15 Settembre, 2002
La Moratti distrugge la scuola superiore secondaria
Meno istruzione, meno diritti, meno risorse, meno insegnanti
Lo schema di Decreto legislativo sulla scuola secondaria e la proposta di
quadri orario per il percorso liceale presentati i giorni scorsi dal Ministro
dell'Istruzione Moratti confermano la scelta politica di costruire un sistema
duale che porti ad una netta separazione tra mani e menti, tra cultura e lavoro,
tra quanti potranno studiare nei licei ed aspirare ai livelli alti della
società e una grande quantità di ragazzi che, invece, saranno destinati ad un
rapido inserimento nel mercato del lavoro. Il modello prevede la scelta già a
poco più di tredici anni tra un sistema liceale che, pur articolato in alcuni
dei suoi indirizzi, si caratterizza per
un impianto (quinquennale) fortemente teorico
un gran numero di discipline con un ridotto numero di ore di insegnamento (il
che fa presupporre un forte calo degli organici)
la drastica riduzione delle discipline professionalizzanti.
La tanto propagandata scuola delle tre I (inglese, informatica e impresa)
vede praticamente in tutti gli indirizzi ridotte le ore di inglese,
matematica/informatica e delle materie professionalizzanti legate al mondo dell’impresa,
un secondo canale regionale di istruzione e formazione professionale ancora
non bene definito (chi ci confluirà?) ma che si preannuncia come finalizzato ad
un veloce inserimento nel mondo del lavoro e che avrà le seguenti
caratteristiche:
percorsi brevi (triennali o quadriennali)
un numero ridotto di ore 30 (di cui solo 50% obbligatorie, il 25% opzionali
ed almeno il 25% destinato all’apprendimento in contesti di lavoro :
sostanzialmente poco più di 15 ore settimanali di lezione)
centralità del lavoro come momento formativo
bassi requisiti professionali richiesti ai docenti (vengono equiparati
docenti abilitati ed esperti con 5 anni di esperienza nel settore professionale
di riferimento).
Occorre molta fantasia (o mala fede) per immaginare che si possa passare al
sistema liceale partendo da corsi triennali (di basso livello) per
piastrellista, addetto alla ricezione e spedizione merci, addetto alla
segreteria e centralino (sono alcune dei percorsi triennali previsti nella bozza
proposta dalla Regione Lombardia). E’ questa l’istruzione e formazione
professionale di pari dignità con l’istruzione liceale?
E quale sarà il destino dei docenti degli istituti di istruzione secondaria
superiore? Riduzione del loro numero, confluenza casuale in un sistema formativo
o nell’altro (e quali saranno le regole contrattuali dei due sistemi?), spesso
una vera e propria dequalificazione professionale?
Riteniamo che sia necessario esprimere un fermo e deciso rifiuto di questo
schema di decreto richiedendone il ritiro e l’avvio di una seria consultazione
delle scuole.
In questa fase come FLC Cgil Scuola ribadiamo:
la necessità di rifiutare le sperimentazioni promosse nell’ambito dell’accordo
tra Direzione Scolastica Regionale e Regione Lombardia
la difesa dell’attuale istruzione tecnico-professionale, che deve essere
riformata e riqualificata per rispondere ai nuovi bisogni formativi e contro la
dispersione, MA NON VA DISTRUTTA!
la necessità di una vera riforma scolastica che estenda l’obbligo
scolastico, preveda un biennio unitario e orientativo, garantisca un sistema di
istruzione tecnica-professionale di qualità all’interno di un piano d’istruzione
nazionale e si ponga il problema del superamento del fenomeno della dispersione
scolastica attualmente a livelli inaccettabile per un paese europeo.
Su questi temi la Flc Cgil promuoverà a livello territoriale una campagna di
informazione e di protesta
La Segreteria Provinciale della FLC di Cremona
 
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