15 Settembre, 2002
Cronaca della settima serata
Discutendo di bioetica. Gradito ritorno in pubblico del medico Paolo Bodini
Fuori nuvoloni incombono minacciosi, e molti avranno sfidato la sorte
meteorologica tra le bancarelle del giovedì in centro; alla Festa si vive una
serata rilassata. Una serata per certi versi fortunata per affrontare un
argomento così impegnativo. La nuova legge sulla fecondazione assistita avrà
trovato la via verso le aule del Parlamento per ragioni politiche ma la
brutta legge partorita si è subito scontrata anche con le forti emozioni
suscitate dalla sua applicazione. Come non trovarsi sconcertati di fronte ad una
sentenza di tribunale che obbliga una donna ad accogliere in grembo un embrione
di cui si conosce già, con certezza scientifica, la grave malattia che gli
segnerà tutto il futuro?
Carlo Flamigni, ginecologo, Cesare Galli, scienziato, Maurizio Mori,
filosofo, Paolo Bodini, medico, coordinati da Piera Capitelli, espongono le
proprie valutazioni e convinzioni attorno al rapporto della sinistra - come del
mondo cattolico - con la rivoluzione biomedica, al concetto di inizio della vita
personale, al desiderio di genitorialità. Molte riflessioni attendono tutti
noi, nel nostro privato: sulla procreazione come trasmissione della vita e sull’adozione
come gesto di squisito altruismo, sul rispetto dei tempi dell’organismo e sul
concetto del limite che l’umana società vorrà porsi di fronte al creato come
di fronte alla pro-creazione, sulla evoluzione - non incondizionata ma nemmeno
imbrigliata - della scienza affinché possa essere strumento di migliorare la
qualità della vita.
Per un approfondimento rinviamo ad un articolo già pubblicato di uno degli
ospiti, Maurizio Mori.
 
La legge peggiore del mondo
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