La Regione, con le proprie scelte di bilancio degli ultimi anni, si è via
via sottratta ad azioni di sviluppo e d'incremento degli investimenti nella
Formazione professionale (nel 1995 200 miliardi di lire, oggi appena 160)
ritenendo che le risorse del Fondo Sociale Europeo potessero compensare il venir
meno di una capacità propria di sostenere il servizio pubblico.
Le risorse del FSE pari a 3.000 miliardi (del vecchio conio) sono state,
infatti, per oltre i due terzi affidate, in moltissimi casi, per pure logiche di
mercato e di consenso clientelare, a migliaia di nuovi soggetti accreditati
attraverso un regolamento privo di quei vincoli di garanzia determinanti per il
buon fine delle risorse pubbliche, vincoli rappresentati da risorse strutturali
e strumentali certe come l'avere a disposizione, non solo sulla carta, aule,
laboratori e ambienti didattici in piena sicurezza oltre al rispetto, non
secondario, dei vincoli contrattuali per i propri dipendenti previsti dalla
legge (D.M. 166/01).
La Regione, purtroppo, anziché preoccuparsi, pur essendone titolare, di
verificare il rispetto dei vincoli sopra descritti, ha colto, invece, il
passaggio dal sistema in convenzione al sistema a bando, attraverso
l'accreditamento, come un'occasione da non perdere per chiamarsi definitivamente
fuori dal governo delle politiche occupazionali soprattutto dei formatori a
tempo indeterminato soggetti al CCNL, formatori che recentemente, in alcuni
Enti, hanno ricevuto, inaspettatamente, lettere di licenziamento in tronco per
mancanza dei finanziamenti prima assicurati dal Piano Regionale.
E' evidente, quindi, che se questa situazione rimarrà tale ancora per lungo
tempo, si rischia, concretamente, il collasso del sistema storico della
formazione professionale della Lombardia.
La questione poi assume toni grotteschi se si pensa che con l'attuale sistema
di accreditamento e con la distribuzione "a pioggia" dei 3.000
miliardi del FSE , i rapporti di lavoro atipico sono aumentati in maniera
esponenziale raggiungendo la ragguardevole cifra di 10.000 unità, mentre i
rapporti di lavoro a tempo indeterminato, anziché aumentare o rimanere stabili,
hanno subito l'inquietante fenomeno dei licenziamenti in tronco. Il paradosso
diventa poi ancor più evidente se consideriamo anche che i lavoratori
licenziati non trovano altre opportunità di ricollocazione negli altri Enti
nonostante siano inseriti nell'Albo Professionale Regionale (con altri 1500
formatori circa) e nonostante la professionalità acquisita in oltre dieci
,quindici anni di attività.
È per l’insieme di tutte queste gravi ragioni che abbiamo deciso, su
invito e sollecitazione delle Segreterie Regionali di Cgil, Cisl e Uil, di
aderire allo
SCIOPERO GENERALE PER L’INTERA GIORNATA
il 14 Dicembre 2004
inviando una folta delegazione di lavoratori dell'ENAIP e dello IAL della
provincia di Cremona alla manifestazione pubblica davanti al Palazzo della
Regione proprio nel giorno in cui si discuterà il capitolo di bilancio
riguardante il settore.
È in gioco il futuro del sistema regionale e dell’offerta pubblica di
formazione professionale.
Per la Segreteria della Federazione Lavoratori della conoscenza CGIL di
Cremona
Il Segretario generale Claudio Arcari