15 Settembre, 2002
L’autostrada: solo un male?
di Rita Garavelli
L’autostrada: solo un male?
di Rita Garavelli
In questi ultimi tempi spesso, una posizione favorevole alla creazione di nuove infrastrutture confina chi la sostiene in un ghetto di anti-ecologismo, di sostenitore di un pensiero politico ultraliberista, di boia della salute pubblica.
Forse molti non considerano il concetto di sviluppo sostenibile, quel concetto che permette di non fermarsi, di guardare avanti senza però trascurare gli aspetti negativi di ogni scelta, modellandone gli esiti sui risvolti ecologici, ambientali e di salute pubblica.
Lo sviluppo sostenibile si ottiene quando un paese si evolve sulla base delle risultanti di un bilancio costi-benefici. Questo tipo di bilancio, principalmente applicato alle questioni ambientali, consente agli organismi competenti di analizzare i risvolti positivi e negativi di qualsiasi politica o infrastruttura venga proposta, in modo che sia aperto uno spiraglio anche per quei progetti i cui lati negativi potrebbero far persino propendere per un arresto dell’intero sistema paese.
Lo sviluppo sostenibile è anche il concetto che mosse, nel 2000 l’allora ministro dell’Industria Bersani, a ridare vita a quel processo di costruzione delle grandi infrastrutture fermo ormai da 50 anni.
Nessuno può definirsi ecologista solo perché è “contro” sempre e comunque. L’ecologista progressista concepisce lo sviluppo e ne trova i rimedi ove necessitino.
Le autostrade che solcheranno il nostro territorio avranno molteplici aspetti positivi, sostenuti peraltro da tutti i soggetti economici del nostro territorio:
- allevieranno il traffico attuale trasferendo i flussi di transito dalle nostre strade provinciali a queste nuove arterie, con effetti benefici sulla salubrità dell’aria di alcuni paesi e sulla sicurezza della mobilità interna;
- daranno sensibile impulso all’economia sia industriale che agraria;
- inseriranno la Lombardia, una delle regioni più ricche d’Europa, finalmente in un contesto Europeo abbattendo barriere geografiche e logistiche a tutt’oggi insormontabili;
- costituiranno la rete di base per lo sviluppo dell’intermodalità ferroviaria;
- saranno costruite con i criteri moderni ed eco-compatibili (depurazione acque di scolo, tratti in trincea per abbattimento polveri);
- porteranno con sé altre infrastrutture (rete fognaria, fibre ottiche) che consentiranno a molti di accedere a servizi altrimenti improponibili.
- saranno eliminati svariati passaggi a livello grazie a investimenti nella circolazione ricucendo la ferita ferroviaria inferta al territorio 100 anni fa.
Per quanto riguarda l’accusa mossa nei confronti dei tecnici e dei politici di non aver ascoltato i cittadini, credo sia negare l’evidenza. Raramente si nota un così grande sforzo di comunicazione da parte dei promotori di questo tipo di progetti; le assemblee ormai non si contano più e molti saranno gli appuntamenti futuri nei quali i suddetti argomenti troveranno spazio per essere approfonditi.
rita garavelli
resp. economia ds cremona
 
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