri esistenti di edilizia residenziale
pubblica
6 Ampliamento delle opportunità per favorire
il recupero delle cascine da tempo dimesse
7 Completamento della infratrutturazione
sportiva lungo l’asse della via Postumia
Interventi urbanistici strategici:
1 Area del macello del mercato ortofrutticolo
e dei magazzini Cariplo: un progetto di trasformazione
strategica che può qualificare tutto il comparto
con 
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