Sì al referendum sulla Costituzione Ue. L’ipotesi di una consultazione
popolare per l’approvazione della nuova Carta dell’Unione europea raccoglie
il consenso delle Acli.
«Chiedere il consenso dei cittadini mi pare un passaggio giusto e obbligato
- commenta il presidente delle Acli, Luigi Bobba - Il referendum può e deve
essere l’occasione per informare adeguatamente e sensibilizzare l’opinione
pubblica su ciò che l’Europa intende diventare. Maggiore sarà la
consapevolezza dei cittadini, maggiore sarà anche il loro coinvolgimento e la
loro partecipazione, fattori indispensabili alla costituzione della nuova
Europa».
Se il referendum ci sarà, le Acli voteranno senz’altro a favore della
nuova Carta, nonostante tutte le riserve sul testo prodotto dalla Convenzione:
«Ci aspettavamo di meglio e di più - spiega Luigi Bobba - Il mancato
riferimento alle radici cristiane nel preambolo della Costituzione segnala un
grave deficit culturale ma anche democratico. Il veto ideologico di pochi Paesi,
infatti, ha condizionato una decisione che sembrava invece raccogliere la
maggioranza dei consensi. Allo stesso modo, la difesa a oltranza del metodo dell’unanimità
su materie decisive per la politica europea, causerà non pochi disagi al
governo dell’Unione. Tuttavia, se la strada per la costruzione di un’Europa
come soggetto politico rimane ancora lunga e piena di ostacoli, l’approvazione
della Costituzione rappresenta senza dubbio un passo in avanti decisivo, da
accogliere con soddisfazione. Indietro non si può tornare».
Le Acli, dunque, invitano le forze politiche italiane ad investire sul
referendum per investire ancora di più sull’Europa. «Il nuovo Parlamento di
Strasburgo - afferma Bobba - diventi il baricentro della politica degli Stati
membri, a partire dall’Italia. I partiti sappiano guardare ai seggi europei
appena conquistati non come ad un esilio forzato o ad un rifugio dorato, ma come
ad un avamposto, ad una zona di frontiera verso il futuro».
«In questo senso - continua il presidente delle Acli - non possiamo non
accogliere con favore la decisione annunciata del segretario dell’Udc, Marco
Follini, di rinunciare alla sua carica di parlamentare italiano per rispettare
il mandato europeo ricevuto dagli elettori, così come hanno già fatto altri
leader del centro-sinistra»
«Ci auguriamo - conclude Bobba - che tra i molti neoeletti che risultano
incompatibili, in tanti vogliano seguire questa stessa strada».
Roma, 22 giugno 2004