Con una lettera aperta ai sindaci della grandi città e una interrogazione
parlamentare di Ermete Realacci, Legambiente propone un pacchetto di
provvedimenti a costo zero per dare al trasporto urbano più sicurezza, più
efficienza energetica, più fluidità, meno inquinamento e meno problemi di
parcheggio. Parola d'ordine: fermare gli Sport UtilityVehicles (SUV),
sull'esempio di quanto si sta facendo in Francia.
Parte da Milano, capitale italiana degli Sport Utility Vehicles, l'iniziativa
nazionale di Legambiente per arginare il pericoloso fenomeno delle fuoristrada
da città, che nel febbraio 2004 sono arrivate al 5,47% delle nuove
immatricolazioni in Italia. Un fenomeno che viene dagli USA, dove i SUV
rappresentano già il 20% del parco auto circolante, con la differenza che
l'Italia con le sue croniche carenze di spazio rappresenta un terreno ancora
più inadatto ad ospitare queste gigantesche creature.
Come ampiamente dimostrato dal dossier di Legambiente presentato nella
conferenza stampa di questa mattina, i SUV sono i porta-bandiera di un processo
di regresso tecnologico che sta portando ad una perdita di efficienza energetica
nel trasporto privato su gomma. L'aumento della stazza media delle auto minaccia
infatti di vanificare tutte le conquiste fatte dalla ricerca per ottenere motori
più efficienti. I 10 SUV più venduti in Italia hanno consumi urbani del 60-70%
superiori rispetto a quelli delle 10 auto più vendute tout court. Gravi
inefficienze anche per quanto riguarda gli ingombri: 4.50 - 4.80 metri di
lunghezza in media con picchi di 5 metri, per larghezze che in media si aggirano
intorno ai 1.9 metri, rappresentano stazze pachidermiche che non solo recano
disturbo agli altri ma che procurano grave impaccio agli stessi conducenti.
Tanto più se consideriamo che i possessori di SUV sono per lo più abitanti di
città che mai useranno l'auto per andare su percorsi accidentati. Prova ne è
che solo una minoranza dei SUV in vendita sono dotati di ridotte, le marce
adatte alla guida fuoristrada, in dotazione su soli 4 dei 10 modelli di SUV più
venduti in Italia.
Spesso chi acquista un SUV lo fa perché crede che siano auto molto sicure.
Ma non sempre è così. Il baricentro è molto alto e dà una forte instabilità
alla vettura. Dalle prove su strada effettuate da Quattroruote emerge che “in
certe manovre d'emergenza le fuoristrada risultano più impacciate, meno agili e
disinvolte e quindi per costituzione più inclini all'incidente”.
Questa grande instabilità si traduce anche in un forte pericolo
ribaltamento: per un SUV le probabilità di ribaltarsi in caso di incidente che
coinvolge un solo veicolo sono quasi tre volte più alte che per una normale
autovettura. Gli spazi di frenata in media sono notevolmente più lunghi che
nelle normali automobili a causa della possente massa inerziale. Altri problemi
derivano dalla rigidità: se è vero che essa offre protezione negli impatti con
i veicoli più piccoli (“effetto schiacciasassi”) è anche vero che la
rigidità può diventare molto pericolosa nel caso di scontri con veicoli di
massa superiore (es. autocarri) o peggio con barriere fisse indeformabili. In
questi casi i corpi degli occupanti sono sottoposti a sbalzi di accelerazione
spesso letali. Infine c'è la trazione integrale, che in teoria dovrebbe dare
più stabilità alla vettura nei percorsi fuoristrada, ma che in mano ad una
persona poco esperta può dare seri problemi in particolari condizioni come
nelle frenate e in curva.
L'effetto schiacciasassi.
Ben lungi dall'essere auto sicure per gli occupanti, i SUV sono auto molto
pericolose anche per chi si trova nelle vicinanze. Il peso, la rigidità del
telaio e l'altezza di queste auto ne fanno dei mezzi estremamente pericolosi per
berline e utilitarie, per i pedoni e per i ciclisti. Troppo spesso chi compra un
SUV dimentica che la (presunta) sicurezza aggiuntiva di chi vi sta a bordo va a
discapito di quella altrui, ossia dei pedoni, dei ciclisti e di tutti quegli
automobilisti che non sono disposti (o in grado) di spendere migliaia di euro
per queste specie di carri armati. Ricerche condotte dalla IIHS (Insurance
Institute for Highway Safety), istituto finanziato dalle società di
assicurazione USA, hanno dimostrato che nel caso di scontri laterali tra un SUV
e un'auto normale le possibilità di avere un morto sono 5,6 volte superiori che
non negli scontri tra due auto normali. Alto il pericolo anche nel caso di
scontri frontali: l'altezza e la massa del SUV innescano l'effetto
schiacciasassi, il SUV monta sul cofano dell'auto normale, schiacciandolo ed
entrando con il muso nel parabrezza. Nel 56.3% degli incidenti mortali che
coinvolgono un auto normale e un SUV, il morto era a bordo dell'auto normale,
mentre solo nel 17,6% dei casi era a bordo del SUV.
Il problema della scarsa sicurezza verso terzi è aggravato dalla presenza
delle cosiddette bull bars, i paraurti sporgenti e rafforzati che rendono ancora
più disastrosi gli impatti. Già nel 2001 una direttiva del Consiglio Europeo
(26/11/2001) imponeva di vietare questi paraurti, ma per il momento solo la
Danimarca l'ha recepita. Un altro problema è quello della scarsa visibilità
rispetto quello che succede in basso: passanti e soprattutto bambini rischiano
di rimanere fuori dal campo visivo del guidatore di SUV.
Legambiente contro i SUV.
Negli USA e soprattutto in California i SUV sono diventati oggetto di una
forte campagna di opposizione. Kerry ha inserito nel suo programma una legge che
prevede entro il 2015 un limite massimo di consumi di 13 km/lt per gli
autoveicoli privati, segando via di fatto il mercato dei SUV.
I siti internet di associazioni di consumatori e ambientalisti dedicati alla
critica dei SUV sono centinaia. Il dibattito si sta spostando anche in Europa.
In Francia il Ministro dell'Ambiente del governo di centro-destra ha annunciato
una tassa fissa di 3.500 euro sull'acquisto dei SUV e un simultaneo bonus di 800
euro per chi acquista auto diesel a basse emissioni dotate di filtro
anti-particolato. Come criterio discriminante il governo francese ha scelto le
emissioni di CO2 per chilometro. Sopra i 180 grammi di CO2 si pagano dai 3500 ai
400 euro, sotto i 140 grammi si riceve il bonus. Si tratta di un provvedimento a
costo zero. Da parte sua il consiglio comunale di Parigi ha approvato il 5
giugno scorso una delibera anti-SUV. Il divieto vero e proprio entrerà in
vigore tra diciotto mesi, quando il sindaco Bertrand Delanoe varerà il nuovo
piano sul traffico.
Legambiente intende fare la sua parte, con una serie di richieste ai sindaci
delle grandi città e al governo italiano, cui è stata mossa una interrogazione
parlamentare da parte di Ermete Realacci, Presidente onorario di Legambiente:
1. Patente speciale per i SUV, con una prova supplementare per accertare che
il conducente sappia controllare i rischi derivanti dal baricentro alto, dalla
trazione integrale e dai pneumatici dal fianco alto.
2. Divieto di circolazione nei centri storici, come proposto dal sindaco di
Parigi e sosta a pagamento maggiorata per i SUV.
3. Disincentivi fiscali per i SUV, tassa di proprietà maggiorata,
sull'esempio francese.
4. Obbligo da parte dei costruttori e dei venditori di informare gli
acquirenti circa i danni ambientali della loro auto, così come previsto dalla
normativa europea. Chiediamo inoltre che sui SUV vengano affissi degli avvisi
che mettano costantemente in guardia il guidatore sui pericoli di ribaltamento,
come avviene negli USA (adesivi “vehicle may roll over” all'interno
dell'abitacolo). Chiediamo che venga fatto obbligo di indicare sugli annunci
pubblicitari dei SUV tutti i rischi legati alla guida di questo tipo di veicolo.
5. Agli editori chiediamo che rigettino la pubblicità dei SUV.
6. Chiediamo che l'Italia recepisca al più presto la direttiva 26/11/2201
del Consiglio Europeo che prescrive il divieto delle bull bars.
Il grande vantaggio di questi provvedimenti è che essi sono per lo più a
costo zero per il governo o addirittura a credito per l'erario. Inoltre essi
produrrebbero un benefico effetto perequativo tra la popolazione, ridistribuendo
il carico dei costi sociali dell'inefficienza energetica, della pericolosità,
dell'ingombro e dell'inquinamento a vantaggio dei cittadini più virtuosi.
Legambiente lancia inoltre un CONCORSO DI IDEE per una campagna anti-SUV.
Gli interessati sono invitati a sottoporre materiale di satira anti-SUV che poi
verrà fatto circolare via web e non solo. Sono ben accette elaborazioni
grafiche e verbali, pittogrammi, fotomontaggi, slogan, adesivi, finti annunci
pubblicitari, foto, delazioni, vignette, ecc. Inviate le vostre idee a stopsuv@legambiente.org.
Il dossier completo e il materiale della campagna anti-SUV è consultabile su
http://www.legambiente.org.